Fallimenti

In questa sezione possiamo parlare dei traumi del passato, di psicologia e dei problemi in genere.
Questo è anche il forum sullo sfogo dei propri sensi di colpa.

Fallimenti

Messaggioda Heyjude » 01/11/2024, 16:49



Sono stata sempre una persona fragile, anche se non l'ho mai mostrato all'esterno, credo di non essere adatta alla vita, non sono in grado di affrontarla.
La prima volta che ho desiderato morire avevo 11 anni, non lo sa nessuno, solo io, ci ho provato anche quel giorno, nella mia testa di bambina pensavo di riuscire ad uccidermi strozzandomi con le mie mani mude. Sono passati 26 anni da quel giorno, ma questo pensiero non mi ha mai più abbandonato. Non ho mai più provato nei fatti a mettere fine alla mia vita ma questo "desiderio" riaffiora in me spesso, magari mentre guido e penso "qualcuno potrebbe tamponarmi e finirei in questo burrone"; oppure ritrovandomi a cercare informazioni dettagliate su come veniva cotta la cicuta con cui si uccise Socrate; o nel modo più banale quando la sera, prima di addormentarmi, prego affinché non mi svegli piú. Finalmente avrei pace, la mia mente sarebbe libera da tutti i pensieri e da tutti i problemi, non dovrei più preoccuparmi di cosa mi attende nel futuro o semplicemente domani.
Non so perché sono così, non ho avuto un'infanzia abusante o maltrattante, nella primissima infanzia mia madre, soffrendo sicuramente di depressione post partum, ci picchiava ma io non ne ho ricordi, lo so perché lo racconta lei. Mi ha sempre raccontato di come mi prendeva a cazzotti quando ero nella sua pancia perché le facevo male quando puntavo i piedi e che da neonate picchiava me e mia sorella quando piangevamo. Ma come ho detto io non ricordo nulla, ero troppo piccola. Non ricordo neanche che nè lei nè mio padre mi abbiano mai abbracciato o baciato o incoraggiato in nulla ma sempre denigrato, come quando a 6 anni partecipai ad una gara di corsa tra bambini e feci l'ultimo posto: ricordo come ridevano di me e come lo raccontavano a tutti ridendo; o come quando, dopo 2 mesi dall'inizio dell'università, parlando del più e del meno con altre persone mia madre se ne uscí dicendo che io ero sicuramente sola, quali amici potevo mai aver trovato io, e invece gli amici li avevo, avevo subito fatto amicizia con un bel gruppo di ragazzi/e.
Ricordo la paura, da bambine, di fare o dire qualcosa di sbagliato perché loro erano sempre arrabbiati e nervosi e non volevamo peggiorare il loro umore.
Odio le persone che cantano perché lei canta quando è arrabbiata.
Odio le persone chiassose e i rumori forti perché a lui davano fastidio i rumori e dovevamo stare attente a non usare un tono di voce troppo alto, a non masticare chewing-gum, a non mangiare cibi croccanti.
Ma ricordo anche che non ero sola, avevo mia zia e suo marito che mi amavano tanto, morti purtroppo quando avevo 7 anni; avevo tante cugine con cui stavo quasi tutti i giorni e mi divertivo molto; ho sempre avuto amici, non sono mai stata sola. Almeno fino a qualche anno fa.
Non possono quindi essere i miei genitori la causa della mia infelicità, della mia inadeguatezza e dei miei innumerevoli fallimenti perché ho avuto altre gioie dalla vita.
Ma adesso mi ritrovo a 37 anni, a vivere una vita che non mi appartiene, una vita costellata da scelte sbagliate... se mi guardo indietro mi rendo conto di non aver mai preso una scelta giusta, di aver sbagliato tutto, anche quello che era impossibile sbagliare. E continuo a perseverare, a sbagliare cosciente di farlo, ma forse sono solo troppo stupida per prendere decisioni che potrebbero cambiare la mia vita.
Ho lasciato l'università dopo un anno e non ho mai trovato un lavoro fisso, solo lavori precari e per nulla soddisfacenti, tanto da sfociare in burnout 3 anni fa; da agosto non lavoro più e non ho il coraggio neanche di cercarlo un altro lavoro, consapevole del fatto che non posso aspettarmi chissà cosa con un semplice diploma e tanta, inutile, esperienza.
Ho avuto sempre relazioni sbagliate, amori non corrisposti in cui io mi immergevo totalmente e non riuscivo a staccarmi da loro nonostante sapessi perfettamente che loro non mi amavano. Proprio come ora, che sto da 11 anni, di cui 2 di convivenza, con una persona che non mi ama, a cui non interessa cosa io penso o come mi sento. Abbiamo anche provato ad avere un figlio l'anno scorso, ma ho avuto un aborto che mi ha dato un ulteriore colpo di grazia, ci abbiamo riprovato per un po' finché non mi sono resa conto che ero solo io a volerlo. Sapevo che era una scelta sbagliata ma ho sempre voluto essere madre e ho sempre saputo, dentro di me, che per un figlio avrei messo da parte tutti i miei problemi, che avrei dato tutta me stessa, che non sarei stata come mia madre. Se ripenso ora al mio bambino che non ho mai potuto toccare, penso che forse sia stato giusto così... Che una forza superiore abbia capito che lui non avrebbe mai potuto vivere una vita felice con me e quindi lo abbia portato via prima che io facessi ulteriori danni. E l'ho accettato, ho accettato il mio aborto e il fatto che nessun esserino crescerà mai dentro di me e insieme a me.
So, e ho sempre saputo, che il problema sono io, che ho un carattere sbagliato, anaffettivo nei confronti delle persone con cui non riesco ad entrare in sintonia e in confidenza al 100%, incapace di dire quello che penso sia che sia un pensiero positivo sia che sia negativo; sono fin troppo empatica ma appaio insensibile agli occhi degli altri perché non traspaio emozioni all'esterno. Ho terrore dei cambiamenti e non faccio passi avanti, resto bloccata nella mia bolla dell'infelicità all'infinito, finché qualcun altro non decide per me. Sono io che non sono amabile.
Ho allontanato tutti gli amici perché tutti sono andati avanti, hanno costruito qualcosa, trovato una loro strada, io invece sono un completo fallimento, non ho nulla se non rimpianti; cambio strada se vedo qualcuno che conosco che potrebbe chiedermi come sto, che lavoro faccio, se sono sposata, se ho figli perché ho vergogna di me stessa.
Mi ritrovo spesso dal nulla a piangere: piango mentre guido, piango mentre mangio, piango mentre lavo i piatti. Sento un dolore dentro di me, dentro il mio corpo... mentre piango vorrei sbattere la testa forte contro qualcosa per aprirla a metà o tagliare il mio addome a metà e toccare e fare uscire tutto questo dolore che sento dentro di me.
Se penso al mio futuro non vedo nulla.
L'unica cosa che so in questo momento è che ho sprecato la mia vita e adesso è troppo tardi per starvolgerla completamente.
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Heyjude
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Messaggioda Royalsapphire » 02/11/2024, 10:35



Ciao amica! Belnvenuta tra noi :hug:
Da quel che leggo di te, la mia opinione è questa:
Il desiderio di morire, potrebbe celare in sé il desiderio di riposo. Un forte desiderio, di poter finalmente trovare pace. Da cosa? Da tutte le inqietudini che la tua anima sta provando.
E io qui ti posso capire.
La pace non ha prezzo.
Tuttavia… tu dici che i tuoi genitori non hanno responsabilità nelle difficoltà che stai avendo di relazionarti/ trovare lavoro e nell’origine dei tuoi conflitti interiori. Invece loro hanno una gran responsabilità!
Non tanto nelle percosse, quanto nelle parole e nel comportamento che entrambi i tuoi genitori hanno avuto verso di te.
Per natura un figlio è portato ad attaccarsi affettivamente a quella persona che si occupa del suo sostentamento (cibo, igiene, tetto). È questa figura diventa il fulcro dei suoi moti interiori, dello sviluppo cognitivo e comportamentale, e perché no, sentimentale!
È chiaro che già partire con loro che “non si fidano di te”, che non ritengono che tu possa essere in grado farti le amicizie, quindi di amare e di essere amata, e che tu non possa riuscire in qualcosa, etc etc, cosa pensi che venga fuori da una convivenza del genere?

Secondo me, tu hai bisogno di ricostruire la tua sicurezza e la tua personalità completamente, partendo dalle fondamenta della struttura!
È ti meriti di poterlo fare! Ti meriti di poterti ricostruire!
E non penso che tu debba prendertela con i tuoi, non lo fanno apposta ad essere così! Lo sono e basta, per loro natura, e pazienza!!! Potessero essere diversi, lo sarebbero! Così come sei perfettamente in tempo anche tu di trovare qualcuno che ti ama veramente e con cui poter far nascere una vita, non per egoismo, né per gioco, ma perché lo volete entrambi.
E poi non c’è bisogno di concepire un figlio per trattarlo diversamente da come sei stata trattata tu. Basta essere se stessi con chiunque per lasciare un segno buono negli altri! Infatti tu dici che ti eri affezionata a tua zia e suo marito… perché? Non eri figlia loro eppure ti hanno lasciato un segno buono! Ti hanno fatto sentire vista, amata, accolta!
Se siamo soli al mondo, è perché siamo noi a sceglierlo!
Coraggio!!!!
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Messaggioda Lanoia » 02/11/2024, 16:36



È stato bello e interessante leggere il tuo sfogo se non altro mi sono sentito meno solo... anch'io sono come te, ho un anno in più e sono uomo però stessa identica lettura di vita fatta di scelte sbagliate e di isolamento perché ci si sente inadeguati. Non so più di cosa parlare con le persone perché di me non ho nulla di interessante da dire. Non so cosa farò domani forse un ennesimo lavoro precario dopo questo che mi rende infelice. Anche in questo momento potrei uscire, ho i soldi per fare pure qualche pazzia ma non lo faccio perché so che mi pentirei... vorrei sentirmi realizzato e sereno, avere una persona accanto che mi vuole bene, stringermi co lei e parlare e ascoltarla, fare cose...e invece mi crogiolo... vabbè sono fatto così!
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Messaggioda Massimiliano89 » 02/11/2024, 19:23



Benvenuta
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Messaggioda Cordis » 02/11/2024, 19:55



Ciao cara,
Alora, io non sono uno psico-quellochetipare, sono un privato cittadino con un passato da sconvolto che, certe volte, visualizza abbastanza bene certe emozioni negative che gli altri descrivono, qualche volta perché ci sono passato, qualche volta perché faccio 1+1 e penso che se per me il risultato fa 2, probabilmente è così anche per l'altra persona.
Io non ho avuto necessità di risalire troppo indietro coi ricordi, perché quello che ricordavo di mio è bastato, però una volta la psicoterapeuta mi fece usare delle tecniche di visualizzazione per provare a risalire ai ricordi più antichi, be' non so se ciò che ho visualizzato fosse un ricordo, dato che non me lo ricordo... non ne ho la più pallida idea, però se faccio 1+1 il risultato è 2 ...
vedo una luce arancione... ed ho presente il lampadario arancione che dava quella luce,
vedo sopra e attorno a me due mostri che ringhiano... e non devo sforzarmi troppo per associarli ai miei genitori,
non posso muovermi, non ho idea di come potrei fare a "spostarmi" (vuoi vedere che stavo ancora in una culla ?!)
questo fatto del "muovermi" è un problema, perché voglio fuggire da quel posto, voglio scappare da quei mostri, ma non ho la più pallida idea di come potrei fare, le emozioni che tutto ciò mi riporta non sono particolarmente piacevoli...
Ma hey tutto questo non conta più niente! Io adesso POSSO muovermi, posso difendermi, e non ci sono mostri attorno a me, perché se provano ad avvicinarsi li prendo a calci in bocca!
Si ok, tutto ciò è rabbioso e violento e pure queste sono emozioni negative che, a un certo punto, ho dovuto affrontare, per avere una vita decente, per stare meglio.
Detto questo, sostieni di non sapere il perché del tuo star male, dopodiché ci spieghi esattamente perché stai male senza nemmeno accorgertene.
Tua madre non ti voleva, ti ha preso a cazzotti fin da quando eri nella pancia, poi ha continuato anche dopo, quando eri neonata e da quel che dici non mi pare proprio tuo padre facesse qualcosa di buono per riportare il conto in pari.
Beh, io penso male dei miei di genitori, figuriamoci di quelli degli altri, quindi ora non parlerò dei tuoi perché non avrei niente di positivo da dire ...
Comunque, anche se per fortuna non ti ricordi, resta il fatto che quel cosino tenero, che stava crescendo, e che ha patito quelle cose, eri tu. I più antichi stati d'animo, le più antiche emozioni, quelle che vengono prima di tutte le altre per te sono state quelle, quindi è da li che devi partire, non da sola naturalmente, trova uno psicoterapeuta di tuo gradimento che ti aiuti in questo, se non sai a chi rivolgerti comincia chiedendo consiglio al tuo medico di base, tranquillamente, senza paura, tanto tutto quello che gli dici è tenuto per legge a tenerselo per se (segreto professionale) e, anche se magari è ignorante in materia e non sa consigliarti, perlomeno saprà dirti da chi NON andare, dato che i peggio cani sono famigerati nell' ambiente medico.
Mi viene da dirti un altra cosa... abbi cura di tua sorella, perché anche lei ha patito le stesse cose, probabilmente anche lei ha bisogno di aiuto.
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Messaggioda Navigator63 » 04/11/2024, 4:01



Ciao e benvenuta :hi:

Heyjude ha scritto:Non possono quindi essere i miei genitori la causa della mia infelicità, della mia inadeguatezza e dei miei innumerevoli fallimenti perché ho avuto altre gioie dalla vita.

Invece sì.

Perché è da quello che i genitori ci trasmettono che noi sviluppiamo la nostra identità (ovvero il senso di chi siamo e quanto valiamo).
Quando siamo piccoli i genitori sono il centro del nostro mondo, e dipendiamo completamente da loro; tutti gli altri sono un "contorno" - anche se spesso importante. Questo ci rende come delle "spugne" nei loro confronti.

Se i miei genitori mi hanno detto (con parole e/o azioni) che faccio schifo, che non ho valore, che non merito amore, ecc... quello è esattamente ciò che crederò di essere. :'(
Tieni anche conto che la nostra mente attribuisce molto più peso alle informazioni negative che a quelle positive: per cui se anche io ricevo 50% di segnali positivi e 50% di negativi, nella mia percezione soggettiva sarà come se fossero 20% buoni e 80% cattivi. :(

Inoltre, il nucleo dell'identità e della personalità si definisce solitamente nei primi sei anni di vita: per cui se nei primi sei anni mi hanno trattato da schifo, e poi vengo trattato bene, la mia identità risulterà comunque "storpia", deformata e frammentata, perché così si è sviluppata.
E' come un palazzo con le fondamenta fatte male: anche se il resto è edificato bene, resterà comunque un edificio fragile.

NB: Dico queste cose non per prendermela coi tuoi genitori (cosa che non serve a nulla), ma per rimarcare l'origine dei tuoi problemi.
Non è colpa tua; è colpa loro (anche se non l'hanno fatto apposta, era comunque una loro responsabilità). Adesso però sei adulta e sta a te "riparare" i danni fatti, per quanto possibile. :mmm2:

Da quel che dici desumo che tu soffra di forte depressione, profondo disvalore e convinzione di non meritare amore (infatti stai in quel tipo di relazione).
L'origine di tutte le tue difficoltà è chiaramente individuabile nelle tue esperienze familiari. E purtroppo il passato non si puà cambiare.

La "buona notizia" è che è possibile, almeno in parte, riparare i danni subiti, attraverso un percorso di crescita personale. :)
Lo dico non solo perché l'ho fatto io stesso (che avevo certi problemi simili ai tuoi), ma perché l'ho visto (e letto) fare da tante altre persone. Quindi so per certo che è possibile.
Poi sta a te scegliere se farlo o meno. :dunno:

Quello che vorrei trasmetterti è un messaggio di speranza. :)
Per ogni aspetto della tua vita che ti tormenta, sappi che è possibile trasformarlo: forse risolverlo, o quantomeno attenuarlo.
Il bello della mente è che è "elastica": si modifica in continuazione, quindi è anche possibile cambiare pensieri e convinzioni negativi in altri più sani, costruttivi e che ci aiutano a stare bene. E' come un computer che si può riprogrammare. :coolok:

Ti segnalo alcuni articoli che ho scritto, che potrebbero darti spunti utili e/o aiutarti a vedere più chiaramente la tua situazione:
- Le conseguenze di ferite emotive e traumi infantili.
- Se ci credi, diventerà vero (per te) (p.es. se nel profondo sei convinta di non meritare amore, non lo troverai).
- L'importanza di accettare e amare se stessi.
- 10 modi per facilitare crescita, evoluzione e terapia.

Infine, consiglio un libro che spiega chiaramente come certi atteggiamenti genitoriali segnino profondamente quello che siamo: "Running on Empty" di Jonice Webb.

Qui su MyHelp riceverai parole di comprensione, conforto e affetto, come hai già visto. :)
Anche solo vedere che tanti altri hanno problemi e sofferenze simili ai tuoi, può essere incoraggiante (non sei da sola, altri ci sono passati prima di te).
Ti auguro che l'arrivo in questo forum coincida con una nuova fase della tua vita, in cui ti prendi cura di te ed inizi a guarire le tue ferite.
Un grande e caloroso abbraccio :hug:
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Il mio Blog "Psicofelicità": https://psicofelicita.blogspot.com/

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Messaggioda Massimiliano89 » 04/11/2024, 6:31



Navigator63 ha scritto:Ciao e benvenuta :hi:

Heyjude ha scritto:Non possono quindi essere i miei genitori la causa della mia infelicità, della mia inadeguatezza e dei miei innumerevoli fallimenti perché ho avuto altre gioie dalla vita.

Invece sì.

Perché è da quello che i genitori ci trasmettono che noi sviluppiamo la nostra identità (ovvero il senso di chi siamo e quanto valiamo).
Quando siamo piccoli i genitori sono il centro del nostro mondo, e dipendiamo completamente da loro; tutti gli altri sono un "contorno" - anche se spesso importante. Questo ci rende come delle "spugne" nei loro confronti.

Se i miei genitori mi hanno detto (con parole e/o azioni) che faccio schifo, che non ho valore, che non merito amore, ecc... quello è esattamente ciò che crederò di essere. :'(
Tieni anche conto che la nostra mente attribuisce molto più peso alle informazioni negative che a quelle positive: per cui se anche io ricevo 50% di segnali positivi e 50% di negativi, nella mia percezione soggettiva sarà come se fossero 20% buoni e 80% cattivi. :(

Inoltre, il nucleo dell'identità e della personalità si definisce solitamente nei primi sei anni di vita: per cui se nei primi sei anni mi hanno trattato da schifo, e poi vengo trattato bene, la mia identità risulterà comunque "storpia", deformata e frammentata, perché così si è sviluppata.
E' come un palazzo con le fondamenta fatte male: anche se il resto è edificato bene, resterà comunque un edificio fragile.

NB: Dico queste cose non per prendermela coi tuoi genitori (cosa che non serve a nulla), ma per rimarcare l'origine dei tuoi problemi.
Non è colpa tua; è colpa loro (anche se non l'hanno fatto apposta, era comunque una loro responsabilità). Adesso però sei adulta e sta a te "riparare" i danni fatti, per quanto possibile. :mmm2:

Da quel che dici desumo che tu soffra di forte depressione, profondo disvalore e convinzione di non meritare amore (infatti stai in quel tipo di relazione).
L'origine di tutte le tue difficoltà è chiaramente individuabile nelle tue esperienze familiari. E purtroppo il passato non si puà cambiare.

La "buona notizia" è che è possibile, almeno in parte, riparare i danni subiti, attraverso un percorso di crescita personale. :)
Lo dico non solo perché l'ho fatto io stesso (che avevo certi problemi simili ai tuoi), ma perché l'ho visto (e letto) fare da tante altre persone. Quindi so per certo che è possibile.
Poi sta a te scegliere se farlo o meno. :dunno:

Quello che vorrei trasmetterti è un messaggio di speranza. :)
Per ogni aspetto della tua vita che ti tormenta, sappi che è possibile trasformarlo: forse risolverlo, o quantomeno attenuarlo.
Il bello della mente è che è "elastica": si modifica in continuazione, quindi è anche possibile cambiare pensieri e convinzioni negativi in altri più sani, costruttivi e che ci aiutano a stare bene. E' come un computer che si può riprogrammare. :coolok:

Ti segnalo alcuni articoli che ho scritto, che potrebbero darti spunti utili e/o aiutarti a vedere più chiaramente la tua situazione:
- Le conseguenze di ferite emotive e traumi infantili.
- Se ci credi, diventerà vero (per te) (p.es. se nel profondo sei convinta di non meritare amore, non lo troverai).
- L'importanza di accettare e amare se stessi.
- 10 modi per facilitare crescita, evoluzione e terapia.

Infine, consiglio un libro che spiega chiaramente come certi atteggiamenti genitoriali segnino profondamente quello che siamo: "Running on Empty" di Jonice Webb.

Qui su MyHelp riceverai parole di comprensione, conforto e affetto, come hai già visto. :)
Anche solo vedere che tanti altri hanno problemi e sofferenze simili ai tuoi, può essere incoraggiante (non sei da sola, altri ci sono passati prima di te).
Ti auguro che l'arrivo in questo forum coincida con una nuova fase della tua vita, in cui ti prendi cura di te ed inizi a guarire le tue ferite.
Un grande e caloroso abbraccio :hug:


Sono perfettamente d'accordo con te Valter
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Messaggioda oltrepo » 05/11/2024, 18:27



ciao io ho 50 anni w nwlla vita mi sento un fallito
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Messaggioda Royalsapphire » 05/11/2024, 20:42



oltrepo ha scritto:ciao io ho 50 anni w nella vita mi sento un fallito

Non pensare questo Oltrepo! Non sei un fallito!
Hai solo bisogno di imparare a cercare meglio la felicità!
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Messaggioda Heyjude » 14/11/2024, 12:01



Salve ragazzi, rispondo dopo un po' di giorni. Grazie a tutti per avermi risposto.
Ho scritto che non possono essere solo i miei genitori ad avermi causato queste "difficoltà" a relazionarmi con la vita perché, anche se sono consapevole che mi hanno causato un bel po' di traumi, non ho avuto una vita così terribile... Non sono mai stata abusata, bullizzata ecc... c'è chi ha avuto una vita nettamente peggiore della mia e questa cosa la sento come un ulteriore fallimento per me, nel senso che mi sentoè come se mi sentissi in colpa ad essere così nonostante io non abbia avuto una vita così terribile, non riesco a spiegare esattamente questo mio sentimento.
Non odio i miei genitori, soprattutto mia madre... Lei ha avuto una vita difficile, ne ha passate tante dall'infanzia ad oggi, sua madre le diceva sempre che "avrebbe preferito partorire una trave di fuoco piuttosto che lei", suo padre, l'unico che l'amava veramente, è morto quando aveva 13 anni, dopo la sua morte è stato un crescendo di sofferenze per lei. Per cui non la odio, capisco e accetto i suoi comportamenti nei nostri confronti.
Mio padre invece non è mai stato violento fisicamente nè con noi nè con lei, ma terribilmente violento psicologicamente. Adesso che noi siamo adulte e in grado di reagire purtroppo riversa tutta la sua cattiveria su mia madre, ma anche con lui mi rendo conto che il suo essere così è in parte dovuto alla sua ignoranza e alla sua poca intelligenza, nè è consapevole e colpevole solo in parte.
@cordis mi hai scritto di stare vicino a mia sorella... Lei purtroppo è come me, se non messa peggio... Le sto vicino si, cerco di aiutarla più che posso, anche se a volte mi rendo conto che forse ha ereditato quel lato leggermente cattivo da mio padre e dalla sua famiglia. Lei non ha un'auto e non ha un lavoro, non ha mai lavorato nella sua vita ed ha una figlia, è separata dal padre, e nei confronti di questa bambina ha un atteggiamento tossico peggiore di quello che ha avuto nostra madre con noi. Pretende di essere aiutata da me, economicamente e accompagnando lei e sua figlia ovunque e in ogni orario, senza minimamente pensare, o semplicemente fregandosene, del fatto che anche chi le sta intorno può avere dei disagi e aver bisogno non dico di aiuto, ma almeno di comprensione. Da quando è nata mia nipote il suo atteggiamento é peggiorato e riversa la sua rabbia sulla bambina, su mia madre e anche su di me. La mia vita ruota praticamente intorno a lei, alla bambina, io la amo infinitamente come se fosse figlia mia, la tratto come se fosse figlia mia, voglio che lei sappia che nella sua vita ha qualcuno che la ama e su cui può contare e su cui potrà contare per sempre. Lei dice che io sono la sua seconda mamma e io voglio che resti così per sempre, voglio attenuare almeno un po' il senso di inadeguatezza che lei prova (a 9 anni sta già mostrando segni di grave disagio) per colpa dei 2 genitori completamente inadeguati che si ritrova.
Ma questo amore per lei mi tiene anche bloccata in un limbo da cui non riesco ad uscire, mi sento in colpa perché non riesco a farle vivere la vita che ogni bambina di 9 anni dovrebbe vivere perché non riesco a far capire a mia sorella che il suo atteggiamento è completamente sbagliato, non riesco economicamente a darle tutto quello di cui ha bisogno e a cui i suoi genitori non badano, vive con mia sorella a casa dei miei e non riesco a darle una casa dove poter invitare i suoi amichetti, non riesco a farle avere la vita serena che merita e questo mi distrugge la mente. Passo le mie giornate a cercare di trovare una soluzione, a pensare a cosa potrei fare per aiutare lei, mia sorella e mia madre ma nonostante ci abbia provato in tutti questi anni non sono riuscita a trovare una stabilità economica tale da riuscire a salvare tutti.

In questi giorni ho avuto altri e bassi, giorni in cui mi sentivo meglio e giorni peggio. Oggi è decisamente un giorno no. Forse perchè, dopo l'ennesimo litigio con il mio compagno avvenuto ieri e proprio avanti a mia nipote, mi sono resa conto che il momento di chiudere è arrivato. È che non riesco a non pensare che dal momento in cui ci lasceremo la mia vita non diventerà ancora peggiore di quello che è ora, sono troppo vecchia ormai per trovare qualcun altro che mi ami e con cui avere una famiglia, il mio orologio biologico sta scadendo. E per come sono non credo proprio ci sia qualcuno che possa innamorarsi di me. Sarò sola per sempre, senza un posto dove andare... Non posso tornare a casa dei miei, è un ambiente troppo tossico. Non posso restare dove sono. Non posso acquistare o affittare una casa perché non posso permettermelo e anche se riprendessi a lavorare, con il mio solo diploma non avrei mai uno stipendio tale da potermi permettere una casa. Non posso trasferirmi al nord, dove quasi sicuramente avrei un lavoro, perché significherebbe abbandonare mia nipote e lasciarla da sola nelle mani della sua aguzzina.
Ho pensato qualche volta di chiedere un supporto psicologico ma, a parte il non potermelo permettere economicamente, penso che fondamentalmente cosa potrebbe darmi? Non potrebbe farmi tornare indietro nel tempo per permettermi di fare scelte diverse quando era il momento e ormai è tardi per me per stravolgere la mia vita in meglio.
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