Sono l'unico a non aver voglia di lavorare

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Sono l'unico a non aver voglia di lavorare

Messaggioda miranda1994 » 25/02/2016, 12:23



Forse dici che preferiresti dormire in mezzo alla strada piuttosto che andare a lavorare perché non sai cosa vuol dire dormire su una panchina. Io credo che non vuoi andare a lavorare perché hai cibo, casa e vestiti. Se queste cose ti mancassero, allora andresti a lavorare di corsa e saresti pure felice! Io sono cresciuta in una famiglia in cui chi non lavorava non mangiava e per questo sono una grande lavoratrice. Spero che anche tu imparerei qualcosa da quello che ti ho scritto.
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Messaggioda Premio Nobel » 26/02/2016, 22:28



Stasera sono a casa da solo, e quindi per passare il tempo farò un po' un odiabile secchione sfigato ... Essendo che studio economia, ho fatto qualche esame su questi argomenti e ci sono alcune cose che avevo studiato a tal proposito

Le cose che hanno detto "Biscotto" e "DxShine", mi ricordano un po' quelle teorie economiche di Marx ( che di solito si studiano al liceo... sull'alienazione del Valore Lavoro: il lavoro è schiavitù perchè viene sempre ad alienarsi una parte di salario per mantenere in funzione l'impresa che da il lavoro stesso) --- tenuto conto che in realtà anche altri autori sapevo che fanno riferimento ad una teoria simile ( lo stesso Adam Smith aveva una visione con certe affinità) ... Oggi dire: Lavoro=Schiavitù è secondo me sbagliato

Non tanto perchè uno non possa andare a lavorare ad esempio per 1€ all'ora senza protezioni a costruire il ponte sullo stretto di Messina... ma perchè in ultima istanza il lavoro è volontario, e non costretto da nessuno --- certo, uno che sta morendo di fame probabilmente accetterebbe qualunque lavoro, e non ha molte altre alternative ... ma non è proprio la stessa cosa di dire: io ti punto una pistola alla tempia, e se non fai come ti dico io muori ( io l'alternativa ce l'avrei, solo che uno me la leva)... del resto, se pensiamo a la maggior parte del mondo ( Asia e Africa--- che in realtà sono un po' di più della metà della popolazione mondiale ... Noi , Usa, Canada ed Oceania arriveremo si e no ad 1 miliardo di persone), in realtà, lavorare per 1€ all'ora senza protezioni è molto più accettato [ poichè comunque da un vantaggio, se pur misero, rispetto alla povertà totale] --- Questo perchè secondo le teorie economiche usate oggi, c'è una diversa visione del Lavoro: "l'equilibrio del mercato del lavoro si ha quando il costo marginale dello stesso eguale il prodotto marginale"... cioè, volgarmente, quando io, in base alle mie condizioni, ritengo che posso impiegare il mio tempo a lavorare più utilmente che invece a fare altro a casa ( ad esempio: Bill Gates, probabilmente non accetterebbe mai un lavoro da muratore, anche se lo pagano, poichè gli conviene restare a casa piuttosto che spaccarsi la schiena e prendere il salario ... per quanto riguarda me, io non sarei così "choosy", anche se probabilmente non accetterei così di punto in bianco... altri ancora prenderebbero questa occasione al volo)... Nessuno mi sta costringendo a fare nulla, ma io scelgo un lavoro, anche schifoso, solo perchè mi migliora, o credo che migliori, la mia condizione ---
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Messaggioda DxShine » 27/02/2016, 1:36



Diciamo che la schiavitù del lavoro è dovuta al fatto che ci è imposto, è praticamente quasi obbligatorio lavorare se si vuole guadagnare e di conseguenza nutrirsi e sopravvivere, altrimenti si può solo crepare! La forma più correttamente interpretabile di lavoro=schiavitù è che appunto il lavoro è una forma di schiavitù mascherata! Io e Biscotto non ci riferivamo alle teorie marxiste, sebbene sicuramente qualcuno abbia già esposto i nostri concetti... La verità è che ci fanno credere di essere liberi di lavorare e di scegliere che lavoro fare, ma in realtà non è affatto vero, considerando quanto anzidetto e che spesso non si trova mai esattamente il lavoro dei propri sogni... di solito trovi quel che c'é e ti adatti, magari anche molto vicino a ciò che hai studiato e sognato di fare, ma troverai sempre delle regole e delle condizioni a cui sottostare... e questa quindi la chiameresti libertà?! Non è mai una tua vera scelta di lavorare esattamente come vorresti, a meno che sei totalmente autonomo e privato! Perché sono loro che ti dicono come e devi lavorare!!! Ed anche quanto e fino a quando!!! La chiameresti libertà??? Questa è davvero vita?!
Ecco dov'é la vera schiavitù... farsi rubare preziosa vita che non tornerà mai più per del lavoro che non sarà mai veramente tuo, per dei soldi che svaniranno in un batter d'occhio, per delle cose che si consumeranno anch'esse nel tempo lasciandoti un giorno senza veramente niente di tuo!

In natura la vita vera è ben altra, le tribù primitive sanno ben sopravvivere anche lavorando poco e solo lo stretto necessario... Ma noi per cosa stiamo lavorando??? Per dei fottuti soldi??? Per delle cose che spesso e volentieri sono un di più rispetto alle ns reali necessità??? Siamo vittime di un circuito che ci rende schiavi, fin dall'inizio! E nessuno se ne rende conto! Ed ovviamente i piani alti se la godono allegramente in tutto ciò, perché appunto sanno la verità e ci spremono più che possono!

Chiedetevi piuttosto per cosa state veramente vivendo, ed avrete la risposta!
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Messaggioda Premio Nobel » 27/02/2016, 2:29



"La Libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero" questa frase non la dissi io, la disse Sandro Pertini ( VII presidente della Repubblica)... è molto famosa come citazione, ed è anche molto noto lui come personalità politica... In parte riassume quello che esponi tu

In realtà ci sono anche modi per lavorare non sottostando sotto nessuno ( tipo il lavoratore autonomo: se io aprissi una panetteria, sarei un lavoratore autonomo... bisogna dire che il nostro ordinamento non tutela molto il lavoro autonomo per altro... quindi l'alternativa in parte ci sarebbe)
DxShine ha scritto:Non è mai una tua vera scelta di lavorare esattamente come vorresti, a meno che sei totalmente autonomo e privato! Perché sono loro che ti dicono come e devi lavorare!!! Ed anche quanto e fino a quando!!! La chiameresti libertà??? Questa è davvero vita?!
Ecco dov'é la vera schiavitù... farsi rubare preziosa vita che non tornerà mai più per del lavoro che non sarà mai veramente tuo, per dei soldi che svaniranno in un batter d'occhio, per delle cose che si consumeranno anch'esse nel tempo lasciandoti un giorno senza veramente niente di tuo


In parte è vero quello che dici tu... ma in realtà, anche se fossi un calciatore famoso, io se voglio lavorare, e quindi scambiare volontariamente il mio tempo per denaro, dovrei scendere a compromessi [ sicuramente meno pesanti di una persona qualunque... ma in realtà sempre si scende a compromessi, anche solo per il fatto che il lavoro è sempre e comunque un qualcosa che viene fatta da un altro per me... e quindi sempre in due]

Generalmente, bisogna poi dirlo, si lavora per soldi, e non per altro... Inoltre, non è proprio vero che sono sempre "loro che ti dicono come devi lavorare".... Ad esempio: se io chiamassi un idraulico per farmi aggiustare il mio lavandino, io sarei in questo momento dalla parte di colui che ti paga... Non sempre riuscirei ad impormi ed anche ad ottenere un buon lavoro da parte dell'idraulico stesso, eppure formalmente io sarei dalla parte di chi sta concedendo il lavoro, e non il lavoratore stesso

Chi possiede poi il lavoro? Provo a fare un po' il pignolo...
Formalmente nessuno poichè è un'azione, e non un oggetto ... L'occupazione è un'oggetto ( che viene dato dal datore di lavoro al lavoratore), il tempo di lavoro è un oggetto ( che viene dato dal lavoratore al datore di lavoro --- per essere spaccamaroni: Nella teoria economica, si usa fare riferimento al "Tempo di lavoro" come oggetto di scambio)
La colpa poi che io sperperi il mio denaro non è del lavoro, ma al più della mia stupidità a non usarlo più accortamente...
In realtà, inoltre, da quanto ne so io, in Italia proprio non è esattamente corretto dire che viene sperperato il denaro ( siamo se non sbaglio la seconda nazione al mondo che risparmia di più dopo il Giappone)

DxShine ha scritto:Diciamo che la schiavitù del lavoro è dovuta al fatto che ci è imposto, è praticamente quasi obbligatorio lavorare se si vuole guadagnare e di conseguenza nutrirsi e sopravvivere, altrimenti si può solo crepare! La forma più correttamente interpretabile di lavoro=schiavitù è che appunto il lavoro è una forma di schiavitù mascherata! Io e Biscotto non ci riferivamo alle teorie marxiste, sebbene sicuramente qualcuno abbia già esposto i nostri concetti... La verità è che ci fanno credere di essere liberi di lavorare e di scegliere che lavoro fare, ma in realtà non è affatto vero, considerando quanto anzidetto e che spesso non si trova mai esattamente il lavoro dei propri sogni... di solito trovi quel che c'é e ti adatti, magari anche molto vicino a ciò che hai studiato e sognato di fare, ma troverai sempre delle regole e delle condizioni a cui sottostare... e questa quindi la chiameresti libertà?! Non è mai una tua vera scelta di lavorare esattamente come vorresti, a meno che sei totalmente autonomo e privato! Perché sono loro che ti dicono come e devi lavorare!!! Ed anche quanto e fino a quando!!! La chiameresti libertà??? Questa è davvero vita?!
Ecco dov'é la vera schiavitù... farsi rubare preziosa vita che non tornerà mai più per del lavoro che non sarà mai veramente tuo, per dei soldi che svaniranno in un batter d'occhio, per delle cose che si consumeranno anch'esse nel tempo lasciandoti un giorno senza veramente niente di tuo!

In natura la vita vera è ben altra, le tribù primitive sanno ben sopravvivere anche lavorando poco e solo lo stretto necessario... Ma noi per cosa stiamo lavorando??? Per dei fottuti soldi??? Per delle cose che spesso e volentieri sono un di più rispetto alle ns reali necessità??? Siamo vittime di un circuito che ci rende schiavi, fin dall'inizio! E nessuno se ne rende conto! Ed ovviamente i piani alti se la godono allegramente in tutto ciò, perché appunto sanno la verità e ci spremono più che possono!

Chiedetevi piuttosto per cosa state veramente vivendo, ed avrete la risposta!


Non credo che tuttavia chiedersi veramente il proprio senso della vita possa aiutarci seriamente... Non tanto perchè non si possa fare, ma piuttosto perchè non è vero che le persone non si pongono queste problematiche, sul senso dell'esistenza, sull'escatologia ...
Però, obiettivamente, non si può pensare di vivere ogni giorno pensando a questi problemi, soprattutto se, nella maggior parte dei casi, non viene trovata una risposta definitiva e sicuramente non in maniera rapida ed indolore ... Cosa fare ad esempio se mi pongo questa domanda "qual'è la felicità?" o "Qual'è il senso della vita?" ma non trovo una risposta esaustiva? O continuare con la ricerca, o interromperla... Solo che se io cerco, non faccio altro, e quindi potrei fare anche altre cose se ad un certo punto non trovo una risposta, e magari riprendere in un secondo momento la ricerca stessa [ ad esempio: quando ti capita un evento luttuoso, o un grave male]

Infine:
E' vero che anche le tribù primitive vivevano e da loro noi siamo derivati... Però, è anche vero che la vita nella preistoria era molto dura ( al massimo si viveva ai 30 anni... Non c'erano medicine alcune... si viveva in mezzo anche alle intemperie... e ci si doveva procacciare il cibo da se, o al più coltivare, sempre che però una carestia non sopprimesse tutti i raccolti... non c'erano trasporti ne strade ne macchine, e quindi tutti i lavori dovevano essere manuali, ad esempio: costruirmi un arco) --- ad esempio: servirsi dei servizi igienici in casa, oppure avere il riscaldamento domestico ( cose che sono arrivate verso il XIX secolo) sono generalmente considerati come delle comodità, anche se non essenziali ( io potrei sopravvivere benissimo facendo i miei bisogni in mezzo ad un campo, oppure stare ricoperto di vestiti in una casa gelida)... che grazie alla civiltà ci sono stati forniti --- allo stesso tempo, io credo che i soldi facciano la felicità: posso permettermi un numero maggiore di cose, e quindi potenzialmente stare bene ( anche se allo stesso tempo potrei spendere tutto il mio patrimonio in caramelle e quindi sperperarlo)... Magari non ci sono solo i soldi, però sono indubbiamente utili [ ad esempio: sapevo che Angus Deaton, il vincitore del Premio Nobel per l'economia nel 2015 pubblicò uno studio che analizzava proprio questo problema... arrivando addirittura a teorizzare la soglia di 75000$ all'anno come soglia di felicità... ( anche se però leggevo è molto complesso ed non è proprio corretto riassumerlo in questo modo )]
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Messaggioda DxShine » 27/02/2016, 23:26



NobelPrize1992 ha scritto:Non credo che tuttavia chiedersi veramente il proprio senso della vita possa aiutarci seriamente... Non tanto perché non si possa fare, ma piuttosto perché non è vero che le persone non si pongono queste problematiche, sul senso dell'esistenza, sull'escatologia...
Però, obiettivamente, non si può pensare di vivere ogni giorno pensando a questi problemi, soprattutto se, nella maggior parte dei casi, non viene trovata una risposta definitiva e sicuramente non in maniera rapida ed indolore ... Cosa fare ad esempio se mi pongo questa domanda "qual'è la felicità?" o "Qual'è il senso della vita?" ma non trovo una risposta esaustiva? O continuare con la ricerca, o interromperla... Solo che se io cerco, non faccio altro, e quindi potrei fare anche altre cose se ad un certo punto non trovo una risposta, e magari riprendere in un secondo momento la ricerca stessa [ad esempio: quando ti capita un evento luttuoso, o un grave male.]

Guarda che si può fare e vivere benissimo facendo questa ricerca contemporaneamente... In realtà lo dico perché troppa gente passa la vita a lavorare come uno schiavo, un mulo o cos'altro, e si rende poi conto troppo tardi di cos'ha perso... affetti, amore, i figli che crescono, la libertà, le proprie passioni... quindi è più importante chiederselo che accettare lo status quo così passivamente! Diciamo che, certo, anche il lavoro può contribuire al senso della vita, bisogna lavorare per vivere... ma NON vivere per lavorare, è questo l'errore commesso dalla maggior parte di noi!!! :dry:
Per il resto sono d'accordo con quanto anzidetto, nulla da obiettare in proposito... =)
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Re: Sono l'unico a non aver voglia di lavorare

Messaggioda Sebastian » 28/02/2016, 1:05



Anche io preferirei vivere da barbone, piuttosto che rimanere impantanato in un lavoro insoddisfacente.
Se ne avessi il coraggio, lo farei subito.
Penso che non avrei paura di dormire su una panca, o di restare senza cibo, perché, francamente, se morissi non mi importerebbe molto, anche perché ho come il presentimento che, in qualche modo, riuscirei comunque a salvarmi.
Sarebbe troppo facile morire prima dell'arrivo della morte naturale, di certo questo regalo non potrebbe capitare a me.

D'altro canto, può essere tranquillamente vero che io, non avendo mai sperimentato questo tipo di esperienza, stia parlando a vanvera, e che se dovessi farlo, potrei ritornare indietro con la coda fra le gambe.
Ma se dovesse succedere questo, farebbe comunque parte di quel progetto di salvezza che ho spiegato prima.
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"Per conoscere, me e le mie verità, io ho combattuto fantasmi d'angoscie con perdite d'io. Per distruggere, vecchie realtà, ho galleggiato, su mari di irrazionalità. Ho dormito, per non morire, buttando i miei miti di carta su cieli di schizofrenia." - Franco Battiato

"Dentro di me, vivono la mia identica vita, dei microorganismi che non sanno di appartenere al mio corpo. Io, a quale corpo appartengo?" - Franco Battiato

"Non hai forza per tentare di cambiare il tuo avvenire, per paura di scoprire libertà che non vuoi avere. Ti sei mai chiesto quale funzione hai?" - Franco Battiato

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Messaggioda Premio Nobel » 28/02/2016, 2:05



[quote="DxShine]
Guarda che si può fare e vivere benissimo facendo questa ricerca contemporaneamente... In realtà lo dico perché troppa gente passa la vita a lavorare come uno schiavo, un mulo o cos'altro, e si rende poi conto troppo tardi di cos'ha perso... affetti, amore, i figli che crescono, la libertà, le proprie passioni... quindi è più importante chiederselo che accettare lo status quo così passivamente! Diciamo che, certo, anche il lavoro può contribuire al senso della vita, bisogna lavorare per vivere... ma NON vivere per lavorare, è questo l'errore commesso dalla maggior parte di noi!!! :dry:
Per il resto sono d'accordo con quanto anzidetto, nulla da obiettare in proposito... =)[/quote]

Porsi domande sull'esistenza è uno sforzo molto simile a quello che uno fa quando studia.... Indubbiamente io potrei viaggiare su un treno e studiare, e quindi filosofeggiare ( un po' scomodo, però plausibile)... Od anche camminando, o anche se sono sulla spiaggia posso pensare....
Però, ad esempio: se sto lavorando a costruirmi un modellino di una nave ( ad esempio, uno può avere la passione del modellismo) sarò probabilmente concentrato solo sulla nave, e non anche sulla filosofia

Potrei astrattamente in realtà fare in qualsiasi momento filosofia ( quando pranzo, quando ceno, quando vado a dormire, in doccia... Etc)
Però non sempre sono interessato a fare filosofia, perchè non c'è solo la filosofia a questo mondo, ed inoltre, non si può vivere sempre nell'incertezza ...
Si può essere disposti a mettersi in discussione, ma non si può sempre pensare di non avere certezze, non tanto perchè si abbiano effettivamente verità, ma perchè si è chiamati a scegliere comunque, che io abbia la sicurezza o meno [ ad esempio: vedo un'anziana sul pullman, io posso interrogarmi se sia giusto o meno cederle il mio posto... Posso anche spendere tutto il tempo in cui sto sul pullman senza trovare una risposta, e alla fine scendere, senza una risposta, e magari passare per un incivile] ---
Fare filosofia si fa mentre si vive, ma tu saresti disposta ad esempio a spendere tutta la tua vita alla ricerca filosofica, senza magari trovare una risposta? E magari anche vivere nel l'angoscia di un nichilismo ( assenza di senso della vita)? .... Magari tu effettivamente si, ma non credo che necessariamente sia e debba essere una scelta desiderabile

Per la cronaca, io 5 anni fa avevo posizioni più vicine alle tue, ad esempio, volevo fare filosofia come facoltà universitaria ... Oggi ho fatto una scelta differente ( cioè Economia, che personalmente a posteriori credo sia stata azzeccati sisma), ed ho questa differente visione del mondo
Quello che mi sono chiesto è ad esempio: indubbiamente le persone possono buttare via la loro esistenza, ma siamo proprio sicuri che lo facciano? O che magari lo fanno, ma in una maniera differente da me ? Non credo, non tanto perchè sia i'm plausibile che stiano buttando via la loro esistenza, ma piuttosto perchè non notò così grandi differenze tra le persone che mi circondano e me e questa scoperta mi ha portato a comprendere meglio più comportamenti umani

Non credo in ultima istanza che le persone Vivano per Lavorare ( ad esempio: sapevo che il 10% in media di uno stipendio vada via per pagarsi la propria macchina... Il 90% però resta per tutto il resto, tra cui c'è anche il sostentamento, il mangiare, la casa, ma anche gli svaghi ed etc.)...
È anche poi vero che facciamo circa 4 ore le persone in una giornata le passano liberamente [ 8 a lavoro, 8 a dormire, 4 per andare e tornare a lavoro, mangiare, e sbrigare faccende]... 12 ore circa di mancanza di attività ( sonno + tempo libero) ---
Di converso, se uno non dovesse fare nessun lavoro per mantenersi ( ad esempio: io in questo preciso momento, sto ancora studiando e quindi sostanzialmente non lavoro), riuscirebbe con certezza ad avere maggiormente una vita sensata?
Probabilmente non influirebbe significativamente sul fatto che investa il mio tempo in azioni sensate o stupide
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Messaggioda DxShine » 28/02/2016, 3:00



NobelPrize1992 ha scritto:[Non credo in ultima istanza che le persone Vivano per Lavorare ( ad esempio: sapevo che il 10% in media di uno stipendio vada via per pagarsi la propria macchina... Il 90% però resta per tutto il resto, tra cui c'è anche il sostentamento, il mangiare, la casa, ma anche gli svaghi ed etc.)...
È anche poi vero che facciamo circa 4 ore le persone in una giornata le passano liberamente [ 8 a lavoro, 8 a dormire, 4 per andare e tornare a lavoro, mangiare, e sbrigare faccende]... 12 ore circa di mancanza di attività ( sonno + tempo libero)...

Dimentichi il mutuo e le tasse che divorano il resto dello stipendo, ormai l'iva ha già superato il 50% in alcuni casi, e di conseguenza non ti rimane quasi niente, infatti i single spesso arrancano se non hanno una casa di proprietà! E per quanto abbiano una vita "libera" devono spesso sacrificarla per non morire di fame, e questa è vita?! Figuriamoci poi le famiglie... :dry:
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Messaggioda Premio Nobel » 15/03/2016, 18:27



Farò il secchione da prendere a badilate da qui alla luna:
L'IVA è al 23% e si applica sui beni o servizi, non sul reddito ( quello è ad esempio l'impegno) ... Le tasse sul lavoro sono circa del 50% però, quello è vero... Ma è anche vero che l'Italia dopo il Giappone la nazione con il maggior livello di risparmio per individuo ( non so però le stime)
È vero che c'è il mutuo della casa da pagare... Ma allo stesso tempo in media ciascuna famiglia ha una casa di proprietà ( quindi si, ci sono comunque famiglie che vivono in affitto, ma in media no), cosa che non è invece così diffusa, almeno con lo stesso livello nel resto del mondo
Per cui, va bene dire che spendiamo molta parte del nostro reddito non per sfizi, ma per altre cose ( anche se però non è sempre così)... Va bene dire, c'è crisi quindi non siamo messi proprio bene... Ma non credo sia giusto dire: si vive per lavorare --- lavoro per avere soldi, con i quali comprare tante cose ( tra cui, una casa, le tasse, etc.)... Ma quelle cose che mi compro, le compro perchè sono vivo, e quindi ho dei bisogni
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Messaggioda kathellyna » 01/10/2024, 13:44



la necessità del l****o riesce a putrеfаrе anche le аnimе più purе.
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