Primo sfogo...

In questa sezione possiamo parlare dei traumi del passato, di psicologia e dei problemi in genere.
Questo è anche il forum sullo sfogo dei propri sensi di colpa.

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Messaggioda SfogoAnonimo » 27/01/2025, 13:14



è da un bel pò di tempo, ormai, che mi sento persa...non ho veri Amici con cui sfogarmi, e le poche persone che ho vicino (la mia famiglia e il mio ragazzo) sembrano non riuscire a capire il malessere che provo, in qualche modo, lo minimizzano...proprio perchè non vedono cosa ci sia che non va, per cui io mi debba lamentare.
Ho 38 anni, sono fortunatamente in salute, ho una famiglia che ha certamente i suoi difetti (quale non ne ha) ma che, a suo modo, mi vuole bene ed è sempre presente, ho un ragazzo, ho un ottimo lavoro, stabile e ben retribuito...e allora di che ti lamenti, direte appunto voi?
Ecco, cominciamo dal lavoro. Come dicevo, ho un lavoro stabile e ben retribuito, ma...non sono felice. Non è ciò che voglio fare per il resto della mia vita, ma, allo stesso tempo, non ho idea di che altro io possa fare! Mi sento in colpa a "sputare nel piatto in cui mangio", mi rendo conto che sono in una posizione che tanti invidierebbero, ma, ogni mattina, all'idea di affrontare una nuova giornata di lavoro, mi viene il voltastomaco...in questo momento, a dirla tutta, l'ambiente lavorativo non è ottimale: la mia responsabile è una persona superficiale e subdola, che non offre un supporto concreto, e che, anzi, sta mettendo me ed i miei colleghi in una posizione sempre più frustrante e ci sta portando a perdere anche quel poco di credibilità che abbiamo. Mi sto quindi rimboccando le maniche e sto cercando un'altra opportunità, ma resta sempre il fatto che l'idea di cambiare Azienda per fare comunque sempre questo lavoro, mi mette la nausea. Poi però mi chiedo "e quindi? che lavoro vorresti fare?" e qui..il vuoto! Oppure mi dico "anche se trovassi un'altra strada, saresti davvero disposta a perdere la sicurezza economica che hai oggi per ricominciare tutto da capo...a 38 anni??"...Insomma, mi sento bloccata. Questa situazione non mi fa star bene, ma non so nemmeno quale direzione prendere, come fare a capire cosa potrei fare, cosa potrebbe farmi sentire davvero appagata e realizzata. E questo si lega alla mia vita personale più ampia, non ho amici, passo gran parte delle mie giornate a casa (non l'ho specificato, lavoro anche da casa), non ho passioni, hobby, interessi, non riesco a trovare niente che mi faccia sentire viva...le mie giornate si susseguono l'una dopo l'altra, identiche. Non sto vivendo, sto sopravvivendo...e non ce la faccio più ad andare avanti così...voglio trovare la mia strada.
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Messaggioda Lanoia » 27/01/2025, 14:32



Ho la tua età sono dell'86, e ti dirò. Col cavolo lascerei il mio lavoro indeterminato per il nulla. E poi cosa faccio tutto il giorno? Torno a fare il mantenuto? Guardo i miei genitori? Ecco già pensare a questo ti riporterà sulla retta via. E lascia perdere, capi colleghi...oggi ci sono e li dobbiamo subire ma domani chissà magari non esisterà più neanche l'azienda ma se un azienda fallisce un altro ricollocamento magari stesso gruppo o concorrenza, la sistemazione la trovi...e se ti licenzi tu finisce tutto... L'incertezza e la precarietà sono dilaganti oggi e la gente soffre credimi... È pieno di persone anche di 40/50 anni, tolti quelli che non hanno voglia di fare niente...o fanno attività illecite per vivere...
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Messaggioda ClaudiaK » 27/01/2025, 18:19



Ciao
ma (se ti va di parlarne) vivi con i tuoi o col tuo ragazzo?
Mi permettto di chiederlo perchè mi sembra un aspetto tanto importante.
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Messaggioda SfogoAnonimo » 27/01/2025, 20:18



Ciao, vivo da sola, da tanti anni ormai, e, nonostante io e il mio ragazzo stiamo insieme già da un pò, non conviviamo (e qui si aprirebbe un altro capito che aggiunge benzina al fuoco del mio senso di inutilità)…sono indipendente e non tornerei mai a casa dei miei o mai mi rivolgerei a loro per un capriccio…Sono sempre stata abbastanza brava a buttarmi nelle cose, rischiando, in maniera sempre comunque ragionata. Devo anche ammettere di aver sempre avuto molta fortuna a livello lavorativo…ed è questo che mi fa sentire in colpa: perché non riesco ad essere felice di quello che ho? Mi sento insoddisfatta, non sento di avere un vero scopo, valore, obbiettivo…ma, allo stesso tempo, a differenza di qualche anno fa, ho paura a buttarmi e rischiare…proprio perché non sono più una ragazzina e non voglio perdere la mia indipendenza…ma a che prezzo? Lo so, è un discorso un po’ contorto e probabilmente anche stupido
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Messaggioda DanyDuck » 27/01/2025, 20:51



Ciao e benvenuta sul forum! :hi:
Per quanto riguarda il lavoro posso raccontarti la mia esperienza, io sono diplomato Geometra e dopo la maturità ho anche fatto per una decina di anni quello che mi piaceva, ovvero il Geometra, solo che continuavo a rimbalzare in varie ditte o studi dove mi facevano sempre contratti a tempo determinato con anche pochi contributi versati, così ad un certo punto mi sono messo a cercare altrove ed alla fine ho trovato lavoro come impiegato in una grossa ditta, che mi ha assunto in regola a tempo indeterminato, con contributi regolari, tredicesima, ferie ed eventuale malattia pagata e naturalmente anche la liquidazione, ed ora che sono più di vent'anni che ci lavoro inizia ad essere un discreto gruzzoletto. Sul discorso quanto mi piace questo lavoro? Sicuramente meno di quello che facevo prima, che a dire in vero mi manca, oltretutto in questi anni mi sono anche capitati diversi capetti rompiglioni e pure un po' stronzetti, però alla fine cerco di guardare il bicchiere dal lato mezzo pieno, se alla fine fossi rimasto a fare il Geometra ora non so manco se lavoravo e mi sarei ritrovato con una pensione veramente misera (rispetto a quella già bassa che mi toccherà a causa della Fornero).
Sul discorso hobby o passioni posso dirti che mi hanno aiutato parecchio e lo fanno ancora, ad esempio io sono appassionato di musica e concerti ed anche se di solito ci vado da solo, per me hanno un effetto terapeutico perchè mi fanno stare bene, poi mi piace nella bella stagione fare camminate nei sentieri di campagna, mentre d'inverno mi guardo film o anche cartoni animati Giapponesi, mi piaciucchia pure leggere, ma dopo aver lavorato tutto il giorno davanti al pc mi viene poca voglia di farlo perchè mi sento gli occhi stanchi! :dunno:
Quindi se posso darti un piccolo consiglio, magari prova a trovati qualche hobby o passione che ti piace, ti renderanno la situazione generale più sopportabile, poi sul discorso lavoro, mai dire mai, ma intanto fatti andare bene quello che hai già.
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Messaggioda Lanoia » 27/01/2025, 21:34



Mi accodo a Dany dovresti trovare un hobby e ogni tanto staccare da tutto, prendi e parti senza pensarci troppo. Se hai la fortuna di stare bene, di essere indipendente e non avere i genitori da guardare, osa, non darti dei paletti e vedrai che conoscerai gente e ti sentirai più leggera al tuo ritorno.
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Messaggioda ClaudiaK » 27/01/2025, 22:56



SfogoAnonimo ha scritto:Ciao, vivo da sola, da tanti anni ormai, e, nonostante io e il mio ragazzo stiamo insieme già da un pò, non conviviamo (e qui si aprirebbe un altro capito che aggiunge benzina al fuoco del mio senso di inutilità)…sono indipendente e non tornerei mai a casa dei miei o mai mi rivolgerei a loro per un capriccio…Sono sempre stata abbastanza brava a buttarmi nelle cose, rischiando, in maniera sempre comunque ragionata. Devo anche ammettere di aver sempre avuto molta fortuna a livello lavorativo…ed è questo che mi fa sentire in colpa: perché non riesco ad essere felice di quello che ho? Mi sento insoddisfatta, non sento di avere un vero scopo, valore, obbiettivo…ma, allo stesso tempo, a differenza di qualche anno fa, ho paura a buttarmi e rischiare…proprio perché non sono più una ragazzina e non voglio perdere la mia indipendenza…ma a che prezzo? Lo so, è un discorso un po’ contorto e probabilmente anche stupido


OK, ma per il lavoro non ci sono da fare "salti nel buio" (almeno entri certi limiti) , nel senso che moltissimi che lavorano anche in ottimi posti, soprattutto da dipendenti, oggi continuano a guardarsi intorno e inviare candidature e curricula per il semplice "ci può sempre essere un'opportunità migliore (sotto qualunque profilo) e faccio il possibile per valutarla!".
Vedo che lo fanno gli over50, e proprio in massa...
Come minimo riesci a sondare altre situazioni lavorative, senza perdere o rischiare assolutamente nulla di quel che hai...

Quanto alla situazione personal-sentimentale...riesco solo a dire che (secondo me) è tanto importante, e doppiamente al femminile, per mille ragioni.
Personalmente non mi sentirei mai di fare la "fan", sulla pelle altrui, nè dell'essere single e nè dell'inseguire coppia-matrimonio-maternità.
Penso soltanto che per sentirsi bene sia essenziale chiedersi cosa si desidera davvero, e poi creare i presupposti affinchè quell'accezione di benessere (dal nostro punto di vista) possa realizzarsi o comunque incontrare il minor numero possibile di ostacoli. E in questo può adoperarsi soltanto ognuno di noi per se stesso, dopo essersi analizzato sul punto, e seguendo i PROPRI schemi (ragionevoli).
Mi permetto di accennare al mio percorso solo per rendere l'idea di quel che intendo dire:
- nel LAVORO : da me tutti i miei cari si attendevano che proseguissi nella libera professione di mio padre; ne avevo i titoli e c'ho anche provato per un anno, ma l'intero contesto non mi piaceva per niente e quasi mi deprimeva. Embè...malgrado l'amarezza e persino la "preoccupazione" dei miei cari...ho fatto tutt'altro e mi sono trovata bene, ma sicuramente mi sono sentita e mi sento più viva di quel che avrei mai potuto essere nel contesto professionale che sembrava il mio destino;
- nella VITA SENTIMENTALE : andando direttamente alle conclusioni più serie : il mio matrimonio (assolutamente d'amore) era considerato "una favola" , e sotto tutti i possibili punti di vista ESTERNI. Eravamo una coppia che rendeva FELICI i nostri genitori (tutti e quattro!!!) e che era ammirata e anche umanamente invidiata da amici e "pubblico". Matrimonio che peraltro è durato 10 anni, dopo 4 da fidanzati. Embè...quando annunciai ai miei famigliari e ai miei più stretti amici che il dado era trattto e che volevo la separazione...passai letteralmente DA PAZZA TOTALE! ...Poi la vita ha saputo spiegare molto meglio di me, ma LO SO IO quanta DELUSIONE mi fosse esplosa dentro, dopo il matrimonio, malgrado un matrimonio che era fatto APPARENTEMENTE solo di lussi e "vita alla grande"! E attenzione che non parlo assolutamente nè di violenze e neanche di scostumatezze, tutt'altro. Era che...forse la convivenza o forse la più approfondita/assidua conoscenza con mio marito e l'ovvia esigenza di condividere scelte che ormai non potevano più essere "solo mie" o "solo sue" ...mi facevano registrare un autentico <disastro del profondo> , che si esprime con una frase che pensai già solo dopo un anno di matrimonio (e ne ho retti altri nove!), una frase che non ho mai detto a nessuno. Cena tra noi due e potevo MISURARE le distanze siderali tra lui e me su qualcosa che doveva essere "nostro e condiviso" e non "suo o mio" : l'attesa di nostro figlio!
E ricordo che andammo a dormire con me che mi chiedevo in silenzio "Claudia, ma era questo che volevi dalla vita?" ...e la risposta chiarissima era "NO. PROPRIO NO!"
Inutile dire che la sepazione e poi il divorzio sono state tra le operazioni più salutari della mia vita, malgrado le opinioni del pubblico non pagante! ;)

Questo anche e soprattutto per testimoniare come la "via del nostro bene" ...NON è nelle mani o nei breviari neanche di chi ci ama (come i genitori), e che, se non ce la chiediamo da soli, probabilmente avremo anche il danno di sentirci incapaci proprio per il fatto che non siamo riusciti a "vivere felici" secondo il breviario del prossimo, anche quando benevolo e sincero. ;)
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Messaggioda Lanoia » 28/01/2025, 8:01



Sempre detto che il matrimonio fa più felici genitori, parenti e amici che i due protagonisti. Ci fosse uno ma dico uno che mi avesse detto che il matrimonio è stata la cosa più bella della sua vita :lol:
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Messaggioda SfogoAnonimo » 28/01/2025, 10:19



Per prima cosa, vi ringrazio davvero tanto per le vostre risposte: la condivisione delle vostre esperienze, dei vostri punti di vista e i vostri consigli, mi stanno davvero aiutando!
Probabilmente, avete centrato il punto...ho sempre più vissuto sulla base di ciò che gli altri si aspettano da me, mi sono sempre adattata molto ai desideri e le aspettative degli altri, perdendo di vista me stessa...e la prova è il fatto che, se mi fermo a pensare "cosa mi piace fare?", anche come un banale hobby, faccio fatica a darmi una risposta...avete ragione, dovrei focalizzarmi innanzitutto a trovare e scoprire la "me autentica" e poi, eventualmente, preoccuparmi del lavoro e del resto...Non è la prima volta che giungo a questa conclusione e quello che mi fa davvero arrabbiare con me stessa è che basterebbe così poco, ma, puntualmente, mi blocco. Non so come spiegarlo, è come se mi auto-sabotassi e rinunciassi ancora prima di realizzare il pensiero/progetto del momento con mille elucubrazioni: del tipo, per fare qualche esempio, penso a qualcosa che potrei fare extra-lavoro e inizio con il loop "non sono mai stata una persona particolarmente dedita allo Sport e, quindi, che cacchio vai a fare un corso, che so, di Yoga, che poi tanto lo sai che ti stufi?" oppure "un corso di fotografia? ma non è che sei mai stata una patita di foto! non ti piace nemmeno farti fotografare!" "un corso di cucina? ma se non hai mai voglia di cucinare, manco per te stessa!" "viaggiare? sì, mi piace molto ma che senso ha viaggiare da sola se hai un fidanzato? e poi se dovessi andare in viaggio da sola, lo sai che rischieresti di litigarci perchè inizierebbe a rompere le scatole che sei da sola da qualche parte e chissà cosa starai mai facendo...e poi c'è il gatto, che fai? lo lasci da solo per una settimana?" pensieri così, capite? Che, razionalmente, lo so perfettamente che sono stupidi! che ci vorrebbe impegno e che se questo impegno non viene da me stessa, di certo non c'è qualcun altro che può farlo per me e quindi di che cosa mi lamento? e quindi inizio ad accusarmi di quanto io sia stupida, immatura, inadeguata ecc ecc...è un auto-sabotaggio e un'autocritica costante, e resto immobile.
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