Vivere il lutto in anticipo

In questa sezione possiamo parlare dei traumi del passato, di psicologia e dei problemi in genere.
Questo è anche il forum sullo sfogo dei propri sensi di colpa.

Vivere il lutto in anticipo

Messaggioda Sciusciula » 09/07/2013, 23:35



Salve,
Vi è mai capitato di vivere un lutto che non c'è ancora stato, con tanto di sensi di colpa anticipati? Del tipo "avrei potuto chiamarla stasera e chiederle come sta", e mettersi a piangere per una scomparsa che non è ancora avvenuta?
Da piccola avevo 5 nonni, il primo è morto 10 anni fa, negli ultimi anni 3 hanno dato forfait, e adesso ne rimane solo una. Questa cosa la vivo con paura. Ormai "attendo" (forse "attendo" suono in modo macabro, meglio scrivere " mi aspetto ") di svegliarmi una mattina e di essere informata della notizia.
Ero legatissima al primo che se ne è andato e all'ultima che è rimasta (cioè marito e moglie). Si può dire che sia cresciuta con loro. Andavo spessissimo a dormire a casa loro, se volevo saltare la scuola andavo da loro, alle medie andavo a pranzo da loro, se avevo la febbre mia nonna veniva a casa e mi accudiva. Credo sia chiaro il concetto.
A seguito di un brutto periodo, essendo rimasta "da sola" , dopo ben 9-10 anni sto rivivendo il lutto del primo nonno scomparso. Una vera e propria "new entry" questa. Ho iniziato a sentire la sua mancanza dopo tutti questi anni di apparente "quiete" ( ovviamento ne ho sofferto all'epoca, ma pensavo che la cosa fosse finita lì).
È da due anni che mi sono distaccata da lei, da quando è iniziato questo periodo nero ( che non ha a che fare con la famiglia ma che comunque ha amplificato il problema). Ho bisogno di pace, di tranquillità, ho bisogno di ricominciare, ma purtroppo lei nomina parenti che io non posso sopportare. Sentire i loro nomi mi stressa, mi sale il sangue al cervello, mi parte il rancore, mi fa arrabbiare, detto in poche parole non mi fa bene psicologicamente. Purtroppo in questa "famiglia" se qualcuno sbaglia non gli si dice nulla, di conseguenza chi sbaglia, non essendo mai ammonito, avendo sempre avuto piede libero, pensa di poter fare tutto ciò che gli pare e non ha più freni. Qui funziona che a chi sbaglia non gli si viene detto nulla per non offenderlo, per "educazione", chi invece subisce deve "sopportare e metterci una pietra sù". "Sopportare" e "metterci un pietra sù" sono le parole che non mi si devono dire. Mi imbestialisco quando le sento. Quello che questo periodo buio mi ha insegnato è che bisogna avere dignità per sé stessi, lezione importante che non collima con il sopportare i soprusi, con il non dir nulla ed il non ribellarsi. Non credo che il "patire" sia una virtù da perseguire. Sto andando avanti con certi parenti ma senza stupidamente "dimenticare" , bensì rispedendo un po' di merd@ al mittente. Lo trovo molto più educativo per loro invece del "metterci una pietra sopra" (perché quest'ultima "colpisce" solo chi subisce).
Tornando al discorso, se viene a pranzo, se sto in un'altra stanza, la sento parlare sotto voce di loro. A tavola si fa scappare i loro nomi e le loro "news". Per telefono , 2 mesi fa, mi ha nominato l'innominabile ed ha aggiunto le frasi che mi fanno imbestialire. Ho interrotto bruscamente la telefonata infastidita.
Tuttavia, a differenza dei "Giuda" che vivono sotto il mio stesso tetto, lei ha 83 anni, è anziana, e gli anziani soffrono di solitudine. Non posso prendermela allo stesso modo. Però avevo "stabilito" una semplice "regola", ovvero il non nominare i loro nomi. Non voglio sapere nulla di quelle persone. Ne va del mio equilibrio. Nel caso domani mi attenda la "mesta novella", cercherò di pensare che stavo (sto) passando un brutto periodo, che avevo (ho) bisogno di rimettermi in sesto, che dovevo ( devo ) pensare a me stessa per il mio bene, perché non c'era ( non c'è ) nessuno a farlo al posto mio, che dovevo (devo ) in qualche modo <<sopravvivere>>.
Ma so già che non basterà e che i sensi di colpa si faranno sentire. Purtroppo quando una persona ci lascia si tende ad idealizzarla ed a mortificare troppo eccessivamente, e a volte anche ingiustamente, noi stessi.
Aggiungo, con imbarazzo, che prima della telefonata, per "scusarmi" del distacco le inviavo comunque dei "pensierini" ( della serie compro il tuo affetto :( )

E voi ? Vi siete mai trovati a vivere un lutto anticipato? Come avete reagito? Oppure come reagireste?
Scusate l'ennesimo post prolisso.
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<<Poiché so bene che quelli sono dei reietti, non solo dei mendicanti; no, non sono affatto dei mendicanti, bisogna distinguere. Sono rifiuti, bucce di uomini che il destino ha sputato. Umidi della saliva del destino, stanno appiccicati a un muro, a un lampione, a una colonnina pubblicitaria, o gocciolano lungo la strada, lasciandosi dietro una traccia scura e sudicia.>>

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Vivere il lutto in anticipo

Messaggioda Royalsapphire » 11/07/2013, 21:07



Ciao!
...Non ho ben capito: vivi questo lutto "anticipato" perché ti sei allontanata dalla nonna alla quale sei legata in quanto ha preso a "stressarti" con discorsi fastidiosi sui tuoi parenti?
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Messaggioda Sciusciula » 19/07/2013, 14:55



Royalsapphire ha scritto:Ciao!
...Non ho ben capito: vivi questo lutto "anticipato" perché ti sei allontanata dalla nonna alla quale sei legata in quanto ha preso a "stressarti" con discorsi fastidiosi sui tuoi parenti?


Ciao Royal. Scusami se non ti ho risposto subito, ma ero intenta a studiare per dare il primo esame all'università. Ieri era il gran giorno, per me era il giorno in cui cercare di ''riemergere''. Purtroppo non ce l'ho fatta e non ho sostenuto affatto l'esame.
Andando avanti, si intendevo dire proprio quello che hai scritto tu. Lei è anziana, non ha molto di cui raccontarmi, di solito gli 80enni non hanno una vita 'piena' come dovrebbe essere quella di un giovane, così finisce per nominarmi persone della famiglia a me non gradite, ed io mi agito e cerco (anzi cercavo) di sviare i discorso o far finta di non sentire. Purtroppo era un continuo parlare di loro, quindi ho deciso, anche per questo, di non avere contatti con lei, almeno per il momento. L'ultima volta l'ho sentita a maggio. I miei non la stanno neanche invitando più a casa perché hanno capito che non la voglio vedere, anche se non hanno idea del perché, pensando che non la voglio vedere perché mi ''annoia'' (purtroppo il mondo dei miei è un mondo poggiato sulla testa, allontanano chi non dovrebbero e mi hanno fatto rimanere in contatto con chi non avrei dovuto). Mi spiace perché è l'ultima nonna che mi è rimasta, dopodiché non potrò mai più chiamare qualcuno ''nonna/o'' in vita mia. Dal mio canto, anch'io non ho nulla di cui raccontarle. Di che le parlo? Degli esami che non sostengo? Degli amici che non ho? Di quando qualche mese fa ho provato a ricominciare con un ragazzo ma è finita con lui che mi prendeva a schiaffi davanti l'università, probabilmente meritati perché forse mi sono sfogata su di lui? Di come mi avvicino all'aula del prof. per sostenere l'orale e poi giro i tacchi? Di come il prossimo settembre sarà il mio 3° anno accademico e probabilmente mi toccherà seguire ancora i corsi del 1°? Di quando provo a leggere un libro ed i ''brutti ricordi'' mi assalgono?
La sua vita è più piena della mia, a confronto. Lei ha più novità da raccontarmi che io. Le giornate per me sono sempre uguali, non è un caso che se devo compilare un modulo, scrivo di avere 19 anni quando invece ne ho ben 22. Qui ho parlato della mia famiglia (e non sono neanche sicura che questa sezione sia corretta per il mio post), che è in buona parte responsabile dei miei rapporti con mia nonna, ma lui.. L'unica cosa di cui potevo parlare con mia nonna, l'unica cosa con cui allietarla e renderla orgogliosa, lui me l'ha tolta. Lui mi ha tolto la gioia di dare gioia a mia nonna. Lui è sempre presente e mi condiziona tutt'ora. E' in debito con me. Mi deve tempo, gioia, esperienze. Mi deve il rapporto con mia nonna. E' brutto da dire, ma spero che lei vada in un altro posto. Crede di avere delle colpe se non le parlo più, e soffre. Ma lei non ha nessuna colpa. Spero forse che da lassù capisca che la mia non è indifferenza, che l'ho fatto per difendermi, per proteggermi, per 'schermarmi'. Che questo non era un periodo felice per me.
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Messaggioda Sciusciula » 19/07/2013, 15:36



Ecco, per esempio proprio adesso mia sorella mi ha chiesto se mi va di mangiare domani una pizza con nonna. Noi 3. Ho risposto di no. Già me l'aveva chiesto la scorsa settimana per festeggiare il suo onomastico qualche giorno fa, ed io gli ho risposto di no. Ergo, neanche mia sorella è scesa. Quindi un'ottantenne non può neanche uscire per il giorno del suo onomastico a mangiarsi una pizza..
Che i sensi di colpa abbiano inizio...
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Messaggioda Sciusciula » 29/07/2013, 22:22



E ancora, oggi ho scoperto che si opererà agli occhi per le cataratte. Non ho il coraggio di chiamarla, non ce la faccio, non ci riesco, anche se vorrei tanto. Non so come dire, mi imbarazzo anche un po' in un certo senso. Così le invio dei 'pensierini' per dirle 'sottovoce' che ci tengo a lei...
Lo so, si è arrivati al patetico.
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