L'Odio Esposto

Ci rivolgiamo a tutti coloro che sono arrabbiati e vogliono sfogare la propria rabbia per eliminarla in modo innocuo, grazie allo sfogo scritto.
Questo forum accoglie anche le vittime di bullismo e cyberbullismo e spera che chiunque venga carico di odio possa con lo sfogo allontanare da sé questo sentimento.

L'Odio Esposto

Messaggioda Avarice » 21/06/2016, 23:43



Sto scrivendo tramite l'uso della tecnologia internet (dai, sono veramente intelligente!). Potrebbe sembrare banale, ma non sono certo che sia così. Vorrei sapere la vostra opinione riguardo internet e l'odio.

Ve l'ho fatta semplice, stavolta. Quindi di seguito un papiro prolisso per chiunque non si accontenti di esprimere l'opinione.

Sempre più persone si rivolgono ad organismi quali la Polizia Postale per denunciare abusi e forme di odio ed incitamento alla violenza. Questo potrebbe dipendere anche dal fatto che molte persone iniziano ad usare internet in maniera intensiva proprio adesso.
È tuttavia questa tecnologia neutra? Internet fomenta una forma di intolleranza o è solamente un canale passivo nel quale si riversano persone che tendono a discriminare?

Prendo un attimo ad esempio il nostro regolamento:
Iscrivendosi al forum, l'utente concorda di non inviare - né in pubblico, né in privato - messaggi o qualunque altro materiale che possa violare la legge vigente applicabile. Sono inoltre vietati messaggi e materiali:
- abusivi;
- osceni e di contenuto palesemente perverso o sessualmente distorto;
- volgari;
- diffamatori e calunnianti;
- minatori;
- con bestemmie;
- di istigazione alla prostituzione;
- di odio e di istigazione all’odio;
- razzisti e di istigazione al razzismo;
- misogini e di istigazione alla misoginia;
- di odio sessuale;
- intolleranti verso gli altri e verso modi di pensiero diversi dal proprio;
- di odio verso il diverso e verso modi di agire/pensare diversi dal proprio.


Da un certo punto di vista è ben chiaro a chi si sforza di comprendere ed essere linearmente tollerante, tuttavia anche queste regole peccano di una delimitazione precisa di quale sia l'espressione e quale la censura (vogliate passarmi il termine). Se tuttavia i concetti di odio, violenza e discriminazione fossero espressi in maniera troppo esplicita, si avrebbe una casistica che potrebbe non venire compresa, e quindi non punibile.
Pregherei di notare che non sto polemizzando sul nostro regolamento, è solo per fare un discorso. Per esempio, una definizione di "discriminazione razziale" la si trova nell'articolo 1 della Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione raziale (1965).
I poveri mortali che si sono fermati alla prima parte [muahahahahahah] considereranno solamente internet, ma c'è altro, ovvero la legge. Fino a che punto dovrebbe esserci libertà di espressione? Di intolleranza ne mastichiamo tutti i giorni, discriminazioni sessuali, religiose, sul cibo e compagnia bella. Eppure, abbiamo il diritto di "esporre l'odio" o esso dovrebbe essere in una qualche misura regolato?
In stati Europei la satira è l'unico modo per esprimere opinioni che altrimenti sarebbero "censurate", in quanto istigatrici all'odio nazionalistico, alla discriminazione, all'odio o alla violenza. Tuttavia alcuni giuristi teorici ritengono che il controllo della libertà di espressione, inteso come il diritto di vivere privi dalle paure, potrebbe tradursi in una successiva mancanza di diritti. Prima di tutto ci dovrebbero essere persone in grado di giudicare la maggioranza di questi eventi, essi spazierebbero dall'incitamento raziale fino alla propaganda terroristica, passando anche per forme di odio lievi, diffamazione e vendette personali. Si avrebbe dunque un organismo di valutazione antiterroristica che potrebbe in una qualche maniera essere costretta a valutare, con la stessa impostazione, casi molto differenti e spesso processi all'intenzione.
Come secondo punto, vi è il fatto che queste leggi di tutela sono state promosse da stati totalitaristi, dopo la Seconda Guerra, per sradicare atti e critiche contro i regimi, facendoli passare per odio nazionalistico o invito alla violenza.
Si possono stabilire dei limiti (considerando i diritti fondamentali) tutelando anche espressioni disturbanti (principio base del pluralismo delle voci, della tolleranza e di una società democratica), ma penalizzando quelle forme che veicolano odio e intolleranza?
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Messaggioda La Musica del Vento » 22/06/2016, 13:27



<< Si possono stabilire dei limiti (considerando i diritti fondamentali) tutelando anche espressioni disturbanti (principio base del pluralismo delle voci, della tolleranza e di una società democratica), ma penalizzando quelle forme che veicolano odio e intolleranza? >>
La tua domanda ha una risposta che servirebbe un papiro per esporla in ogni suo punto e virgola. Si può rispondere con tutto e niente. Le leggi o i limiti da stabilire possono anche essere universali, tollerati e in ampia misura adottati dalla maggioranza delle persone. Ma ci sarà sempre qualcuno che devia da questo percorso, che se ne infischia del "buon costume", che non da peso al fatto che la sua libertà espressiva assoluta o la sua non curanza possano andare a toccare tasti delicati dell'altrui essere.

Certamente le leggi contro il razzismo introdotte relativamente tardi in Italia (si veda la Legge Mancino, 1993 contro le discriminazioni d'odio razziali) hanno contribuito se non altro a ritenere incriminante un atto di crudeltà verso un altro umano di qualunque nazionalità. Tuttavia, nonostante siano state introdotte delle riforme a tutela di questo, nella maggior parte dei paesi (inclusa l'Italia naturalmente) il razzismo è ancora ampliamente diffuso.

<< Fino a che punto dovrebbe esserci libertà di espressione? >>, tu chiedi. La libertà intesa come libero arbitrio dev'essere limitata, quanto basta per non essere dannosa all'altrui persona.
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Messaggioda Avarice » 22/06/2016, 15:14



Grazie per avermi offerto parte della tua risposta e del tuo pensiero =)
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Messaggioda tom 2.0 » 22/06/2016, 16:07



Se vuoi ti espongo il mio odio nei tuoi confronti per:
aver scritto un papiro;
aver scritto un papiro che mi ha impicciato il cervello già al momento impicciato di suo per altri motivi;
varie ed eventuali.
Da ora in poi userò forme di odio ed incitamento alla violenza verso la tua persona XD
Seriamente (non che fino ad ora non lo sia stato XD ) servirebbe tanta ma tanta automoderazione, ma sia da una parte che dall'altra.
Nel senso, io personalmente sono contro le discriminazioni per razza, colore, religione e tutto il resto (si vabè, ad eccezione di una unica etnia, lo confesso) e non concepisco il fatto che si discrimini una persona in base a determinati elementi fisici-ideologici (escludendo appunto quanto precedentemente detto).
Allo stesso tempo non bisogna e non si può dare lo stesso peso ad ogni tipo di esternazione discriminante. Nel senso, nell'allegro traffico cittadino romano in cui mi addentro ogni santo giorno, mi capita di vederne e subirne di tutti i colori e li si che mi parte l'esternazione anche discriminante, che sia nero, egiziano, cinese, tipo "sto ne*ro del bip", "sto cinese del bip", "st'egiziano del bip", insomma tutti del bip, ma la stessa cosa anche con gli italiani eh.
Spesso capita di avere questi raptus e dire cose all'apparenza discriminanti ma che in realtà sono offensive generiche, ed il "ne*ro, cinese, egiziano, quello che è" viene messo perchè quella persona lo è, ma non per discriminarlo per quello che è (poi si può discutere sul "ne*ro" o nero" ma altro discorso al momento), e queste offese vengono, da alcuni, immediatamente presi come insulti razziali quando sono semplicemente insulti.
Forse sono andato fuori domanda, ma sono al momento fuso XD

P.S. ava rischi grosso XD
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Messaggioda La Musica del Vento » 22/06/2016, 16:28



Ti posso garantire che almeno il 70% degli italiani è razzista.
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Messaggioda Avarice » 22/06/2016, 16:47



Mi piace vivere pericolosamente Tom, come quando mi percuotevi con la stampella u________u In realtà penso tu abbia sottolineato una parte interessante. Possiamo considerare un caso eclatante e molto controverso, ma cosa succede nel comune quotidiano? Il singolo individuo che esternizza una certa discriminazione o odio (vago in questo caso), dovrebbe essere soggetto alla stessa valutazione? Come questa dovrebbe essere risolta? Da chi?

La Musica del Vento, mi hai offerto una percentuale piuttosto precisa. Sarebbe possibile quindi creare una "scala dei gradi delle discriminazioni" (coem per i terremoti) per valutare l'intolleranza?

Apprezzo molto il vostro apporto, quindi vorrei esprimere un dubbio. Presumendo che una persona a ciascuno stia sugli zibidei, è possibile slegare questo individuo dalla moltitudine di coloro che hanno una caratteristica a lui in comune tramite qualche processo sociale?
Consideriamo società anche la nostra stessa inclusione. Del tipo: Tizio X mi ha fatto un grande torto e/o dolore, ha una particolarità (etnia, gruppo sociale, idea politica, religione, sesso, altro) che posso facilmente ritrovare in altri individui. È possibile "slegare" quel ricordo da una particolarità della persona per non avere un pregiudizio posteriore? Cosa servirebbe per ottenere questo risultato?
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Messaggioda La Musica del Vento » 22/06/2016, 20:35



<< Consideriamo società anche la nostra stessa inclusione. Del tipo: Tizio X mi ha fatto un grande torto e/o dolore, ha una particolarità (etnia, gruppo sociale, idea politica, religione, sesso, altro) che posso facilmente ritrovare in altri individui. È possibile "slegare" quel ricordo da una particolarità della persona per non avere un pregiudizio posteriore? Cosa servirebbe per ottenere questo risultato? >>
Credo sia possibile, ma è soltanto per volontà della persona che si possono scindere i suoi pregiudizi.
Tizio X magari è algerino e mi ha fatto un torto, la vittima Y si sentirà offesa e se è cresciuta in un ambiente intriso di pregiudizi razziali, allora sarà portato a pensare che se Tizio X mi ha fatto un torto allora tutti gli algerini sono così.

Generalizzare non è mai una gran cosa.
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Messaggioda Avarice » 22/06/2016, 22:36



[...]se è cresciuta in un ambiente intriso di pregiudizi razziali[...]

Quindi solo qualora avesse ricevuto una informazione iniziale, anche travisata? Mi piacerebbe tentare di comprendere questo. Facciamo un esempio concreto: I.X è algerino e mi ha percosso.
Opzione 1: Sono nato in ambiente con pregiudizi lievi, magari mascherati, ma comunque sedimentati nel mio pensiero a livello inconscio.
Oppure.
Opzione 2: Dentro di me si crea un meccanismo inconscio difensivo per cui associo una caratteristica ben particolare all'umiliazione, il dolore e quanto.

Nel primo caso si potrebbe quindi agire sistematicamente sulla cultura e lo sviluppo sociale, generalmente inteso? Nella seconda possibilità dovremo lavorare sulle difficoltà e la protezione dei singoli individui, a livello psicologico dalle trappole che potrebbero tendersi involontariamente?

Generalizzare non è mai una gran cosa.

Hai ragione, tutte le generalizzazioni sono pericolose, anche questa. Volevo solo chiedere qualche opinione, ma vado sempre O.T. =/
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Messaggioda tom 2.0 » 22/06/2016, 22:49



Non è una singola mela marcia che rovina tutto il raccolto.
Voglio dire, se un brasiliano (basta con algerini, egiziano e cinesi XD) mi picchia, penso "sto brasiliano sbronzo", ma mi riferisco a lui, non a tutti i brasiliani. Se capita una seconda volta, e vabbè gli sbronzi capitano tutti a me, se di auesti casi se ne iniziano a veroficare a centinaia, vabè 100 su milioni sono una parte infinitesimale, peró a questo punto inizio a farmi un paio di domande e si (non siamo bigotti) inizio a tenerli sott'occhio ed essere, seppur minimamente, prevenuto nei loro confronti.
Poi ci possono essere pregiudizi nei quali si vive fin da bambini e per carità, essendo l'ambiente in cui si cresce logocamente ci "instrada" in un certo modo, ma poi sta al singolo individuo realizzare che tipo di persona è quella che si ha davanti, indipendentemente dai pregiudizi che si hanno e dalle caratteristiche razziali-religiose-tecnico-tattiche che questa ha.
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Messaggioda Avarice » 22/06/2016, 23:04



Tom uguale Benetton xD Pensavo fossi a ninna =/

Quindi un singolo individuo non fa differenza. Ora, se tu venissi rudemente divelto dal tuo gentile stato, e ne facessi una questione ampia, questo farebbe differenza? Tipo, mettiamo che qualcuno spingesse all'odio diffamando, inventando storie false o postando attacchi personali: è plausibile che qualcuno difenda la vittima come anche invece che infierisca senza che venga quindi tutelata la "dignità" della persona?
Intendo discriminazione non solo come atto di prendere di mira un soggetto per offenderlo, ma anche per condizionare e colpire la sua vita quotidiana ed il suo benessere psichico e fisico (cyberbullismo, cyberstalking, grooming online, estorsione su base sessuale, istigazione al suicidio, altro) tramite l'esposizione volontaria dei tratti della personalità più sensibili ed intimi.
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