Ciao a tutti, sono nuovo del forum.
Scrivo in questa sezione perché presumo che tutto ciò che è legato a quello che mi è successo nel corso degli anni sia dovuto alla mia autostima piuttosto volubile.
Sono un ragazzo di quasi 26 anni e non ho amici all'infuori del gruppetto che mi porto dietro dalle elementari, anche se penso che siano loro a portarmi. Credo inoltre di avere una capacità incredibile di rendermi invisibile a tutti, roba che potrei essere assunto come spia internazionale... se solo avessi modo di farmi notare. Sono piuttosto timido e spesso e volentieri mi faccio prendere dall'ansia per molte cose. Grazie a questo mix sono ancora in cerca di un lavoro e non sono ancora riuscito a laurearmi. Inoltre, sempre per lo stesso motivo e ingiustizie varie che non starò a spiegare, ho dovuto cambiare più volte facoltà.
Ci sono altri problemi che mi affliggono, ma uno in particolare non riesco proprio a spiegare se non raccontandovi ciò che mi è accaduto.
L'ultima facoltà alla quale mi sono iscritto, due anni fa, ho pensato di cambiare me stesso. Cambiando facoltà avrei visto nuovi volti e quindi avrei potuto cercare di sciogliermi per cercare di fare amicizia con qualcuno. Così ho fatto. Al test d'ingresso ho iniziato a conoscere chi mi stava intorno, riuscendoci anche piuttosto bene, e ho rifatto la stessa cosa all'inizio del corso con il medesimo risultato. Ero riuscito a presentarmi senza problemi a più della metà delle persone della classe e parlavo tranquillamente con quasi tutti loro. Ero riuscito a stringere amicizia anche con due ragazze (una anche piuttosto carina), con le quali condividevo l'infausto problema di essere negato per determinate materie. Insomma, tutto sembrava andare per il meglio e finalmente ero quasi convinto di essermi liberato della mia insicurezza, quando all'improvviso le persone hanno smesso di considerarmi. Da un giorno all'altro (posso giurare su quello che volete che non è un modo di dire) hanno smesso semplicemente di parlarmi e anche solo di salutarmi, a parte un megalomane che non coglieva occasione di correggermi errori inesistenti nei miei lavori. Ciò che mi ha lasciato più di stucco è che mi evitavano persino le due ragazze con le quali pensavo di aver instaurato una qualche sorta di legame.
Non ho capito quale è stata la causa di tutto, ma attualmente sono il fantasma del corso. Non ho nessuno con cui parlare e a cui chiedere aiuto per determinate lezioni. Quando ci provo, la conversazione dura massimo due o tre scambi di parole, dopodiché torno ad essere quello-che-sta-sempre-zitto.
Ho perso quasi del tutto l'interesse di andare a seguire le lezioni. Situazione simile a quella che vivevo quando andavo alle superiori, dove ho passato 5 anni d'inferno tra l'essere preso in giro, l'essere ignorato ed avere il colpo di grazia dai professori. Ma è un altro discorso.
Questo generalmente accade quando tento di fare amicizia con una o più persone: dopo qualche giorno divento trasparente.
Se con chiunque mi capita tutto questo, con le ragazze succede di peggio. Sono arrivato a livelli di insicurezza talmente preoccupanti che quando parlo ad una ragazza che mi piace biascico le parole, balbetto penosamente, oppure semplicemente mi capita uno dei problemi che mi porto dietro da sempre: mi si svuota la mente e non so minimamente cosa dire.
Grazie a questo problema ho rovinato un rapporto in particolare che avevo con una ragazza. Mi chiedo ancora come, ma con lei ero riuscito a fidanzarmi, anche se parlo di ben 8 anni fa. Mentalmente ero identico a come sono ora, forse ancora più timido. Ma lei mi si avvicinò in qualche modo e riuscimmo a conoscerci. Inutile dire che ero felicissimo in quel periodo. Certo, ero sempre molto timido, ma pensavo di poter cambiare. Dopotutto avevo una ragazza che mi incoraggiava. Ma a poco a poco è iniziato il problema dello svuotamento della mente. Una cosa assurda: non riuscivo più a parlarle. Non riesco proprio a capire quale fosse il problema. Eppure le volevo tantissimo bene, mi piaceva, ci andavo d'accordo...
Lei mi fece notare questo cambiamento, ma io non sapevo proprio come spiegarle quello che accadeva. I giorni passavano e lei diventava sempre più triste, ed io con lei. Un giorno la feci addirittura piangere, dato che a momenti parlava più con i miei amici che con me. Dopo poco tempo, a malincuore decisi di lasciarla. Non era possibile che doveva soffrire per un problema STUPIDISSIMO come il mio. Lei rifiutò, ma io insistetti facendole notare la situazione. Adesso lei è felice con un altro ragazzo. Io invece sono da solo e ogni giorno che passa cerco di non pensare di essere stato un dannato idiota.
Tutto questo mi porta ad essere quindi una schiappa in questioni amorose, tanto che le più acide delle ragazze che conosco mi reputano gay o asessuato, solo perché non ci provo con loro come fanno i loro ragazzi "bellissimi" che hanno mentalità da criceti in calore. Però la cosa pare divertente, tanto che credo che queste voci si siano sparse un po' in giro per la città dove vivo. Per altri invece sono solo un maniaco sessuale represso, anche se devo ancora capire cosa ho fatto per far nascere queste idee. Cercassero almeno di mettersi d'accordo...
Ricapitolando, sono una persona sola che non riesce a fare amicizia, che è stato fidanzato una sola volta in 26 anni, che non crede minimamente nell'amore, che non ha un lavoro e non riesce a trovarlo, che va male all'università e che ormai trascura se stesso perché tanto non cambierebbe nulla. Il tutto dovuto a problemi che anche secondo me sono stronzate, ma che ogni volta che tento di superarle mi ci schianto contro. E mi arrabbio. Mi arrabbio talmente tanto che a volte odio me stesso per quello che sono. Vivo perché devo farlo. Vivo nella monotonia assoluta: le giornate sono tutte uguali e le uniche novità sono eventi negativi. Sono invidioso dei miei pochi amici che poco a poco stanno realizzando la propria vita, mentre io inevitabilmente affosso la mia. Non riesco quasi a guardare in faccia i miei genitori perché mi vergogno di essere una delusione vivente a differenza delle mie sorelle.
Ho addirittura pensato di avere qualche deficit mentale, quasi per consolarmi e potermi dire "vabbé, hai questa malattia X... non puoi fare altrimenti", ma invece non ho NULLA se non questi STUPIDI INUTILI PROBLEMI che mi stanno lentamente rovinando la vita. Mi vergogno tantissimo per quello che ho pensato.
Ho 26 anni ma mi sembra di averne molti di più. Ho paura di invecchiare ed essere peggio dell'inutilità fatta a persona che sono attualmente. Non vedo futuro per me. Non ho minimamente idea di quello che posso fare per risolvere la situazione.
Sinceramente ho qualche dubbio anche sul perché sono venuto sul forum, dato che naturalmente so che il cambiamento deve venire esclusivamente da me. Quindi non so... Prendete questo post come uno sfogo. O come il post del tizio dal quale non prendere esempio, se nella malaugurata ipotesi foste nella mia stessa situazione. Spero per voi proprio di no.
Perdonate il papiro e gli errori/orrori grammaticali. Ciao