Convocati i suoi genitori in cucina, Angel si confrontò con loro e raccontò ogni cosa, ad eccezione dei segreti di Canatlantide, e il luogo in cui si trovava. Una volta finito, Gaya e Argo la guardarono perplessi. La Pastore Tedesco era più che consapevole che non le avrebbero creduto, ma aveva voluto provarci comunque. Non ne poteva più di tenersi tutto dentro, specialmente con i suoi genitori. Li amava e sapeva che poteva fidarsi di loro. Specialmente per mantenere segreti su cose importanti.
«Angel». Disse Argo dopo un silenzio che era sembrato durare un'eternità. «Qualunque cosa sia accaduta tra te e Cosmo, ci dispiace che ti faccia soffrire così tanto. Succede purtroppo, specialmente quando si è giovani. Ma temo che questa tua ossessione per il mare sia andata troppo oltre. E questo vaneggiamento sui cansirena ne è una terribile conseguenza».
«Ma papà...»
«Guarda quanto sei sciupata. Non riesci a dormire e hai smesso di mangiare. Mi dispiace ma devo proibirti di andare in spiaggia per un bel po', finché non ti sarai data una calmata».
«No». Rispose Angel con una stretta al cuore. «Non potete farmi questo».
«Mi dispiace». Rispose inflessibile Argo. «Ma è per il tuo bene».
Lei in risposta corse via piangendo in camera sua, e si premette sul muso il cuscino per provare in vano a soffocare i pianti, che non volevano saperne di fermarsi. Quello che era succeso era praticamente rigirare il coltello nella piaga. Odiava come la situazione continuasse a peggiorare. Cos'altro poteva andare storto?
Improvvisamente sentì la porta aprirsi. Lei alzò lo sguardo per vedere chi fosse. Se era suo padre, allora lo avrebbe cacciato via. Ma, invece, era sua sorella Meredith, la cui espressione del muso diceva che era dispiaciuta per lei. Per questo non se la sentì di mandarla via.
«Esistono davvero i cansirena?» Le chiese dopo essersi seduta accanto a lei.
Angel in risposta la abbracciò. La sua adorata sorellina. Loro due avevano un così bel rapporto, e condividevano entrambe la stessa passione per il mare, con tutte le storie che derivavano. E il fatto che volesse crederle significava tanto per lei.
«Sì». Le rispose. «è difficile crederci, ma è così. Cosmo è uno di loro. Quando è venuto da noi aveva usato la sua magia per trasformarsi, ma può farlo solo una volta l'anno. Le altre volte trasformava me in cansirena. Ma a loro è proibiti interagire con noi terrestri. Cosmo ha rischiato di essere severamente punito per questo. Le loro magie sono anche temporanee. L'ultima notte che ci siamo visti, ci siamo distratti e per poco non affogavo. A causa di tutto questo Cosmo ha deciso che era meglio per entrambi non vederci più». Detto questo, pose fine all'abbraccio, si soffiò il naso con un fazzoletto, si buttò di nuovo sul letto, e ricominciò a piangere. Parlare di tutto questo l'aveva fatta soffrire ancora di più.
Meredith la abbracciò di nuovo.
«Non fare così sorellona». Le disse. «Io ti credo. Non mi mentiresti mai su di una cosa simile. Questa storia è bellissima e non mi piace che tu non abbia potuto avere un lieto fine». Poi aggiunse con l'ovvio intendo di mostrarle solidarietà: «Se tu non vai al mare, non ci vado nemmeno io. Non è giusto che tu resti qui da sola mentre noi siamo lì a divertirci».
Angel le sorrise e ricambiò l'abbraccio.
«Oh, Meredith! Mia cara dolce, buona, e altruista Meredith». Finì l'abbraccio, le prese la zampa. «Non preoccuparti per me. Forse è davvero meglio che io non vada al pare per un po'. Non riuscirei più a stare lì senza pensare a Cosmo. Ormai non tornerà più e forse è davvero meglio dimenticarlo».
«Non dire così. Se ti ama davvero troverà il modo di tornare da te».
«Vorrei tanto che fosse così semplice».
Meredith la abbracciò di nuovo e poi se ne andò salutandola insistendo che tutto si sarebbe risolto.
Angel abbracciò di nuovo il cuscino ripensando alle parole della sorella. Era ancora così giovane, innocente e ingenua. Pensava davvero che certe cose si potessero risolvere facilmente. Ma, d'altra parte, forse c'era davvero una minuscola possibilità. Anche Cosmo stava piangendo quando sen'era andato, e quindi anche per lui tutto questo era stato difficile. Forse non l'avrebbe mai dimenticata. Forse avrebbe davvero trovato il modo di tornare da lei, ed insieme avrebbero risolto tutto.
Continuò a girarsi e rigirarsi nel suo letto. Tutti quei pensieri la stavano logorando, e non riusciva proprio a stare meglio.
*
I mesi passarono con una lentezza immane, ed Angel continuava a sentirsi sempre triste e vuota. Il dolore che provava nel cuore non voleva andar via, e per poco non si era anche ammalata per questo. Non era neanche più uscita fuori dalla sua stanza. I suoi cari avevano tentato in ogni modo per provare a risollevarle il morale, ma non funzionava nulla. Tutto ormai aveva perso importanza per lei. Stare lontana da Cosmo e dal mare era una tortura impossibile da sopportare. Il suo sguardo ormai era spento, ed aveveva perso la scintilla di vivacità che aveva sempre avuto fin da cucciola. Anche la sua coda era afflosciata e si trascinava a terra, come se non fosse più capace di scodinzolare.
Stava camminando tra le vie di Terramare in quel momento. Suo padre l'aveva mandata a fare la spesa per spronarla ad uscire di casa e a farsi forza. Ma lei, anche se aveva obbedito, non ci riusciva proprio a riprendersi. Nel vederla camminare per le strade, agli occhi delle persone sembrava proprio un'anima in pena che vagava per il mondo, incapace di trovare pace.
«Ehi ragazza. Perché ti senti così triste».
Angel si voltò di scatto, colta di sorpresa da quella voce. Dietro di lei c'era un grande lupo dal pelo nero e con una divisa da marinaio simile a quella di Fenrir. Ma chi era quello? Non lo aveva mai visto prima di allora. Anche se di certo non conosceva tutti in paese.
«Mi scusi». Volle mettere subito in chiaro le cose. «Ma io non parlo con gli sconosciuti».
«Ah, scusi. Ho dimenticato le buone maniere. Io mi chiamo Mortimer. Lei non mi consoce, ma io conosco suo padre Argo. Tu devi essere Angel, giusto? Tuo padre non fa altro che parlarmi di te».
Angel sgranò gli occhi per la sorpresa. Lei non gli aveva detto il suo nome o quello di suo padre. Eppure li conosceva. Forse quindi stava dicendo la verità. Decise quindi di dargli fiducia.
«Piacere di conoscerti Mortimer. E sì. Sono triste. Il mio ragazzo mi ha lasciata, e mio padre mi tiene lontano dal mare».
«Oh, povera piccola. Potresti venire con me. Ho una barca. Magari potremmo prendere un tè insieme. Potrebbe tirarti su il morale».
«Ma hai sentito quello che ho detto? Mio padre non mi permette di avvicinarmi al mare».
«E allora disubbediscigli. Non c'è niente di male nel ribellarsi un po' ogni tanto. Goditi la vita e lasciati andare».
Angel ci rifletté. In effetti aveva ragione. In quel preciso istante non aveva una gran voglia di fare la figlia brava ed unbbidiente.
«E se mi scopre?» Chiese un po' preoccupata.
«Non ti preoccupare». La rassicurò lui. «Non lo diremo a nessuno». Concluse con tono da complice.
Angel allora annuì ed accettò di andare con lui. Dopotutto aveva fatto così anche con Fenrir, ed era stato in parte grazie a lui che aveva conosciuto Cosmo. Forse sarebbe avvenuto un altro mircacolo anche questa volta.
*
La barca a motore di Mortimer era piuttosto grande, ma sufficiente ad essere manovrata da una sola persona. E Angel, accomodatasi sulla tavola che stava nella parte coperta della barca, aspettò che Mortimer portasse il te dalla cucina e, quando fu pronto e glielo offrì, lei lo trangugiò a piccoli sorsi.
«Grazie per avermi portata qui». Gli disse. «Non immagini nemmeno quanto abbia bisogno di confrontarmi con tutto questo».
«»Ma figurati. Rispose lui. «Ma dimmi, perché tuo padre ti ha proibito di andare al mare? Che cosa hai combinato?»
«Io ho sempre amato il mare». Rispose. «Ma mio padre pensa che ormai sia diventata un ossessione per me, e crede che tenendomi lontana mi passerà e che potrò pensare ad altro». Abbassò lo sguardo tristemente. «Purtroppo non è così. Sono mesi che il mio dolore non fa altro che peggiorare. Non riesco proprio a stare meglio».
«Succede che i genitori sbaglino e possano essere iperprotettivi. Ma che mi dici del tuo ragazzo? Che è successo?»
«Mi ha lasciata, ma non me la sento di parlarne». Rispose lei.
«Capisco. Dev'essere particolare avere una relazione con un cansirena». Disse con uno strano sguardo negli occhi.
A quelle parole Angel sussultò. Come faceva a sapere la verità su Cosmo? Stava per domandarglielo, ma improvvisamente la vista gli si annebbiò. Provò ad alzarsi, ma stranemente non riusciva più a rimanere in piedi, e sentiva come se non riuscisse più a rimanere sveglia. Ma cosa c'era in quel tè?
«Non temere. Presto rivedrai il tuo amato». Udì dire a Mortimer, con una voce maligna, prima di cadere a terra e perdere i sensi.
*
Ripresi i sensi Angel si ritrovò legata su di una sedia, in mare aperto, nel cuore della notte. Ma cosa stava succedendo?
«Fai la brava e non ti succederà niente».
«MA CHE STAI FACENDO? LASCIAMI ANDARE!»
«Lo farò solo se collaborerai». Rispose lui minacciosamente. «Dimmi tutto quello che sai su Canatlantidie e dove si trova».
«Non so di cosa tu stia parlando». Disse cercando vanamente di liberarsi.
«NON PROVARE A MENTIRMI!» Ribatté lui tirandole un orecchio.
«AHI! Basta! Mi fai male!»
«Ti farò di peggio se non parli!»
«Non so cosa tu stia parlando! Sei pazzo! Lasciami andare!»
«Lo sai benissimo invece. Ti ho vista mentre il tuo amichetto ti trasformata in una di loro».
A quelle parole il cuore di Angel si riempì di paura. Credeva di aver fatto attenzione. Credeva di essere stata attenta. Invece questo pazzo l'aveva seguita ed aveva scoperto tutto.
«Cosa vuoi fargli?» Le domandò con rabbia. Lo sguardo poi si spostò su degli arpioni appoggiati sul muro della barca. «No! Non ti permetterò di fare loro del male!» Gli disse con odio, avendo capito da sola la risposta.
«Oh, invece credo proprio che lo farai». Rispose lui minacciosamente. «Sono anni che do loro la caccia. Quasi nessuno ci crede, ma io e dei miei amici ne avevamo quasi presi due, ma loro hanno usato le loro code magiche per creare delle onde che hanno ribaltato la barca. I miei amici non ce l'hanno fatta, ma io mi salvai aggrappandomi alla botte. Ovviamente gliel'ho fatta pagare trafiggendoli entrambi con il mio arpione, ma purtroppo la corrente era troppo forte e non ho potuto recuperare i loro corpi». Strinse i pugni con rabbia. «Da allora non ne ho trovato più nessuno in tutti questi anni. Ma adesso, grazie a te, potrò averne quanti ne voglio». Sul suo muso si dipinse un'espressione di pura avidità. «Comincerò proprio dal tuo amichetto. Quindi ora chiamalo e dimmi anche tutto quello che sai».
Quelle parole riempirono il cuore di Angel di dolore e rimorso. Cosmo era già finito nei guai per colpa sua, ed adesso era finita tra le grinfie di un mostro che avrebbe potuto usarla come arma contro di lui e il suo popolo.
«Piuttosto dovrai uccidermi!» Gli sputò con determinazione e disprezzo. «Non ti lascerò loro del male maledetto assassino!»
A quelle parole i lineamenti del lupo si indurirono per l'ira. Si avventò su di lei e le strinse forte il collo, cominciando a strangolarla.
Angel sentiva l'aria che le mancava. Presto sarebbe morta lì, per la sua stupidità. Ma almeno Cosmo e gli altri cansirena sarebbero stati salvi. Improvvisamente Mortimer mollò la presa e lei cominciò a tossire recuperando l'aria. Dopodiché poi la slegò e la portò sul bordo della barca puntandole un coltello alla gola.
«Ehi, Cansirena dei miei stivali. Ho qui la tua amichetta. Fatti vedere o le taglio la gola e la getto in pasto agli squali». Gridò il lupo al mare.
«è inutile». Disse lei, dopo essersi ripresa, con il corpo che le tremava per la paura. «Non verrà nessuno. Quindi uccidimi e falla finita».
«Menti». Rispose lui. «Ho visto come ti guardava i mesi scorsi. Se vuole venire verrà. Altrimenti dì addio a tutti». Le disse minacciosamente ferendole il collo con il coltello.
Angel gemette per il dolore, a causa della ferita, e vide come il sangue sgocciolava da essa e finì in mare. Odiava quanto stava succedendo. E poteva solo incolpare se stessa per i pasticci che aveva combinato. Se fosse stata più attenta, Cosmo non sarebbe mai stato scoperto e non sarebbe finito nei guai. E se non fosse stata così stupida da fidarsi di uno sconosciuto, ora non starebbe succedendo tutto questo. Aveva sol fatto danni, e forse meritava davvero di morire.
Improvvisamente qualcosa urtò la barca.
«SEI TU VERO, BRUTTA BESTIACCIA! FATTI VEDERE O LEI MUORE». Gridòi il lupo stringendo la sua presa su Angel.
In risposta la barca oscillò di nuovo, colpita sotto da qualcosa. e Mortimer, mentre si guardava attorno, venne colpito in pieno volto, permettendo ad Angel di divincolarsi e scappare.
Non si tuffò subito in acqua perché non poteva rischiare, per quanto fosse quasi certa che quella cosa fosse Cosmo. Oltretutto quel lupo malvagio sapeva troppo e andava fermato in qualche modo. Iniziò a cercare qualcosa per immobilizzarlo, per poi nascondersi ed aspettare. Mortimer continuava a sbraitare ed imprecare, mentre cercava di beccare chi continuava a far oscillare la barca.
Angel poi vide qualcuno salire a bordo con un balzo. Cosmo! Questo le diede dei sentimenti contrastanti. Da un lato era immensamente felice di rivederlo, ma dall'altro era preoccupata per lui, data la situazione di pericolo imminente. Quest'ultimo fece lo sgambetto a Mortimer con un colpo di coda.
«Presto scappa! Mettiti in salvo!» Le disse poi voltandosi verso di lei.
«No! Non ti lascio! Non voglio perderti di nuovo!» E corse verso di lui.
Mortimer aveva recuperato l'arpione e provò a colpire Cosmo, ma Angel lo anticipò afferrando la sedia su cui l'aveva legata e colpendolo per prima.
«Maledetta ragazza!» Si infuriò Mortimer tentando di colpirla con l'arpione.
Cosmo lo disarmò con un'altra codata, ferendosi con la punta dell'arma nel gesto.
«Oh no». Gemette Angel, dopo averlo raggiunto.
«Tranquilla. Me la caverò. Ma andiamocene di qui». Le disse Cosmo.
«VOI NON ANDRETE DA NESSUNA PARTE!» urlò Mortimer correndo verso di loro con l'arpione.
Cosmo dovette agire rapidamente, e rotolò orizzontalmente contro Mortimer, facendolo inciampare di nuovo. Il Lupo provò a mantenere l'equilibrio, cercando di afferrare Angel, ma lei si scansò e lui cadde in mare. Cosmo si buttò a sua volta ed Angel vide come il sangue che sgorgava si disperdeva nell'acqua. Improvisamente capì cosa voleva fare e non poté che trovarsi daccordo. Mortimer tentò di raggiungere Cosmo per infilzarlo con l'arpione, ma Angel gli gettò addosso una rete intrappolandolo. Ora era impotente a quello che stava per accadere. Il cansirena nuòtò vicino al lupo per poi scuotere la coda in modo che il suo sangue andasse verso di lui. Improvvisamente tutti loro videro avvicinarsi la pinna di uno squalo, attirato dal sangue del cansirena. Mortimer tentò di agitarsi, di implorare aiuto o pietà, ma né Cosmo né Angel fecero qualcosa per lui. Cosmo tentò di nuovo di salire sulla barca, ma la ferita alla coda glielo impediva. Angel provò ad aiutarlo, ma era troppo pesante. Troppo presi tra di loro, cercarono di non guardare mentre Mortimer veniva divorato dallo squalo. Angel tentava disperatamente di aiutare il suo amato, o lo squalo avrebbe mangiato anche lui. Ma niente da fare.
Tutto sembrava perduto quando improvvisamente si udì il rumore di un'altra barca che si avvicinava. Alzando lo sguardo, Angel vide di chi si trattava. Fenrir!
Quest'ultimo rapidamente salì sull'altra barca ed aiutò Angel a tirare Cosmo a bordo.
«Grazie Fenrir». Le disse Angel con un grande sollievo. «Non oso immaginare cosa sarebbe successo se non fossi arrivato».
Quest'ultimo la ingnorò e si rivolse verso lo squalo che stava finendo di divorare quel che restava di Mortimer.
«Ora non farai più del male a nessuno». Disse con odio per poi sputare verso quel punto. Poi si volse verso Cosmo. «Cosmo, sei già finito nei guai una volta, ma continui a venire in superficie».
Quelle parole furono una gran sorpresa per Angel. Sapeva che Fenrir era a conoscenza dei cansirena, ma come faceva a conoscere Cosmo di persona?
«Fernri? Sei davvero tu? Allora non erano solo dicerie». Rispose Cosmo.
Angel era sempre più confusa, ma fu Fenrir a spiegarle tutto. Un tempo lui era un cansirena, proprio come Cosmo, ed i due che Mortimer aveva ucciso in passato erano i suoi genitori. Raggiunta la maggiore età la maturità, aveva utilizzato la perla per trasformarsi permanentemente in un terrestre in modo da tenere d'occhio direttamente sulla terraferma i tipi come Mortimer, ed impedire agli altri cansirena di andare in superficie per evitare che facessero la stessa fine. A volte purtroppo, qualcuno, come Cosmo, riusciva comunque a sfuggire al suo controllo.
«Se sapevi che Mortimer aveva ucciso i tuoi genitori, perché non ti sei mai vendicato?» Chiese Angel confusa.
«Perché se lo avessi ucciso sarei finito in prigione e non sarebbe rimasto nessuno a fare la guardia». Spiegò Fenrir. «Comunque ora torniamo a riva. Cosmo, tu devi tornare a casa prima che qualche altro tipaccio ti veda e si faccia venire qualche strana idea».
Detto questo, lui ed Angel misero Cosmo sulla barca. Poi agganciarono anche l'imbarcazione di Mortimer per poi mettere in moto ed arrivare sulla terraferma. Dopodiché diede ad Angel un kit medico in modo che potesse curare la ferita di Cosmo, e se ne andò a fare la guardia nei dintorni per assicurarsi che nessuno potesse avvicinarsi e vedere Cosmo.
«Non dovevi rischiare per me la tua vita in quel modo». Gli disse la pastore tedesco mentre cominciava a medicarlo.
«Per te lo farei sempre. Per questo sono tornato. Non posso più vivere senza di te. Ti amo e non troverò mai un'altra come te in tutto l'oceano. E se vogliono punirmi per averti rivista lo accetterò. L'importante è che tu stia bene e che non ti accada niente».
«Anch'io ti amo Cosmo. Non ho mai smesso di pensarti per tutto questo tempo». Rispose lei commossa per poi apprestarsi a baciarlo.
Improvvisamente la perla intorno al collo di Cosmo iniziò a brillare, con grande sorpresa di entrambi.
Ed ancora più improvvisamente, dal mare emerse il re di Canatlantide accompagnato dalla sua scorta. I due innamorati si inchinarono d'innanzi a quest'ultimo in segno di rispetto.
«Cosmo». Disse il re. «Hai di nuovo infranto le regole. Sai che non dobbiamo avere rapporti con i terrestri. Ma la perla non mente. Stanotte hai raggiunto la maturità, dimostrando quanto l'amore vada oltre ogni cosa. Avresti sacrificato volentieri la tua vita per questa giovane. E tu, mia cara, sei stata molto coraggiosa. Non hai rivelato i nostri segreti neppure sotto tortura. Cosmo aveva ragione su di te. Hai davvero un cuore buono. Ora comprendo quanto il vostro amore sia potente, profondo e sincero. Per questo avrete la mia benedizione. Potete vedervi tutte le volte che volete».
Detto questo, il re e le sue guardie li salutarono per poi andarsene.
I due si abbracciarono l'un l'altro, felici che il loro non fosse più un amore proibito.
«Sai». Disse Cosmo. «Pensavo di utilizzare la perla proprio per questo. Devi solo chiedermelo e potrai davvero parte del mio popolo. Ma, se non vuoi, sarò io a rimanere con te nel tuo mondo. L'importante è che noi due possiamo stare insieme per sempre, non importa come».
Angel fu piacevolmente sorpresa da questa proposta.
«Tu... Vorresti davvero usare il tuo unico desiderio per me?»
«Certo. Un cansirena dovrebbe desiderare qualcosa che lo renda felice, e la cosa che mi renderebbe maggiormente felice al mondo è poter stare insieme a te».
Per Angel quella era una decisione importante, e non poteva prenderla impulsivamente.
«Mi piacerebbe molto riavere la mia coda di pesce». Rispose infine. «Oltretutto amo il mare, ed il tempo passato con te me lo ha fatto amare ancora di più. Però non agiamo troppo frettolosamente. Devo prima organizzarmi e salutare la mia famiglia. Non posso andarmene così, senza preavviso».
«E se usassi la perla per trasformare anche loro, oltre che a te? Devo solo formularlo come unico desiderio».
«Non penso che sarebbe una buona idea». Rispose lei. «La loro vita è qui, e non posso chiedergli di lasciarla solo per me. Meredith sarebbe più che felice di seguirmi, ma penso sia ancora troppo giovane per una scelta simile».
«E non sarebbe una buona idea neanche usare la perla per ottenere il potere di trasformarci da cansirena a terrestri e viceversa a comando ogni volta che vogiamo. Fare avanti ed indietro troppe volte sarebbe pericoloso ed aumenterebbe la possibilità di venire scoperti. Quindi è inevitabile. Se uno di noi vuole vivere nel mondo dell'altro, dovrà farlo diventarne parte veramente, in tutto e per tutto». Spiegò Cosmo
Finite di pronunciare quelle parole, i due udirono la voce dei cari di Angel dietro di lei. Argo, Gaya, e Meredith erano riusciti ad aggirare Fenrir, o era lui che li aveva lasciati passare. Ed avevano visto, con loro enorme sorpresa la coda di pesce di Cosmo.
«Mi credete adesso?» Disse Angel rivolta ai suoi genitori.
Loro la abbracciarono e si scusarono con lei, anche se Meredith non dovette scusarsi di nulla, dato che le aveva creduto fin dall'inizio. Dopodiché entrambi dovettero spiegare quanto accaduto e li informarono anche di quello che stavano pensando di fare.
«Ma sei impazzita? Non se ne parla». Aveva risposto suo padre. «Stravolgere il tuo corpo e la tua vita in quel modo. E poi te ne andresti per sempre. Non ti vedremmo più. Non pensi a tutti noi?»
«Tuo padre ha ragione». Disse Gaya. «Questa non è una decisione che puoi prendere impulsivamente in fretta e furia».
«Infatti non accadrà subito». Volle rassicurarli. «Ci stiamo ancora riflettendo su cosa fare».
«Io amo vostra figlia con tutto il mio cuore». Si intromise Cosmo. «Ma non voglio creare disagi tra di voi. Non deve per forza essere lei a cambiare. Posso anche essere io a venire a vivere con voi nel vostro mondo. In questo modo non vi separerete da lei».
«Sei molto caro». Rispose Gaya sorridendo. «Ma così saresti tu a rinunciare ad ogni cosa».
«Per Angel lo farei volentieri. La mia famiglia potei comunque vederla ogni tanto quando vengono in superficie. Comunque ci stavamo ancora pensando. Decideremo meglio le prossime notti. Ora devo andare, per organizzare meglio la cosa». Rientrò in acqua e si apprestò ad immergersi, ma poi si voltò di nuovo verso di loro. «Angel, vieni come al solito la prossima luna piena. Sarà quello il momento in cui prenderemo la nostra decisione. Per allora avrò anche una cosa molto importante da chiederti. Mi raccomando, non mancare». E sparì sott'acqua.
Rimasta sola con la sua famiglia, Angel, venne aiutata da tutti loro a rialzarsi, per poi seguirli a casa. Quella che si apprestava a prendere era una decisione importante. E quindi doveva sistemare tutto, per quando l'avrebbe presa. Ma, una volta fatto, lei e Cosmo, indipendentemente da chi dei due si sarebbe trasformato, avrebbero potuto amarsi in totale libertà senza più limiti e barriere.
«Angel». Disse Argo dopo un silenzio che era sembrato durare un'eternità. «Qualunque cosa sia accaduta tra te e Cosmo, ci dispiace che ti faccia soffrire così tanto. Succede purtroppo, specialmente quando si è giovani. Ma temo che questa tua ossessione per il mare sia andata troppo oltre. E questo vaneggiamento sui cansirena ne è una terribile conseguenza».
«Ma papà...»
«Guarda quanto sei sciupata. Non riesci a dormire e hai smesso di mangiare. Mi dispiace ma devo proibirti di andare in spiaggia per un bel po', finché non ti sarai data una calmata».
«No». Rispose Angel con una stretta al cuore. «Non potete farmi questo».
«Mi dispiace». Rispose inflessibile Argo. «Ma è per il tuo bene».
Lei in risposta corse via piangendo in camera sua, e si premette sul muso il cuscino per provare in vano a soffocare i pianti, che non volevano saperne di fermarsi. Quello che era succeso era praticamente rigirare il coltello nella piaga. Odiava come la situazione continuasse a peggiorare. Cos'altro poteva andare storto?
Improvvisamente sentì la porta aprirsi. Lei alzò lo sguardo per vedere chi fosse. Se era suo padre, allora lo avrebbe cacciato via. Ma, invece, era sua sorella Meredith, la cui espressione del muso diceva che era dispiaciuta per lei. Per questo non se la sentì di mandarla via.
«Esistono davvero i cansirena?» Le chiese dopo essersi seduta accanto a lei.
Angel in risposta la abbracciò. La sua adorata sorellina. Loro due avevano un così bel rapporto, e condividevano entrambe la stessa passione per il mare, con tutte le storie che derivavano. E il fatto che volesse crederle significava tanto per lei.
«Sì». Le rispose. «è difficile crederci, ma è così. Cosmo è uno di loro. Quando è venuto da noi aveva usato la sua magia per trasformarsi, ma può farlo solo una volta l'anno. Le altre volte trasformava me in cansirena. Ma a loro è proibiti interagire con noi terrestri. Cosmo ha rischiato di essere severamente punito per questo. Le loro magie sono anche temporanee. L'ultima notte che ci siamo visti, ci siamo distratti e per poco non affogavo. A causa di tutto questo Cosmo ha deciso che era meglio per entrambi non vederci più». Detto questo, pose fine all'abbraccio, si soffiò il naso con un fazzoletto, si buttò di nuovo sul letto, e ricominciò a piangere. Parlare di tutto questo l'aveva fatta soffrire ancora di più.
Meredith la abbracciò di nuovo.
«Non fare così sorellona». Le disse. «Io ti credo. Non mi mentiresti mai su di una cosa simile. Questa storia è bellissima e non mi piace che tu non abbia potuto avere un lieto fine». Poi aggiunse con l'ovvio intendo di mostrarle solidarietà: «Se tu non vai al mare, non ci vado nemmeno io. Non è giusto che tu resti qui da sola mentre noi siamo lì a divertirci».
Angel le sorrise e ricambiò l'abbraccio.
«Oh, Meredith! Mia cara dolce, buona, e altruista Meredith». Finì l'abbraccio, le prese la zampa. «Non preoccuparti per me. Forse è davvero meglio che io non vada al pare per un po'. Non riuscirei più a stare lì senza pensare a Cosmo. Ormai non tornerà più e forse è davvero meglio dimenticarlo».
«Non dire così. Se ti ama davvero troverà il modo di tornare da te».
«Vorrei tanto che fosse così semplice».
Meredith la abbracciò di nuovo e poi se ne andò salutandola insistendo che tutto si sarebbe risolto.
Angel abbracciò di nuovo il cuscino ripensando alle parole della sorella. Era ancora così giovane, innocente e ingenua. Pensava davvero che certe cose si potessero risolvere facilmente. Ma, d'altra parte, forse c'era davvero una minuscola possibilità. Anche Cosmo stava piangendo quando sen'era andato, e quindi anche per lui tutto questo era stato difficile. Forse non l'avrebbe mai dimenticata. Forse avrebbe davvero trovato il modo di tornare da lei, ed insieme avrebbero risolto tutto.
Continuò a girarsi e rigirarsi nel suo letto. Tutti quei pensieri la stavano logorando, e non riusciva proprio a stare meglio.
*
I mesi passarono con una lentezza immane, ed Angel continuava a sentirsi sempre triste e vuota. Il dolore che provava nel cuore non voleva andar via, e per poco non si era anche ammalata per questo. Non era neanche più uscita fuori dalla sua stanza. I suoi cari avevano tentato in ogni modo per provare a risollevarle il morale, ma non funzionava nulla. Tutto ormai aveva perso importanza per lei. Stare lontana da Cosmo e dal mare era una tortura impossibile da sopportare. Il suo sguardo ormai era spento, ed aveveva perso la scintilla di vivacità che aveva sempre avuto fin da cucciola. Anche la sua coda era afflosciata e si trascinava a terra, come se non fosse più capace di scodinzolare.
Stava camminando tra le vie di Terramare in quel momento. Suo padre l'aveva mandata a fare la spesa per spronarla ad uscire di casa e a farsi forza. Ma lei, anche se aveva obbedito, non ci riusciva proprio a riprendersi. Nel vederla camminare per le strade, agli occhi delle persone sembrava proprio un'anima in pena che vagava per il mondo, incapace di trovare pace.
«Ehi ragazza. Perché ti senti così triste».
Angel si voltò di scatto, colta di sorpresa da quella voce. Dietro di lei c'era un grande lupo dal pelo nero e con una divisa da marinaio simile a quella di Fenrir. Ma chi era quello? Non lo aveva mai visto prima di allora. Anche se di certo non conosceva tutti in paese.
«Mi scusi». Volle mettere subito in chiaro le cose. «Ma io non parlo con gli sconosciuti».
«Ah, scusi. Ho dimenticato le buone maniere. Io mi chiamo Mortimer. Lei non mi consoce, ma io conosco suo padre Argo. Tu devi essere Angel, giusto? Tuo padre non fa altro che parlarmi di te».
Angel sgranò gli occhi per la sorpresa. Lei non gli aveva detto il suo nome o quello di suo padre. Eppure li conosceva. Forse quindi stava dicendo la verità. Decise quindi di dargli fiducia.
«Piacere di conoscerti Mortimer. E sì. Sono triste. Il mio ragazzo mi ha lasciata, e mio padre mi tiene lontano dal mare».
«Oh, povera piccola. Potresti venire con me. Ho una barca. Magari potremmo prendere un tè insieme. Potrebbe tirarti su il morale».
«Ma hai sentito quello che ho detto? Mio padre non mi permette di avvicinarmi al mare».
«E allora disubbediscigli. Non c'è niente di male nel ribellarsi un po' ogni tanto. Goditi la vita e lasciati andare».
Angel ci rifletté. In effetti aveva ragione. In quel preciso istante non aveva una gran voglia di fare la figlia brava ed unbbidiente.
«E se mi scopre?» Chiese un po' preoccupata.
«Non ti preoccupare». La rassicurò lui. «Non lo diremo a nessuno». Concluse con tono da complice.
Angel allora annuì ed accettò di andare con lui. Dopotutto aveva fatto così anche con Fenrir, ed era stato in parte grazie a lui che aveva conosciuto Cosmo. Forse sarebbe avvenuto un altro mircacolo anche questa volta.
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La barca a motore di Mortimer era piuttosto grande, ma sufficiente ad essere manovrata da una sola persona. E Angel, accomodatasi sulla tavola che stava nella parte coperta della barca, aspettò che Mortimer portasse il te dalla cucina e, quando fu pronto e glielo offrì, lei lo trangugiò a piccoli sorsi.
«Grazie per avermi portata qui». Gli disse. «Non immagini nemmeno quanto abbia bisogno di confrontarmi con tutto questo».
«»Ma figurati. Rispose lui. «Ma dimmi, perché tuo padre ti ha proibito di andare al mare? Che cosa hai combinato?»
«Io ho sempre amato il mare». Rispose. «Ma mio padre pensa che ormai sia diventata un ossessione per me, e crede che tenendomi lontana mi passerà e che potrò pensare ad altro». Abbassò lo sguardo tristemente. «Purtroppo non è così. Sono mesi che il mio dolore non fa altro che peggiorare. Non riesco proprio a stare meglio».
«Succede che i genitori sbaglino e possano essere iperprotettivi. Ma che mi dici del tuo ragazzo? Che è successo?»
«Mi ha lasciata, ma non me la sento di parlarne». Rispose lei.
«Capisco. Dev'essere particolare avere una relazione con un cansirena». Disse con uno strano sguardo negli occhi.
A quelle parole Angel sussultò. Come faceva a sapere la verità su Cosmo? Stava per domandarglielo, ma improvvisamente la vista gli si annebbiò. Provò ad alzarsi, ma stranemente non riusciva più a rimanere in piedi, e sentiva come se non riuscisse più a rimanere sveglia. Ma cosa c'era in quel tè?
«Non temere. Presto rivedrai il tuo amato». Udì dire a Mortimer, con una voce maligna, prima di cadere a terra e perdere i sensi.
*
Ripresi i sensi Angel si ritrovò legata su di una sedia, in mare aperto, nel cuore della notte. Ma cosa stava succedendo?
«Fai la brava e non ti succederà niente».
«MA CHE STAI FACENDO? LASCIAMI ANDARE!»
«Lo farò solo se collaborerai». Rispose lui minacciosamente. «Dimmi tutto quello che sai su Canatlantidie e dove si trova».
«Non so di cosa tu stia parlando». Disse cercando vanamente di liberarsi.
«NON PROVARE A MENTIRMI!» Ribatté lui tirandole un orecchio.
«AHI! Basta! Mi fai male!»
«Ti farò di peggio se non parli!»
«Non so cosa tu stia parlando! Sei pazzo! Lasciami andare!»
«Lo sai benissimo invece. Ti ho vista mentre il tuo amichetto ti trasformata in una di loro».
A quelle parole il cuore di Angel si riempì di paura. Credeva di aver fatto attenzione. Credeva di essere stata attenta. Invece questo pazzo l'aveva seguita ed aveva scoperto tutto.
«Cosa vuoi fargli?» Le domandò con rabbia. Lo sguardo poi si spostò su degli arpioni appoggiati sul muro della barca. «No! Non ti permetterò di fare loro del male!» Gli disse con odio, avendo capito da sola la risposta.
«Oh, invece credo proprio che lo farai». Rispose lui minacciosamente. «Sono anni che do loro la caccia. Quasi nessuno ci crede, ma io e dei miei amici ne avevamo quasi presi due, ma loro hanno usato le loro code magiche per creare delle onde che hanno ribaltato la barca. I miei amici non ce l'hanno fatta, ma io mi salvai aggrappandomi alla botte. Ovviamente gliel'ho fatta pagare trafiggendoli entrambi con il mio arpione, ma purtroppo la corrente era troppo forte e non ho potuto recuperare i loro corpi». Strinse i pugni con rabbia. «Da allora non ne ho trovato più nessuno in tutti questi anni. Ma adesso, grazie a te, potrò averne quanti ne voglio». Sul suo muso si dipinse un'espressione di pura avidità. «Comincerò proprio dal tuo amichetto. Quindi ora chiamalo e dimmi anche tutto quello che sai».
Quelle parole riempirono il cuore di Angel di dolore e rimorso. Cosmo era già finito nei guai per colpa sua, ed adesso era finita tra le grinfie di un mostro che avrebbe potuto usarla come arma contro di lui e il suo popolo.
«Piuttosto dovrai uccidermi!» Gli sputò con determinazione e disprezzo. «Non ti lascerò loro del male maledetto assassino!»
A quelle parole i lineamenti del lupo si indurirono per l'ira. Si avventò su di lei e le strinse forte il collo, cominciando a strangolarla.
Angel sentiva l'aria che le mancava. Presto sarebbe morta lì, per la sua stupidità. Ma almeno Cosmo e gli altri cansirena sarebbero stati salvi. Improvvisamente Mortimer mollò la presa e lei cominciò a tossire recuperando l'aria. Dopodiché poi la slegò e la portò sul bordo della barca puntandole un coltello alla gola.
«Ehi, Cansirena dei miei stivali. Ho qui la tua amichetta. Fatti vedere o le taglio la gola e la getto in pasto agli squali». Gridò il lupo al mare.
«è inutile». Disse lei, dopo essersi ripresa, con il corpo che le tremava per la paura. «Non verrà nessuno. Quindi uccidimi e falla finita».
«Menti». Rispose lui. «Ho visto come ti guardava i mesi scorsi. Se vuole venire verrà. Altrimenti dì addio a tutti». Le disse minacciosamente ferendole il collo con il coltello.
Angel gemette per il dolore, a causa della ferita, e vide come il sangue sgocciolava da essa e finì in mare. Odiava quanto stava succedendo. E poteva solo incolpare se stessa per i pasticci che aveva combinato. Se fosse stata più attenta, Cosmo non sarebbe mai stato scoperto e non sarebbe finito nei guai. E se non fosse stata così stupida da fidarsi di uno sconosciuto, ora non starebbe succedendo tutto questo. Aveva sol fatto danni, e forse meritava davvero di morire.
Improvvisamente qualcosa urtò la barca.
«SEI TU VERO, BRUTTA BESTIACCIA! FATTI VEDERE O LEI MUORE». Gridòi il lupo stringendo la sua presa su Angel.
In risposta la barca oscillò di nuovo, colpita sotto da qualcosa. e Mortimer, mentre si guardava attorno, venne colpito in pieno volto, permettendo ad Angel di divincolarsi e scappare.
Non si tuffò subito in acqua perché non poteva rischiare, per quanto fosse quasi certa che quella cosa fosse Cosmo. Oltretutto quel lupo malvagio sapeva troppo e andava fermato in qualche modo. Iniziò a cercare qualcosa per immobilizzarlo, per poi nascondersi ed aspettare. Mortimer continuava a sbraitare ed imprecare, mentre cercava di beccare chi continuava a far oscillare la barca.
Angel poi vide qualcuno salire a bordo con un balzo. Cosmo! Questo le diede dei sentimenti contrastanti. Da un lato era immensamente felice di rivederlo, ma dall'altro era preoccupata per lui, data la situazione di pericolo imminente. Quest'ultimo fece lo sgambetto a Mortimer con un colpo di coda.
«Presto scappa! Mettiti in salvo!» Le disse poi voltandosi verso di lei.
«No! Non ti lascio! Non voglio perderti di nuovo!» E corse verso di lui.
Mortimer aveva recuperato l'arpione e provò a colpire Cosmo, ma Angel lo anticipò afferrando la sedia su cui l'aveva legata e colpendolo per prima.
«Maledetta ragazza!» Si infuriò Mortimer tentando di colpirla con l'arpione.
Cosmo lo disarmò con un'altra codata, ferendosi con la punta dell'arma nel gesto.
«Oh no». Gemette Angel, dopo averlo raggiunto.
«Tranquilla. Me la caverò. Ma andiamocene di qui». Le disse Cosmo.
«VOI NON ANDRETE DA NESSUNA PARTE!» urlò Mortimer correndo verso di loro con l'arpione.
Cosmo dovette agire rapidamente, e rotolò orizzontalmente contro Mortimer, facendolo inciampare di nuovo. Il Lupo provò a mantenere l'equilibrio, cercando di afferrare Angel, ma lei si scansò e lui cadde in mare. Cosmo si buttò a sua volta ed Angel vide come il sangue che sgorgava si disperdeva nell'acqua. Improvisamente capì cosa voleva fare e non poté che trovarsi daccordo. Mortimer tentò di raggiungere Cosmo per infilzarlo con l'arpione, ma Angel gli gettò addosso una rete intrappolandolo. Ora era impotente a quello che stava per accadere. Il cansirena nuòtò vicino al lupo per poi scuotere la coda in modo che il suo sangue andasse verso di lui. Improvvisamente tutti loro videro avvicinarsi la pinna di uno squalo, attirato dal sangue del cansirena. Mortimer tentò di agitarsi, di implorare aiuto o pietà, ma né Cosmo né Angel fecero qualcosa per lui. Cosmo tentò di nuovo di salire sulla barca, ma la ferita alla coda glielo impediva. Angel provò ad aiutarlo, ma era troppo pesante. Troppo presi tra di loro, cercarono di non guardare mentre Mortimer veniva divorato dallo squalo. Angel tentava disperatamente di aiutare il suo amato, o lo squalo avrebbe mangiato anche lui. Ma niente da fare.
Tutto sembrava perduto quando improvvisamente si udì il rumore di un'altra barca che si avvicinava. Alzando lo sguardo, Angel vide di chi si trattava. Fenrir!
Quest'ultimo rapidamente salì sull'altra barca ed aiutò Angel a tirare Cosmo a bordo.
«Grazie Fenrir». Le disse Angel con un grande sollievo. «Non oso immaginare cosa sarebbe successo se non fossi arrivato».
Quest'ultimo la ingnorò e si rivolse verso lo squalo che stava finendo di divorare quel che restava di Mortimer.
«Ora non farai più del male a nessuno». Disse con odio per poi sputare verso quel punto. Poi si volse verso Cosmo. «Cosmo, sei già finito nei guai una volta, ma continui a venire in superficie».
Quelle parole furono una gran sorpresa per Angel. Sapeva che Fenrir era a conoscenza dei cansirena, ma come faceva a conoscere Cosmo di persona?
«Fernri? Sei davvero tu? Allora non erano solo dicerie». Rispose Cosmo.
Angel era sempre più confusa, ma fu Fenrir a spiegarle tutto. Un tempo lui era un cansirena, proprio come Cosmo, ed i due che Mortimer aveva ucciso in passato erano i suoi genitori. Raggiunta la maggiore età la maturità, aveva utilizzato la perla per trasformarsi permanentemente in un terrestre in modo da tenere d'occhio direttamente sulla terraferma i tipi come Mortimer, ed impedire agli altri cansirena di andare in superficie per evitare che facessero la stessa fine. A volte purtroppo, qualcuno, come Cosmo, riusciva comunque a sfuggire al suo controllo.
«Se sapevi che Mortimer aveva ucciso i tuoi genitori, perché non ti sei mai vendicato?» Chiese Angel confusa.
«Perché se lo avessi ucciso sarei finito in prigione e non sarebbe rimasto nessuno a fare la guardia». Spiegò Fenrir. «Comunque ora torniamo a riva. Cosmo, tu devi tornare a casa prima che qualche altro tipaccio ti veda e si faccia venire qualche strana idea».
Detto questo, lui ed Angel misero Cosmo sulla barca. Poi agganciarono anche l'imbarcazione di Mortimer per poi mettere in moto ed arrivare sulla terraferma. Dopodiché diede ad Angel un kit medico in modo che potesse curare la ferita di Cosmo, e se ne andò a fare la guardia nei dintorni per assicurarsi che nessuno potesse avvicinarsi e vedere Cosmo.
«Non dovevi rischiare per me la tua vita in quel modo». Gli disse la pastore tedesco mentre cominciava a medicarlo.
«Per te lo farei sempre. Per questo sono tornato. Non posso più vivere senza di te. Ti amo e non troverò mai un'altra come te in tutto l'oceano. E se vogliono punirmi per averti rivista lo accetterò. L'importante è che tu stia bene e che non ti accada niente».
«Anch'io ti amo Cosmo. Non ho mai smesso di pensarti per tutto questo tempo». Rispose lei commossa per poi apprestarsi a baciarlo.
Improvvisamente la perla intorno al collo di Cosmo iniziò a brillare, con grande sorpresa di entrambi.
Ed ancora più improvvisamente, dal mare emerse il re di Canatlantide accompagnato dalla sua scorta. I due innamorati si inchinarono d'innanzi a quest'ultimo in segno di rispetto.
«Cosmo». Disse il re. «Hai di nuovo infranto le regole. Sai che non dobbiamo avere rapporti con i terrestri. Ma la perla non mente. Stanotte hai raggiunto la maturità, dimostrando quanto l'amore vada oltre ogni cosa. Avresti sacrificato volentieri la tua vita per questa giovane. E tu, mia cara, sei stata molto coraggiosa. Non hai rivelato i nostri segreti neppure sotto tortura. Cosmo aveva ragione su di te. Hai davvero un cuore buono. Ora comprendo quanto il vostro amore sia potente, profondo e sincero. Per questo avrete la mia benedizione. Potete vedervi tutte le volte che volete».
Detto questo, il re e le sue guardie li salutarono per poi andarsene.
I due si abbracciarono l'un l'altro, felici che il loro non fosse più un amore proibito.
«Sai». Disse Cosmo. «Pensavo di utilizzare la perla proprio per questo. Devi solo chiedermelo e potrai davvero parte del mio popolo. Ma, se non vuoi, sarò io a rimanere con te nel tuo mondo. L'importante è che noi due possiamo stare insieme per sempre, non importa come».
Angel fu piacevolmente sorpresa da questa proposta.
«Tu... Vorresti davvero usare il tuo unico desiderio per me?»
«Certo. Un cansirena dovrebbe desiderare qualcosa che lo renda felice, e la cosa che mi renderebbe maggiormente felice al mondo è poter stare insieme a te».
Per Angel quella era una decisione importante, e non poteva prenderla impulsivamente.
«Mi piacerebbe molto riavere la mia coda di pesce». Rispose infine. «Oltretutto amo il mare, ed il tempo passato con te me lo ha fatto amare ancora di più. Però non agiamo troppo frettolosamente. Devo prima organizzarmi e salutare la mia famiglia. Non posso andarmene così, senza preavviso».
«E se usassi la perla per trasformare anche loro, oltre che a te? Devo solo formularlo come unico desiderio».
«Non penso che sarebbe una buona idea». Rispose lei. «La loro vita è qui, e non posso chiedergli di lasciarla solo per me. Meredith sarebbe più che felice di seguirmi, ma penso sia ancora troppo giovane per una scelta simile».
«E non sarebbe una buona idea neanche usare la perla per ottenere il potere di trasformarci da cansirena a terrestri e viceversa a comando ogni volta che vogiamo. Fare avanti ed indietro troppe volte sarebbe pericoloso ed aumenterebbe la possibilità di venire scoperti. Quindi è inevitabile. Se uno di noi vuole vivere nel mondo dell'altro, dovrà farlo diventarne parte veramente, in tutto e per tutto». Spiegò Cosmo
Finite di pronunciare quelle parole, i due udirono la voce dei cari di Angel dietro di lei. Argo, Gaya, e Meredith erano riusciti ad aggirare Fenrir, o era lui che li aveva lasciati passare. Ed avevano visto, con loro enorme sorpresa la coda di pesce di Cosmo.
«Mi credete adesso?» Disse Angel rivolta ai suoi genitori.
Loro la abbracciarono e si scusarono con lei, anche se Meredith non dovette scusarsi di nulla, dato che le aveva creduto fin dall'inizio. Dopodiché entrambi dovettero spiegare quanto accaduto e li informarono anche di quello che stavano pensando di fare.
«Ma sei impazzita? Non se ne parla». Aveva risposto suo padre. «Stravolgere il tuo corpo e la tua vita in quel modo. E poi te ne andresti per sempre. Non ti vedremmo più. Non pensi a tutti noi?»
«Tuo padre ha ragione». Disse Gaya. «Questa non è una decisione che puoi prendere impulsivamente in fretta e furia».
«Infatti non accadrà subito». Volle rassicurarli. «Ci stiamo ancora riflettendo su cosa fare».
«Io amo vostra figlia con tutto il mio cuore». Si intromise Cosmo. «Ma non voglio creare disagi tra di voi. Non deve per forza essere lei a cambiare. Posso anche essere io a venire a vivere con voi nel vostro mondo. In questo modo non vi separerete da lei».
«Sei molto caro». Rispose Gaya sorridendo. «Ma così saresti tu a rinunciare ad ogni cosa».
«Per Angel lo farei volentieri. La mia famiglia potei comunque vederla ogni tanto quando vengono in superficie. Comunque ci stavamo ancora pensando. Decideremo meglio le prossime notti. Ora devo andare, per organizzare meglio la cosa». Rientrò in acqua e si apprestò ad immergersi, ma poi si voltò di nuovo verso di loro. «Angel, vieni come al solito la prossima luna piena. Sarà quello il momento in cui prenderemo la nostra decisione. Per allora avrò anche una cosa molto importante da chiederti. Mi raccomando, non mancare». E sparì sott'acqua.
Rimasta sola con la sua famiglia, Angel, venne aiutata da tutti loro a rialzarsi, per poi seguirli a casa. Quella che si apprestava a prendere era una decisione importante. E quindi doveva sistemare tutto, per quando l'avrebbe presa. Ma, una volta fatto, lei e Cosmo, indipendentemente da chi dei due si sarebbe trasformato, avrebbero potuto amarsi in totale libertà senza più limiti e barriere.
Capitolo 6
Le giornate passarono rapidamente. Angel era felice di non dover più mentire alla sua famiglia e parlar loro liberamente. Nonostante ciò, la decisione che andava presa non era affatto facile. Se Angel fosse andata via con Cosmo in fondo al mare, non sarebbe più potuta stare con la sua famiglia, mentre invece, se fosse stato Cosmo a venire a vivere sulla terra ferma, sarebbe stato lui a dover dire addio ai suoi cari. Per tuto il tempo non fecero altro che pensarci.
Quando poi ci fu di nuovo la luna piena, tutti e quattro si recarono all'incontro con Cosmo. Appena arrivati, Angel non perse tempo ad indossare il costume e ad entrare in acqua mentre Cosmo emerse prontamente d'avanti a lei. Osservando la sua coda, poté accorgersi che ormai la ferita si era del tutto rimarginata.
«Sei guarito!» Disse felicemente Angel a Cosmo saltandogli addosso abbracciandolo.
«Sì. Non temere. è tutto apposto». Rispose lui. «Ma ora arriviamo al sodo. Come sai, c'è qualcosa di importante che devo dirti».
«Cosa?»
«Come sai, abbiamo capito quanto ci amiamo. E voglio fare le cose per bene tra di noi». Le prese la zampa, le mostrò un anello di corallo levigato con al centro una piccola perla bianca. «Angel, vuoi sposarmi?»
Quelle parole furono per Angel come una scarica in tutto il corpo.
«Sì». Rispose fulminea, in preda alla gioia, cominciando a ricoprirlo di baci. «Sì che voglio sposarti». Era troppo bello per essere vero. Con quella richiesta Cosmo le aveva dato conferma che stava cercando un impegno serio con lei. «Ma comunque». Disse dopo essersi data una calmata. «Penso che ora dovremmo decidere chi di noi dovrà trasformarsi».
«Per questo sono venuto insieme ai miei genitori».
A quelle parole, Dylan e Doris emersero dietro di lui. Si avvicinarono e salutarono i genitori di Angel. Le due coppie facilmente ad andare d'accordo. Entrambe le parti avevano capito quanto i loro figli si amassero e volevano solo la loro felicità. E quindi, chiacchierando tra di loro, decisero che dovevano essere quest'ultimi a compiere la scelta. Il massimo che potevano fare era solo accettarla e rispettarla. Quindi, dopo essersi chiariti su questo, entrambe le parti chiesero chi si sarebbe trasformato.
«Io ho deciso da molto tempo». Rispose Angel con la serenità nel cuore e la certezza di quello che stava per fare. «Sarò io a trasformarmi. Amo Cosmo e voglio stare con lui, ma non si tratta solo di questo. Sapete quanto amo il mare, fin da quando ero piccola. E il tempo passato sott'acqua con Cosmo me lo ha fatto amare ancora di più. Ho avuto un'assaggio dello stile di vita dei cansirena, e l'ho adorato. Essere un cansirena è bellissimo. Puoi respirare sott'acqua, resti a mollo ininterrottamente senza mai raggrinzirti, ed hai una bellissima coda di pesce con cui puoi nuotare a velocità che non avresti mai ritenuto possibili. Non puoi cadere o inciampare. Hai come l'impressione di volare. E poi, posso vedere miriadi di banchi di pesci tutti colorati, di forme e colori differenti. Saltare con i delfini, nuotare con le balene». Lo sguardo di Angel era completamente perso mentre diceva tutte quelle cose, ed anche la scintilla nei suoi occhi brillava più che mai mentre ne parlava. «è così che voglio vivere il resto della mia vita». Concluse in totale ed assoluta estasi. Poi si rivolse alla sua famiglia. «Mamma. Papà. Meredith. Nonostante tutto il nostro non sarà un addio. Durante le notti di luna piena potremmo continuare a vederci. Ed una volta l'anno userò i miei nuovi poteri per ridiventare momentaneamente terrestre e tornare in casa insieme a voi. Non uscirò mai dalle vostre vite».
I suoi genitori, fino all'ultimo, avevano sperato che non sarebbe stata lei ad andarsene, anche se in cuor loro, sapevano che lo avrebbe fatto.
«L'importante è che tu sia felice». Disse suo padre.
«Per tutto il resto ce la caveremo». Rispose sua madre.
Cosmo ed Angel erano così felici della cosa. Potevano finalmente stare insieme, ed ora dovevano solo predisporre le cose per il loro futuro.
«Vuoi che ti trasformi subito?» Chiese Cosmo prendendo la perla.
«No». Rispose Angel. «Facciamolo subito dopo esserci sposati. Così renderemo ancora più simbolico ed ufficiale il mio entrare a far parte del tuo mondo».
Per Cosmo l'idea non era male, ed accettò.
«Informeremo il re di Canatlantide della cosa». Disse Dylan. «è lui che si occupa dei matrimoni in questo caso. E se Angel verrà a stare con noi come una di noi, allora è giusto che si sposi secondo le nostre tradizioni. Il matrimonio si svolgerà durante la prossima luna piena. Non mancate».
«Non mancheremo di certo». Disse Argo.
«Allora ci vediamo alla prossima luna piena. Buona serata». Disse Doris, per poi sparire in mare con Dylan.
«Non vedo l'ora che arrivi la prossima Luna piena». Disse Cosmo ad Angel dopo averle dato un bacio.
«Non vedo l'ora anch'io». Rispose lei.
Dopo essersi salutati, anche Cosmo si immerse sott'acqua andandosene.
«Non preoccupatevi». Disse Angel alla sua famiglia, dandogli un abbraccio. «Anche se non staremo più insieme come una volta, lo saremo ancora spiritualmente, finché continueremo a volerci bene. Non vi lascerò mai davvero, e tornerò sempre a trovarvi ogni volta che potrò farlo».
I suoi genitori le sorrisero, felici del fatto che avesse ritrovato la felicità e serenità che aveva perduto in quei mesi, e Meredith le chiese:
«Quando verrai a trovarci ci porterai dei souvenir dal fondo del mare?»
«Ma certo». Rispose Angel dolcemente. «Ti porterò una collana di conchiglie ogni volta che verrò. E saranno di varie forme e colori diversi».
«Evviva!» Esultò Meredith.
E poi tutti loro tornarono a casa.
*
Nei giorni che precederono il gran momento, Angel aveva predisposto ogni cosa.
Ai suoi amici disse che si stava trasferendo all'estero per sposarsi e andare a vivere lì.
I genitori avrebbero mantenuto il segreto, in modo da evitare che altri tipacci avrebbero dato la caccia a lei e agli altri. Avrebbero anche aiutato Fenrir, divenuto un amico di famiglia, a svolgere il suo compito. Il lupo di mare era diventato meno burbero dopo l'incontro con Angel. La sua dolcezza e la sua bontà gli avevano fatto capire che non tutti i terrestri erano malvagi. Ed anche la notizia dell'imminente matrimonio lo rese felice. Quell'unione poteva essere il primo passo per un mondo migliore. E se c'era qualcuno che meritava di andare a vivere tra i cansirena come una di loro, quella era decisamente Angel.
«Ho fatto bene a fidarmi di lei quel giorno». Pensava di tanto in tanto. «Da tempo cercavo qualcuno che potesse prendere il mio posto quando non ci sarei stato più. Lei e la sua famiglia sono perfetti. Un manipolo di brave persone. Mentre Angel terrà d'occhio i cansirena, il resto della sua famiglia mi aiuterà qui sulla terra ferma».
Le cose stavano andando nel migliore dei modi.
*
Arrivò il fatidico momento, e Angel e la sua famiglia si sbrigarono a recarsi in spiaggia. Quest'ultima si sbrigò subito a togliersi i vestiti, rimanendo in costume da bagno, consapevole che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta che li indossava, non che la cosa le dispiacesse.
Anche Cosmo e i suoi genitori arrivarono puntualmente, ed Angel entrò in acqua camminando verso di loro. Assaporò con attenzione ogni passo che stava compiendo, sapendo che questa volta stava entrando in acqua per rimanerci. è vero che avrebbe potuto uscirne fuori con i suoi nuovi poteri una volta all'anno. Ma quelli erano comunque i suoi ultimi istanti come terrestre. Da quel momento in poi sarebbe stata a tutti gli effetti una creatura marina.
«è tutto pronto?» Gli chiese lei una volta raggiunto.
«Va tutto bene». Rispose lui. «Ne ho anche parlato con i miei amici. Loro sono dispiaciuti per aver pensato male di te. E mi assicurano che sono pronti ad accoglierti per quando arriverai. Tutta Canatlantide ti sta aspettando pronta a darti il benvenuto».
Nonostante questo, nessuno di loro era potuto venire, perché Cosmo aveva optato per un matrimonio privato.
«Mi raccomando». Disse Argo rivolto a Cosmo e ai suoi genitori. «Prendetevi cura di lei. Fatela stare bene».
«Vi assicuro che starà bene». Rispose Dylan. «Angel sarà la benvenuta tra di noi, la tratteremo come una di noi, e la faremo sentire a casa sua».
Chiariti su questo arrivò in quel momento il re di Canatlantide, questa volta senza scorta. Si mise tra Angel e Cosmo, che gli fecero cenno di procedere:
«Amatissimi ospiti, siamo qui riuniti per unire questo cansirena e questa terrestre nel sacro vincolo del matrimonio. Questa notte non verrà ricordata solo per l'unione di due innamorati, ma anche per essere il primo passo tra una possibile unione tra terra e mare. Un possibile inizio per un nuovo mondo. Non accadrà tutto di punto in bianco, ma è possibile che gradualmente si possa raggiungere la pace e l'armonia tra le due parti». Mentre parlava, Cosmo ed Angel giunsero le loro mani, mentre due pesci, arrivati sul momento, fecero degli spruzzi dietro di loro e il re, formando un cuore d'acqua.
«Cosmo, vuoi tu prendere questa terrestre come tua legittima sposa?» Continuò il re.
«Sì, lo voglio». Disse lui con dolcezza.
«Angel, vuoi tu prendere questo cansirena come tuo legittimo sposo?»
«Sì lo voglio». Rispose lei in preda alla più pura ed assoluta felicità.
«Allora in virtù dei poteri conferitomi dalle divinità marine e terrestri, io vi dichiaro marito e moglie». Concluse il re. «Puoi baciare la sposa».
A quelle parole Cosmo ed Angel si abbracciarono con forza e si baciarono con passione. Di un lungo e passionale bacio.
«Allora sei pronta?» Chiese Cosmo a sua moglie dopo quel bacio prendendo e mostrandole la perla.
«Lo sono da tutta la vita». Rispose dolcemente lei avvicinandosi e poggiando la perla e le zampe di Cosmo su di sé, facendogli cenno di procedere.
Cosmo allora fece un respiro profondo e formulò il desiderio.
«Desidero che Angel diventi una vera cansirena in tutto e per tutto».
Appena pronunciate quelle parole, la perla scomparve trasformandosi in una luce, che avvolse Angel in tutto il corpo, sollevandola in aria a due metri di altezza. Angel sentì uno strano formicolio che le pervadeva tutto il corpo, sia da dentro che da fuori. Abbassando lo sguardo Angel vide le sue zampe posteriori fondersi ridiventando di nuovo una coda di pesce, e si accorse che anche il reggiseno del suo costume stava cambiando, trasformandosi in un reggiseno a conchiglia, simile a quelli indossati dalle femmine di cansirena. Quando la luce scomparve e la trasformazione fu completa, Angel saltò in acqua e, una volta riemersa, chiese a Cosmo:
«è fatta quindi? Questa volta rimarrò così per sempre?»
«Guarda la tua coda e lo saprai». Rispose lui facendole l'occhiolino.
Lei allora alzò la coda e si accorse che stava brillando, proprio come faceva quella di Cosmo. Non era mai successo quando era accaduto le altre volte. A quella vista si sentì mancare il fiato per l'emozione ed abbraccio quella che, finalmente, ormai non era più una coda in prestito, ma era veramente la sua coda, in tutto e per tutto. Questa volta non era una terrestre camuffata da cansirena, ma era veramente una cansirena. Iniziò quindi a saltare fuori dall'acqua, più e più volte. urlando in preda alla più pura ed assoluta gioia ed euforia.
Tutti le permisero di sfogarsi, e poi Angel nuotò verso la sua famiglia.
«Come ti senti?» Chiese suo padre. «Va tutto bene?»
Lei in risposta li abbracciò tutti.
«Certo che sto bene». Rispose lei serena come non mai. «Ora sono parte del mare e il mare è parte di me. Come potrei non stare bene?»
Finito l'abbraccio. Tutti decisero che era meglio aspettare e avere conferma se la trasformazione era permanente oppure no. Per evitare di correre rischi inutili.
Durante l'attesa il re li aveva salutati e se n'era andato. Anche i genitori di Cosmo se ne andarono dicendo alla coppia che li avrebbero aspettati a casa.
I due sposi giocarono e si divertirono insieme, ed anche Meredith, si tolse i vestiti, rimanendo col costume da bagno, e si tuffò in acqua per divertirsi con loro. Angel prese la sorellina sulla spalla e la portò allo scoglio dove si era incontrata con Cosmo nei mesi passati, per poi tornare indietro. Argo e Gaya osservarono la scena abbracciati, felici di vedere come le loro figlie fossero felici in quel momento.
Le ore passarono e l'incantesimo non si era spezzato, con grande gioia di Angel e Cosmo.
«Quindi è tutto apposto?» Chiese Gaya alla figlia.
«Come ti sembra la prospettiva di rimanere in queste sembianze per sempre?» Aggiunse suo padre.
«Mi piace moltissimo». Rispose serenamente Angel. «Ora posso rimanere in acqua tutto il tempo senza raggrinzire o rischiare di annegare».
«Ma fai attenzione agli squali». Scherzò Meredith.
Angel in risposta le schizzò addosso un po' d'acqua, facendola scappare ridendo dietro i loro genitori.
«Non temere». Rispose poi allegramente con uno sguardo malizioso. «Nuoto più veloce di un pesce. Non mi prenderanno».
Argo a quelle parole sorrise ripensando al tempo addietro, quando gliele aveva dette da cucciola.
«Ora è tempo di andare». Disse Angel. «Alla prossima luna piena vi racconterò tutto quello che faremo nel frattempo». Abbracciò per un'ultima volta la sua famiglia. «Vi voglio bene». Disse loro. Per poi voltarsi verso Cosmo, ed immergersi con lui nelle profondità del mare, dove la aspettava la sua nuova vita.
Argo, Gaya, e Meredith rimasero a fissare l'orizzonte un'ultima volta.
«Buona fortuna mia piccola pesciolina». Disse quindi Argo per poi andare a casa con Gaya e Meredith.
*
La luna piena successiva, tutti loro tornarono puntuali a rivedere Angel, che si presentò con Cosmo in totale puntualità. Angel ne ebbe di cose da raccontare su quanto fosse felice e le piacesse la vita che si stava costruendo laggiù, ed aveva anche mantenuto la promessa, portando alla sorellina una collana di conchiglie. Quando venne il momento di andare, Meredith chiese di poter rimanere da sola con Angel in privato. Loro non capirono quella richiesta, ma accettarono. Rimaste da sole, Meredith si tolse i vestiti rimanendo in costume da bagno, si tuffò in acqua, e chiese alla sorella facendo gli occhi da cucciola:
«Mi trasformeresti momentaneamente in cansirena, per favore?»
«Perché?» Chiese Angel molto sorpresa da questa richiesta.
«Tu sembri divertirti molto con quella coda di pesce. Anch'io voglio averne una, anche se per poco tempo».
Angel le toccò il naso sorridendole.
«Va bene. Ma non lo diciamo a mamma e papà. Non vorrei che pensassero che anche tu vuoi andartene via, vero?»
«Immagino non sia giusto farli preoccupare».
«Già. Almeno una di noi deve rimanere con loro. Ed oltretutto, se vogliamo la pace tra i due mondi, è necessario che ci siano dei terrestri che sappiano la verità e che la accettino».
Detto questo, Angel posò la coda sulle zampe posteriori di Meredith, ed esse, in un lampo di luce, si trasformarono in una coda di pesce color magenta. Le due si divertirono molto a nuotare insieme come cansirene, e Meredith comprese di più perché la sua sorellona avesse scelto quella vita. Quando scadde il tempo ovviamente tornarono a riva in tempo. E Meredith si fece promettere di farsi trasformare altre volte, anche se lei non avrebbe mai compiuto una trasformazione permanente.
*
Ogni anno Angel e Cosmo tornavano sulla terraferma, trasformandosi in terrestri, ed andando a trovare la famiglia di quest'ultima. Loro le avevano anche lasciato la stanza esattamente come era. Meredith, che riceveva una collana di conchiglie ogni volta che la sorella arrivava, ascoltava con gioia ed entusiasmo di tutte le esperienze che Angel stava vivendo in fondo al mare. Ed i suoi genitori erano felici di sapere che stava bene ed era felice.
Una notte di luna piena, qualche anno dopo, stranamente, Angel e Cosmo non vennero. Al loro posto vennero Luna, Ettore, Lucky, e Margot. Spiegarono alla famiglia, molto sorpresa dall'assenza di loro figlia, che non erano potuti venire per cause di forza maggiore, e che per un po' non si sarebbe fatta viva. Ma li rassicurarono che c'era un motivo specifico, anche se non spiegarono quale. Le notti di luna piena successiva Angel continuava a non venire. Argo e Gaya cominciarono a temere che ormai Angel si divertisse così tanto in fondo al mare che ormai non volesse più riemergere nemmeno per fare loro visita.
«Angel non lo farebbe mai». Si era opposta Meredith con determinazione. «Sono sicura che c'è un motivo sul perché non viene. E quando tornerà, ci spiegherà tutto».
E le sue speranze non furono vane. Dopo più di un anno, quando aspettarono di nuovo durante la notte di luna piena. Le teste di Angel e Cosmo uscirono fuori dall'acqua. I suoi genitori furono contenti di vederla, e le chiesero cosa le avesse impedito di venire tutto questo tempo.
«Mi dispiace». Aveva risposto lei. «è che è successa una cosa, e volevo farvi una sorpresa».
«Quale sorpresa?» Avevano chiesto tutti loro confusi.
A quelle parole, Angel e Cosmo fecero emergere anche il busto fuori dall'acqua, e la famiglia di Angel si accorse che avevano entrambi qualcosa tra le braccia. Si accorsero con gran gioia che quelli erano dei cuccioli di cansirena. Due Geberian Shepsky, uno con la coda d'oro e l'altro con la coda d'argento.
«Lui si chiama Gold». Disse Cosmo riguardo al cucciolo con la coda d'oro che teneva tra le zampe.
«Lei invece è Silver». Disse Angel riguardo alla piccola dalla coda d'argento.
Tutti loro furono contenti della bella notizia. Certo, Argo, e Gaia quando in passato immaginavano di avere dei nipoti, non pensavano sarebbero stati con la coda di pesce, ma non importava. Era comunque felici di essere diventati nonni. Anche Meredith era contenta ed entusiasta di essere diventata zia. Glieli fecero anche tenere in braccio per farglieli vedere meglio. Erano dei cuccioli così adorabili. E sapevano già che li avrebbero amati molto.
Angel poi spiegò loro come appunto avesse scoperto la propria gravidanza e di come appunto avesse dovuto fare attenzione a non fare movimenti bruschi per non perderli. E di come entrambi avessero deciso di non dire nulla alla famiglia di Angel per non rovinare la sorpresa.
«Sono felice per voi». Aveva detto Gaya «Mi raccomando». Disse poi dando Silver a Meredith. «Essere genitori è una responsabilità enorme. Fai tesoro di questa esperienza e lascia che ti aiuti a crescere e maturare».
«Lo farò». Rispose lei.
«Sai, anch'io ho una sorpresa per te». Disse Meredith. «Fenrir mi sta addestrando, ed in futuro prenderò il suo posto come guardiana della terra e del mare».
«Davvero?» Disse Angel sorpresa. «è fantastico». Esclamò entusiasta. «Anche questa è una grossa responsabilità. Fanne tesoro e comportati bene».
«Non temere.» La rassicurò lei.
*
I figli di Angel e Cosmo crebbero in una famiglia amorevole ed armoniosa. E, quando raggiunsero l'età giusta, i loro genitori gli raccontarono di come si erano conosciuti. Gold fu molto affascinato dalla cosa, e voleva saperne il più possibile sul mondo da cui proveniva sua madre, Angel e Cosmo ovviamente gli intimarono di andarci solo di notte, e di non allontanarsi troppo, per non evitare tipi loschi come quel Mortimer. Il piccolo prometteva, ma non riusciva a tenere a freno la sua curiosità, e a non rischiare di mettersi nei guai, proprio come suo padre da ragazzo. Voleva vedere la terra altre volte, non solo quando andava a trovare i suoi nonni e sua zia della terra.
*
Un giorno si ritrovò anche impigliato in una rete ma, per sua fortuna, venne salvato da Meredith, prima che fosse troppo tardi.
«Non dirlo ai miei zia Meredith». L'aveva implorata. «Potrebbero vietarmi di riemergere durante le notti di luna piena se lo scoprono».
«D'accordo». Aveva ceduto lei. «Ma se continui a disubbidire dirò loro ogni cosa». Disse facendogli l'occhiolino con fare da complice.
«Va bene. Farò più attenzione». Le aveva risposto. «Ciao zietta». E tornò sott'acqua.
Meredith aveva ormai preso il posto di Fenrir, passato a miglior vita, ed era molto dedita al suo nuovo compito. In barca c'erano, come portafortuna, alcune delle collane di conchiglie che la sua sorellona le aveva regalato nel corso degli anni.
I suoi nipoti erano vivaci, e lei aveva un bel rapporto con loro. Gold andava sempre più spesso sulla terra ferma, sempre più attratto dal fascino e dalla curiosità di quel posto. Ma solo il tempo avrebbe detto se la sua sarebbe stata una passione limitata, o se invece avrebbe desiderato andare a vivere lì, proprio come sua madre aveva desiderato vivere in fondo al mare.
FINE
Quando poi ci fu di nuovo la luna piena, tutti e quattro si recarono all'incontro con Cosmo. Appena arrivati, Angel non perse tempo ad indossare il costume e ad entrare in acqua mentre Cosmo emerse prontamente d'avanti a lei. Osservando la sua coda, poté accorgersi che ormai la ferita si era del tutto rimarginata.
«Sei guarito!» Disse felicemente Angel a Cosmo saltandogli addosso abbracciandolo.
«Sì. Non temere. è tutto apposto». Rispose lui. «Ma ora arriviamo al sodo. Come sai, c'è qualcosa di importante che devo dirti».
«Cosa?»
«Come sai, abbiamo capito quanto ci amiamo. E voglio fare le cose per bene tra di noi». Le prese la zampa, le mostrò un anello di corallo levigato con al centro una piccola perla bianca. «Angel, vuoi sposarmi?»
Quelle parole furono per Angel come una scarica in tutto il corpo.
«Sì». Rispose fulminea, in preda alla gioia, cominciando a ricoprirlo di baci. «Sì che voglio sposarti». Era troppo bello per essere vero. Con quella richiesta Cosmo le aveva dato conferma che stava cercando un impegno serio con lei. «Ma comunque». Disse dopo essersi data una calmata. «Penso che ora dovremmo decidere chi di noi dovrà trasformarsi».
«Per questo sono venuto insieme ai miei genitori».
A quelle parole, Dylan e Doris emersero dietro di lui. Si avvicinarono e salutarono i genitori di Angel. Le due coppie facilmente ad andare d'accordo. Entrambe le parti avevano capito quanto i loro figli si amassero e volevano solo la loro felicità. E quindi, chiacchierando tra di loro, decisero che dovevano essere quest'ultimi a compiere la scelta. Il massimo che potevano fare era solo accettarla e rispettarla. Quindi, dopo essersi chiariti su questo, entrambe le parti chiesero chi si sarebbe trasformato.
«Io ho deciso da molto tempo». Rispose Angel con la serenità nel cuore e la certezza di quello che stava per fare. «Sarò io a trasformarmi. Amo Cosmo e voglio stare con lui, ma non si tratta solo di questo. Sapete quanto amo il mare, fin da quando ero piccola. E il tempo passato sott'acqua con Cosmo me lo ha fatto amare ancora di più. Ho avuto un'assaggio dello stile di vita dei cansirena, e l'ho adorato. Essere un cansirena è bellissimo. Puoi respirare sott'acqua, resti a mollo ininterrottamente senza mai raggrinzirti, ed hai una bellissima coda di pesce con cui puoi nuotare a velocità che non avresti mai ritenuto possibili. Non puoi cadere o inciampare. Hai come l'impressione di volare. E poi, posso vedere miriadi di banchi di pesci tutti colorati, di forme e colori differenti. Saltare con i delfini, nuotare con le balene». Lo sguardo di Angel era completamente perso mentre diceva tutte quelle cose, ed anche la scintilla nei suoi occhi brillava più che mai mentre ne parlava. «è così che voglio vivere il resto della mia vita». Concluse in totale ed assoluta estasi. Poi si rivolse alla sua famiglia. «Mamma. Papà. Meredith. Nonostante tutto il nostro non sarà un addio. Durante le notti di luna piena potremmo continuare a vederci. Ed una volta l'anno userò i miei nuovi poteri per ridiventare momentaneamente terrestre e tornare in casa insieme a voi. Non uscirò mai dalle vostre vite».
I suoi genitori, fino all'ultimo, avevano sperato che non sarebbe stata lei ad andarsene, anche se in cuor loro, sapevano che lo avrebbe fatto.
«L'importante è che tu sia felice». Disse suo padre.
«Per tutto il resto ce la caveremo». Rispose sua madre.
Cosmo ed Angel erano così felici della cosa. Potevano finalmente stare insieme, ed ora dovevano solo predisporre le cose per il loro futuro.
«Vuoi che ti trasformi subito?» Chiese Cosmo prendendo la perla.
«No». Rispose Angel. «Facciamolo subito dopo esserci sposati. Così renderemo ancora più simbolico ed ufficiale il mio entrare a far parte del tuo mondo».
Per Cosmo l'idea non era male, ed accettò.
«Informeremo il re di Canatlantide della cosa». Disse Dylan. «è lui che si occupa dei matrimoni in questo caso. E se Angel verrà a stare con noi come una di noi, allora è giusto che si sposi secondo le nostre tradizioni. Il matrimonio si svolgerà durante la prossima luna piena. Non mancate».
«Non mancheremo di certo». Disse Argo.
«Allora ci vediamo alla prossima luna piena. Buona serata». Disse Doris, per poi sparire in mare con Dylan.
«Non vedo l'ora che arrivi la prossima Luna piena». Disse Cosmo ad Angel dopo averle dato un bacio.
«Non vedo l'ora anch'io». Rispose lei.
Dopo essersi salutati, anche Cosmo si immerse sott'acqua andandosene.
«Non preoccupatevi». Disse Angel alla sua famiglia, dandogli un abbraccio. «Anche se non staremo più insieme come una volta, lo saremo ancora spiritualmente, finché continueremo a volerci bene. Non vi lascerò mai davvero, e tornerò sempre a trovarvi ogni volta che potrò farlo».
I suoi genitori le sorrisero, felici del fatto che avesse ritrovato la felicità e serenità che aveva perduto in quei mesi, e Meredith le chiese:
«Quando verrai a trovarci ci porterai dei souvenir dal fondo del mare?»
«Ma certo». Rispose Angel dolcemente. «Ti porterò una collana di conchiglie ogni volta che verrò. E saranno di varie forme e colori diversi».
«Evviva!» Esultò Meredith.
E poi tutti loro tornarono a casa.
*
Nei giorni che precederono il gran momento, Angel aveva predisposto ogni cosa.
Ai suoi amici disse che si stava trasferendo all'estero per sposarsi e andare a vivere lì.
I genitori avrebbero mantenuto il segreto, in modo da evitare che altri tipacci avrebbero dato la caccia a lei e agli altri. Avrebbero anche aiutato Fenrir, divenuto un amico di famiglia, a svolgere il suo compito. Il lupo di mare era diventato meno burbero dopo l'incontro con Angel. La sua dolcezza e la sua bontà gli avevano fatto capire che non tutti i terrestri erano malvagi. Ed anche la notizia dell'imminente matrimonio lo rese felice. Quell'unione poteva essere il primo passo per un mondo migliore. E se c'era qualcuno che meritava di andare a vivere tra i cansirena come una di loro, quella era decisamente Angel.
«Ho fatto bene a fidarmi di lei quel giorno». Pensava di tanto in tanto. «Da tempo cercavo qualcuno che potesse prendere il mio posto quando non ci sarei stato più. Lei e la sua famiglia sono perfetti. Un manipolo di brave persone. Mentre Angel terrà d'occhio i cansirena, il resto della sua famiglia mi aiuterà qui sulla terra ferma».
Le cose stavano andando nel migliore dei modi.
*
Arrivò il fatidico momento, e Angel e la sua famiglia si sbrigarono a recarsi in spiaggia. Quest'ultima si sbrigò subito a togliersi i vestiti, rimanendo in costume da bagno, consapevole che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta che li indossava, non che la cosa le dispiacesse.
Anche Cosmo e i suoi genitori arrivarono puntualmente, ed Angel entrò in acqua camminando verso di loro. Assaporò con attenzione ogni passo che stava compiendo, sapendo che questa volta stava entrando in acqua per rimanerci. è vero che avrebbe potuto uscirne fuori con i suoi nuovi poteri una volta all'anno. Ma quelli erano comunque i suoi ultimi istanti come terrestre. Da quel momento in poi sarebbe stata a tutti gli effetti una creatura marina.
«è tutto pronto?» Gli chiese lei una volta raggiunto.
«Va tutto bene». Rispose lui. «Ne ho anche parlato con i miei amici. Loro sono dispiaciuti per aver pensato male di te. E mi assicurano che sono pronti ad accoglierti per quando arriverai. Tutta Canatlantide ti sta aspettando pronta a darti il benvenuto».
Nonostante questo, nessuno di loro era potuto venire, perché Cosmo aveva optato per un matrimonio privato.
«Mi raccomando». Disse Argo rivolto a Cosmo e ai suoi genitori. «Prendetevi cura di lei. Fatela stare bene».
«Vi assicuro che starà bene». Rispose Dylan. «Angel sarà la benvenuta tra di noi, la tratteremo come una di noi, e la faremo sentire a casa sua».
Chiariti su questo arrivò in quel momento il re di Canatlantide, questa volta senza scorta. Si mise tra Angel e Cosmo, che gli fecero cenno di procedere:
«Amatissimi ospiti, siamo qui riuniti per unire questo cansirena e questa terrestre nel sacro vincolo del matrimonio. Questa notte non verrà ricordata solo per l'unione di due innamorati, ma anche per essere il primo passo tra una possibile unione tra terra e mare. Un possibile inizio per un nuovo mondo. Non accadrà tutto di punto in bianco, ma è possibile che gradualmente si possa raggiungere la pace e l'armonia tra le due parti». Mentre parlava, Cosmo ed Angel giunsero le loro mani, mentre due pesci, arrivati sul momento, fecero degli spruzzi dietro di loro e il re, formando un cuore d'acqua.
«Cosmo, vuoi tu prendere questa terrestre come tua legittima sposa?» Continuò il re.
«Sì, lo voglio». Disse lui con dolcezza.
«Angel, vuoi tu prendere questo cansirena come tuo legittimo sposo?»
«Sì lo voglio». Rispose lei in preda alla più pura ed assoluta felicità.
«Allora in virtù dei poteri conferitomi dalle divinità marine e terrestri, io vi dichiaro marito e moglie». Concluse il re. «Puoi baciare la sposa».
A quelle parole Cosmo ed Angel si abbracciarono con forza e si baciarono con passione. Di un lungo e passionale bacio.
«Allora sei pronta?» Chiese Cosmo a sua moglie dopo quel bacio prendendo e mostrandole la perla.
«Lo sono da tutta la vita». Rispose dolcemente lei avvicinandosi e poggiando la perla e le zampe di Cosmo su di sé, facendogli cenno di procedere.
Cosmo allora fece un respiro profondo e formulò il desiderio.
«Desidero che Angel diventi una vera cansirena in tutto e per tutto».
Appena pronunciate quelle parole, la perla scomparve trasformandosi in una luce, che avvolse Angel in tutto il corpo, sollevandola in aria a due metri di altezza. Angel sentì uno strano formicolio che le pervadeva tutto il corpo, sia da dentro che da fuori. Abbassando lo sguardo Angel vide le sue zampe posteriori fondersi ridiventando di nuovo una coda di pesce, e si accorse che anche il reggiseno del suo costume stava cambiando, trasformandosi in un reggiseno a conchiglia, simile a quelli indossati dalle femmine di cansirena. Quando la luce scomparve e la trasformazione fu completa, Angel saltò in acqua e, una volta riemersa, chiese a Cosmo:
«è fatta quindi? Questa volta rimarrò così per sempre?»
«Guarda la tua coda e lo saprai». Rispose lui facendole l'occhiolino.
Lei allora alzò la coda e si accorse che stava brillando, proprio come faceva quella di Cosmo. Non era mai successo quando era accaduto le altre volte. A quella vista si sentì mancare il fiato per l'emozione ed abbraccio quella che, finalmente, ormai non era più una coda in prestito, ma era veramente la sua coda, in tutto e per tutto. Questa volta non era una terrestre camuffata da cansirena, ma era veramente una cansirena. Iniziò quindi a saltare fuori dall'acqua, più e più volte. urlando in preda alla più pura ed assoluta gioia ed euforia.
Tutti le permisero di sfogarsi, e poi Angel nuotò verso la sua famiglia.
«Come ti senti?» Chiese suo padre. «Va tutto bene?»
Lei in risposta li abbracciò tutti.
«Certo che sto bene». Rispose lei serena come non mai. «Ora sono parte del mare e il mare è parte di me. Come potrei non stare bene?»
Finito l'abbraccio. Tutti decisero che era meglio aspettare e avere conferma se la trasformazione era permanente oppure no. Per evitare di correre rischi inutili.
Durante l'attesa il re li aveva salutati e se n'era andato. Anche i genitori di Cosmo se ne andarono dicendo alla coppia che li avrebbero aspettati a casa.
I due sposi giocarono e si divertirono insieme, ed anche Meredith, si tolse i vestiti, rimanendo col costume da bagno, e si tuffò in acqua per divertirsi con loro. Angel prese la sorellina sulla spalla e la portò allo scoglio dove si era incontrata con Cosmo nei mesi passati, per poi tornare indietro. Argo e Gaya osservarono la scena abbracciati, felici di vedere come le loro figlie fossero felici in quel momento.
Le ore passarono e l'incantesimo non si era spezzato, con grande gioia di Angel e Cosmo.
«Quindi è tutto apposto?» Chiese Gaya alla figlia.
«Come ti sembra la prospettiva di rimanere in queste sembianze per sempre?» Aggiunse suo padre.
«Mi piace moltissimo». Rispose serenamente Angel. «Ora posso rimanere in acqua tutto il tempo senza raggrinzire o rischiare di annegare».
«Ma fai attenzione agli squali». Scherzò Meredith.
Angel in risposta le schizzò addosso un po' d'acqua, facendola scappare ridendo dietro i loro genitori.
«Non temere». Rispose poi allegramente con uno sguardo malizioso. «Nuoto più veloce di un pesce. Non mi prenderanno».
Argo a quelle parole sorrise ripensando al tempo addietro, quando gliele aveva dette da cucciola.
«Ora è tempo di andare». Disse Angel. «Alla prossima luna piena vi racconterò tutto quello che faremo nel frattempo». Abbracciò per un'ultima volta la sua famiglia. «Vi voglio bene». Disse loro. Per poi voltarsi verso Cosmo, ed immergersi con lui nelle profondità del mare, dove la aspettava la sua nuova vita.
Argo, Gaya, e Meredith rimasero a fissare l'orizzonte un'ultima volta.
«Buona fortuna mia piccola pesciolina». Disse quindi Argo per poi andare a casa con Gaya e Meredith.
*
La luna piena successiva, tutti loro tornarono puntuali a rivedere Angel, che si presentò con Cosmo in totale puntualità. Angel ne ebbe di cose da raccontare su quanto fosse felice e le piacesse la vita che si stava costruendo laggiù, ed aveva anche mantenuto la promessa, portando alla sorellina una collana di conchiglie. Quando venne il momento di andare, Meredith chiese di poter rimanere da sola con Angel in privato. Loro non capirono quella richiesta, ma accettarono. Rimaste da sole, Meredith si tolse i vestiti rimanendo in costume da bagno, si tuffò in acqua, e chiese alla sorella facendo gli occhi da cucciola:
«Mi trasformeresti momentaneamente in cansirena, per favore?»
«Perché?» Chiese Angel molto sorpresa da questa richiesta.
«Tu sembri divertirti molto con quella coda di pesce. Anch'io voglio averne una, anche se per poco tempo».
Angel le toccò il naso sorridendole.
«Va bene. Ma non lo diciamo a mamma e papà. Non vorrei che pensassero che anche tu vuoi andartene via, vero?»
«Immagino non sia giusto farli preoccupare».
«Già. Almeno una di noi deve rimanere con loro. Ed oltretutto, se vogliamo la pace tra i due mondi, è necessario che ci siano dei terrestri che sappiano la verità e che la accettino».
Detto questo, Angel posò la coda sulle zampe posteriori di Meredith, ed esse, in un lampo di luce, si trasformarono in una coda di pesce color magenta. Le due si divertirono molto a nuotare insieme come cansirene, e Meredith comprese di più perché la sua sorellona avesse scelto quella vita. Quando scadde il tempo ovviamente tornarono a riva in tempo. E Meredith si fece promettere di farsi trasformare altre volte, anche se lei non avrebbe mai compiuto una trasformazione permanente.
*
Ogni anno Angel e Cosmo tornavano sulla terraferma, trasformandosi in terrestri, ed andando a trovare la famiglia di quest'ultima. Loro le avevano anche lasciato la stanza esattamente come era. Meredith, che riceveva una collana di conchiglie ogni volta che la sorella arrivava, ascoltava con gioia ed entusiasmo di tutte le esperienze che Angel stava vivendo in fondo al mare. Ed i suoi genitori erano felici di sapere che stava bene ed era felice.
Una notte di luna piena, qualche anno dopo, stranamente, Angel e Cosmo non vennero. Al loro posto vennero Luna, Ettore, Lucky, e Margot. Spiegarono alla famiglia, molto sorpresa dall'assenza di loro figlia, che non erano potuti venire per cause di forza maggiore, e che per un po' non si sarebbe fatta viva. Ma li rassicurarono che c'era un motivo specifico, anche se non spiegarono quale. Le notti di luna piena successiva Angel continuava a non venire. Argo e Gaya cominciarono a temere che ormai Angel si divertisse così tanto in fondo al mare che ormai non volesse più riemergere nemmeno per fare loro visita.
«Angel non lo farebbe mai». Si era opposta Meredith con determinazione. «Sono sicura che c'è un motivo sul perché non viene. E quando tornerà, ci spiegherà tutto».
E le sue speranze non furono vane. Dopo più di un anno, quando aspettarono di nuovo durante la notte di luna piena. Le teste di Angel e Cosmo uscirono fuori dall'acqua. I suoi genitori furono contenti di vederla, e le chiesero cosa le avesse impedito di venire tutto questo tempo.
«Mi dispiace». Aveva risposto lei. «è che è successa una cosa, e volevo farvi una sorpresa».
«Quale sorpresa?» Avevano chiesto tutti loro confusi.
A quelle parole, Angel e Cosmo fecero emergere anche il busto fuori dall'acqua, e la famiglia di Angel si accorse che avevano entrambi qualcosa tra le braccia. Si accorsero con gran gioia che quelli erano dei cuccioli di cansirena. Due Geberian Shepsky, uno con la coda d'oro e l'altro con la coda d'argento.
«Lui si chiama Gold». Disse Cosmo riguardo al cucciolo con la coda d'oro che teneva tra le zampe.
«Lei invece è Silver». Disse Angel riguardo alla piccola dalla coda d'argento.
Tutti loro furono contenti della bella notizia. Certo, Argo, e Gaia quando in passato immaginavano di avere dei nipoti, non pensavano sarebbero stati con la coda di pesce, ma non importava. Era comunque felici di essere diventati nonni. Anche Meredith era contenta ed entusiasta di essere diventata zia. Glieli fecero anche tenere in braccio per farglieli vedere meglio. Erano dei cuccioli così adorabili. E sapevano già che li avrebbero amati molto.
Angel poi spiegò loro come appunto avesse scoperto la propria gravidanza e di come appunto avesse dovuto fare attenzione a non fare movimenti bruschi per non perderli. E di come entrambi avessero deciso di non dire nulla alla famiglia di Angel per non rovinare la sorpresa.
«Sono felice per voi». Aveva detto Gaya «Mi raccomando». Disse poi dando Silver a Meredith. «Essere genitori è una responsabilità enorme. Fai tesoro di questa esperienza e lascia che ti aiuti a crescere e maturare».
«Lo farò». Rispose lei.
«Sai, anch'io ho una sorpresa per te». Disse Meredith. «Fenrir mi sta addestrando, ed in futuro prenderò il suo posto come guardiana della terra e del mare».
«Davvero?» Disse Angel sorpresa. «è fantastico». Esclamò entusiasta. «Anche questa è una grossa responsabilità. Fanne tesoro e comportati bene».
«Non temere.» La rassicurò lei.
*
I figli di Angel e Cosmo crebbero in una famiglia amorevole ed armoniosa. E, quando raggiunsero l'età giusta, i loro genitori gli raccontarono di come si erano conosciuti. Gold fu molto affascinato dalla cosa, e voleva saperne il più possibile sul mondo da cui proveniva sua madre, Angel e Cosmo ovviamente gli intimarono di andarci solo di notte, e di non allontanarsi troppo, per non evitare tipi loschi come quel Mortimer. Il piccolo prometteva, ma non riusciva a tenere a freno la sua curiosità, e a non rischiare di mettersi nei guai, proprio come suo padre da ragazzo. Voleva vedere la terra altre volte, non solo quando andava a trovare i suoi nonni e sua zia della terra.
*
Un giorno si ritrovò anche impigliato in una rete ma, per sua fortuna, venne salvato da Meredith, prima che fosse troppo tardi.
«Non dirlo ai miei zia Meredith». L'aveva implorata. «Potrebbero vietarmi di riemergere durante le notti di luna piena se lo scoprono».
«D'accordo». Aveva ceduto lei. «Ma se continui a disubbidire dirò loro ogni cosa». Disse facendogli l'occhiolino con fare da complice.
«Va bene. Farò più attenzione». Le aveva risposto. «Ciao zietta». E tornò sott'acqua.
Meredith aveva ormai preso il posto di Fenrir, passato a miglior vita, ed era molto dedita al suo nuovo compito. In barca c'erano, come portafortuna, alcune delle collane di conchiglie che la sua sorellona le aveva regalato nel corso degli anni.
I suoi nipoti erano vivaci, e lei aveva un bel rapporto con loro. Gold andava sempre più spesso sulla terra ferma, sempre più attratto dal fascino e dalla curiosità di quel posto. Ma solo il tempo avrebbe detto se la sua sarebbe stata una passione limitata, o se invece avrebbe desiderato andare a vivere lì, proprio come sua madre aveva desiderato vivere in fondo al mare.
FINE