Piccolastellasenzacielo99 ha scritto:Buon pomeriggio.
Sono una ragazza 22enne.
Scrivo in quanto mi trovo alla ricerca di una possibile risposta, inerente all'atto a cui faccio ricorso. Ho da sempre vissuto in un contesto familiare molto iper critico, cresco in totale solitudine, senza nessun amico o qualcuno su cui poter contare. Tale condizione mi ha portata a manifestare un auto-odio inimmaginabile verso i miei riguardi. Soprattutto all'interno del contesto familiare ho continuato a subire, subire, commenti offensivi in merito a difficoltà che mi hanno da sempre caratterizzata(preferisco non entrare nello specifico) convicendomi sempre più d'essere una ragazza disabile, diversa e sbagliata. Continuai ad odiare me stessa...
Ero e sono la prima persona scelta dai miei familiari affinché riescano a scaricare il loro stress. Sono la prima persona a cui scaricare ogni colpa, sempre stata l'errore e il problema della situazione. Questo nel corso del tempo mi ha portata a manifestare il desiderio di ferirmi, desidero punirmi, infliggermi del dolore in quanto ho sempre pensato di meritarlo, per la persona che sono.
Poi, arrivai a farmi male.
In un giorno freddo di febbraio.
Ricordo ancora quella sensazione di angoscia che pervase ogni parte di me...
tutt'ora alberga dentro, quasi fosse un'ombra.. mi afferra senza mollarmi, mi strattona, talvolta credo quasi mi odi. Soffro di depressione da diversi anni. Ricordo il grado di stress provato quel giorno, come tutti gli altri, del resto. Invasa da enormi pensieri negativi, pensieri che non esterno....non esternavo. Constamente chiusa in me, mi sentii sola. Fottutamente sola. In balia della rabbia, in balia dei miei "perché?", in balia dei miei "sei inutile, non ti vuole nessuno, fai schifo, guardati, sei una deficiente." In balia della mia stessa mente, che continua a ripetermi questo fino a stremarmi. Da anni la disperazione è l'unica emozione che mantengo viva. Presa dall'odio verso me stessa, iniziai a pensare al farmi del male, a cosa potessi fare per punirmi e infliggermi il dolore che meritavo e tutt'ora merito. Nessuna intenzione suicidaria, volevo solamente punirmi. Scelsi un metodo subdolo, utilizzando degli elastici in gomma. Leggendomi potreste chiedervi"e beh, e allora?" Allora... Mentii, cominciai a nascondermi, pur di entrare in loro possesso.(cosa che non avevo mai fatto, in quanto odio mentire.) Dissi che sarebbero serviti per legare i capelli. Mi credettero. Andai in negozio con una ragazza, e li comprai. Mi sentii sollevata, quasi felice... al solo pensare che da lì a poco avrei compiuto quell'orribile gesto.La mattina seguente stavo malissimo, presi quegli elastici e iniziai a schioccarli con violenza sul polso. Notai il rossore, un semplice rossore al polso. E di nuovo provai felicità, sollievo. Assurdo, vero? Eppure pensavo di meritarlo. Ma poi, col trascorrere dei giorni, i miei pensieri iniziarono a soffermarsi su ciò accaduto. Avevo scelto di chiudermi in me stessa, nascondevo i segni, nessuno ne era a conoscenza. Mi sentivo sollevata, ma al contempo stesso stavo malissimo, mi facevo schifo. San Valentino era oramai vicino, ed un fortissimo senso di nulla mi invase, quasi anestizzata. Avevo bisogno di qualcuno, avevo bisogno d'amore, avevo bisogno di una carezza. Quella sera schioccai con violenza l'elastico al braccio, questa volta il rossore non fu l'unica cosa che vidi. Erano rimasti i segni delle strisciate rosse simili a dei tagli su tutto il braccio. Ero sconvolta. Mi guardai allo specchio, le mie braccia apparivano martoriate ai miei occhi. Mi facevo schifo ma al contempo stesso pensavo di meritarlo. Dopodiché, iniziai ad avvertire uno strano formicolio al braccio, e una mancata sensibilità al dito. Ero spaventata. Lo feci pensando che non avrebbe recato alcun danno, eppure lo recò, questo provocò in me un forte shock. Volevo smettere per timore che potessi arrivare a far peggio, ma al contempo stesso odiavo così tanto me stessa.... così tanto.
Continuai a ferirmi e mentire. Quando una sera, ebbi il forte impulso di scoprire le braccia e raccontare cosa stava accadendo. Quando lo feci, la ragazza che vive con me(figlia della compagna di mio padre) scoppiò in lacrime, alla vista delle mie gracili braccia inondate da segni(tra l'altro ho la pelle molto chiara, per cui il rossore si notava maggiormente) io feci altrettanto, mi sentii in colpa, dissi che mi dispiaceva e che non lo avrei più fatto. Il braccio presentava qualche ematomo, quasi avessi del sangue ristagnato all'interno.. mi dissero che probabilmente avevo scoppiato qualche capillare e traumatizzato la vena che portava alla circolazione. Ero terrorizzata. Presa da quel terrore, smisi.Smisi per un bel po' di tempo. Ma poi, l'odio per me stessa continuò a bussare impetuosamente. La mia mente non ha mai smesso di funzionare in quel modo. Quando mi capita di odiarmi, quando quei dannatissimi pensieri negativi mi divorano, quando il vuoto torna ad attanagliarmi, penso al farmi del male. Penso al riprendere quell'elastico. Ma ho ugualmente tentato di controllare quell'impulso, quella voce.... una voce cattiva, cattivissima, che mi ripete quanto faccia schifo e quanto in realtà meriti una punizione. E così recentemente l'ho rifatto. Ma nonostante questo, sono stata in grado di mantenere una sana lucidità e non ho recato danni seri o scoppiato capillari. Il punto è che quando finisco non mi sento totalmente appagata, in quanto vorrei far peggio ma so di non voler rischiare la vita, solamente punirmi. Quelle strisciate rosse apparivano banali, ma volevo osservarle su tutto il braccio. E farlo, anche se in modo lieve, mi induce a pensare che sto infliggendomi una punizione e questo mi compiace. È strano, lo so. E anche se non mi taglio, la voce mi dice che anche se in modo leggero devo punirmi. Anche se finora ho evitato il punto in cui potrei danneggiarmi. Ultimamente sto pensando di provare a fare un taglio superficiale.
Potrei essere un'autolesionista? Come vedete l'atto in sé?
Leggendo questo post, mi sono chiesta: "perché una ragazza giovanissima con tante belle qualità si sta facendo del male?". Mi scrivi, di meritarlo il male. Ma nessuno si merita di stare male, secondo me.
Per me, dovresti avere il coraggio di chiedere aiuto. Devi indagare, capire il perché dei tuoi comportamenti e chi ti ha indotto a farti del male. Se proprio non vuoi cambiare chiediti quali benefici nei trai. Io penso solo che quando abbiamo dei problemi e ci comportiamo così non facciamo altro che aumentare i problemi. Di conseguenza il mio più modesto parere è di chiedere aiuto a qualche esperto che ti faccia capire che tu vali e meriti.