Michele76* ha scritto:Kant in una delle sue opere afferma che se ognuno vuole capire il senso della propria esistenza deve affrontare 3 grandi domande:
1 - che cosa posso sapere ?
2 - che cosa devo fare ?
3 - che cosa mi è lecito sperare ?
Secondo lui sono queste tre questioni insieme che formano l'impasto che si chiama vita di un uomo.Che ne pensate ?
su quelle tre domande ci ha scritto tre mattoni, critica alla ragion pura, alla ragion pratica e al giudizio
sulla prima domanda si sono lanciati in tanti tra socrate e cartesio, ognuno con il suo punto di vista, ricordo che kant diceva che l'uomo vive un paradosso, il suo desiderio di sapere è superiore alla sua capacità di apprendere, cioè si pone domande alla quali non è in grado di rispondere, la sua intelligenza lo porta a riflettere su alcuni aspetti della vita per i quali però non ha i mezzi per rispondere
su cosa devo fare si ricollegava a un concetto di etica intrinseca nella natura umana, cioè su un modo di comportarsi istintivo non indotto da fattori esterni (religioni politica) in questo modo non avrebbe vissuto conflitti visto che avrebbe fatto cioè che si sentiva di fare, ciò che era nella sua natura e nella natura di tutti, alla fine kant diceva anche "abbiate il coraggio di pensare con la vostra testa" anche lui parlava non tanto dell'insegnare un modo di essere ma dell'insegnare un modo per trovare il proprio modo di pensare, sull'ultima domanda ammetto di non ricordarmi nulla, ma quella domanda mi fa pensare a epitetto, filosofo latino che diceva che la felicità sta nel determinare quello che è in nostro potere e quello che non lo è, cosi dal non darsi pena per le cose che non possiamo controllare e provare a cambiare le altre,
insomma capire cioè che si può sapere, ciò in cui si può sperare e ciò che si può fare sono tre domande che mi rimandano al concetto di epitetto, un concetto di consapevolezza di se e del mondo che ci circonda, per mettersi il cuore in pace su ciò che non possiamo avere e concentrare le nostre energie su cose che possiamo avvicinare, cosi da migliorare noi stessi, il punto è che sono tre consapevolezze riguardo l'agire, il pensare e lo sperare, che non sono facili da raggiungere e sulle quali abbiamo paura di sbagliare (mi illudo troppo? merito di più? sogno troppo in grande? sto facendo giusto? i miei pensieri sono giusti o sbagliati? me ne pentirò?)