Ve l'ho fatta semplice, stavolta. Quindi di seguito un papiro prolisso per chiunque non si accontenti di esprimere l'opinione.
Sempre più persone si rivolgono ad organismi quali la Polizia Postale per denunciare abusi e forme di odio ed incitamento alla violenza. Questo potrebbe dipendere anche dal fatto che molte persone iniziano ad usare internet in maniera intensiva proprio adesso.
È tuttavia questa tecnologia neutra? Internet fomenta una forma di intolleranza o è solamente un canale passivo nel quale si riversano persone che tendono a discriminare?
Prendo un attimo ad esempio il nostro regolamento:
Iscrivendosi al forum, l'utente concorda di non inviare - né in pubblico, né in privato - messaggi o qualunque altro materiale che possa violare la legge vigente applicabile. Sono inoltre vietati messaggi e materiali:
- abusivi;
- osceni e di contenuto palesemente perverso o sessualmente distorto;
- volgari;
- diffamatori e calunnianti;
- minatori;
- con bestemmie;
- di istigazione alla prostituzione;
- di odio e di istigazione all’odio;
- razzisti e di istigazione al razzismo;
- misogini e di istigazione alla misoginia;
- di odio sessuale;
- intolleranti verso gli altri e verso modi di pensiero diversi dal proprio;
- di odio verso il diverso e verso modi di agire/pensare diversi dal proprio.
Da un certo punto di vista è ben chiaro a chi si sforza di comprendere ed essere linearmente tollerante, tuttavia anche queste regole peccano di una delimitazione precisa di quale sia l'espressione e quale la censura (vogliate passarmi il termine). Se tuttavia i concetti di odio, violenza e discriminazione fossero espressi in maniera troppo esplicita, si avrebbe una casistica che potrebbe non venire compresa, e quindi non punibile.
Pregherei di notare che non sto polemizzando sul nostro regolamento, è solo per fare un discorso. Per esempio, una definizione di "discriminazione razziale" la si trova nell'articolo 1 della Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione raziale (1965).
I poveri mortali che si sono fermati alla prima parte [muahahahahahah] considereranno solamente internet, ma c'è altro, ovvero la legge. Fino a che punto dovrebbe esserci libertà di espressione? Di intolleranza ne mastichiamo tutti i giorni, discriminazioni sessuali, religiose, sul cibo e compagnia bella. Eppure, abbiamo il diritto di "esporre l'odio" o esso dovrebbe essere in una qualche misura regolato?
In stati Europei la satira è l'unico modo per esprimere opinioni che altrimenti sarebbero "censurate", in quanto istigatrici all'odio nazionalistico, alla discriminazione, all'odio o alla violenza. Tuttavia alcuni giuristi teorici ritengono che il controllo della libertà di espressione, inteso come il diritto di vivere privi dalle paure, potrebbe tradursi in una successiva mancanza di diritti. Prima di tutto ci dovrebbero essere persone in grado di giudicare la maggioranza di questi eventi, essi spazierebbero dall'incitamento raziale fino alla propaganda terroristica, passando anche per forme di odio lievi, diffamazione e vendette personali. Si avrebbe dunque un organismo di valutazione antiterroristica che potrebbe in una qualche maniera essere costretta a valutare, con la stessa impostazione, casi molto differenti e spesso processi all'intenzione.
Come secondo punto, vi è il fatto che queste leggi di tutela sono state promosse da stati totalitaristi, dopo la Seconda Guerra, per sradicare atti e critiche contro i regimi, facendoli passare per odio nazionalistico o invito alla violenza.
Si possono stabilire dei limiti (considerando i diritti fondamentali) tutelando anche espressioni disturbanti (principio base del pluralismo delle voci, della tolleranza e di una società democratica), ma penalizzando quelle forme che veicolano odio e intolleranza?