Cari amici,
Buon Natale 2023!!
Non so cosa sia stato per voi quest’anno, e in caso vi invito a condividerlo…
Per me è stato un anno difficile. Forse più difficile di quelli in cui ci siamo trovati ad affrontare il Covid.
Sostanzialmente l’avere un figlio e un’attività lavorativa ha condotto, sta conducendo, me e mio marito, a estinguere le nostre forze quotidianamente in questi due ambiti, e basta! Non c’è spazio per avere altro, per vivere altro!
Se ho scelto di condividere questo con voi è sia per rendervi partecipe dei motivi che mi tengono lontana da questo posto, che chiamo casa, e che amo, sia per trasmettere un messaggio di vita reale a tutti quelli che fanno sogni importanti come l’avere figli e attività lavorative proprie, che forse non si aspettano quanto sacrificio li attende, e quanta dedizione occorre che abbiamo, per non soccombere.
Riassumo tutto all’essenziale.
L’avere un figlio non è fare in modo che lui si adatti ai nostri ritmi, così come non è fare in modo di “silenziarlo” appena possibile.
Avere un figlio non è mettergli un telefono davanti con i cartoni animati/giochi virtuali, così che ci lasci chiacchierare, vestirci o truccarci in pace!
Non è neanche lasciarlo troppo spesso dai nonni, o con la tata! Così come non è scarrozzarlo ovunque insieme a noi, perché “così siamo sempre insieme”.
Da quando nostro figlio è nato, stiamo compiendo enormi sacrifici per essere noi, a corrispondere ai suoi bisogni e, per dargli quei punti di riferimento senza i quali non crescerebbe con quella sicurezza di sé.
Un bambino piccolo ha bisogno di una vita più prevedibile possibile, con rituali e orari fissi (il che vuol dire per lui che impara cosa arriva dopo, e da ciò ne trae sicurezza).
Bello quando ti dicono “io mio figlio l’ho portato sempre con me per non lasciarlo ad altri!”. Ma la domanda è “prima di portarlo con te, ti sei chiesto se la tua uscita sia adatta anche a lui?
È difficile anche farsi da parte nelle sue scelte, ad esempio dei vestiti, dei colori, dei cibi. Vedo la gente sempre pronta a dire la sua, onde dirottare il figlio proprio là dove vuole lei. “È il rosa è da femmine e non da maschietti”. Ma vi rendete conto che con questa frase, uccidete l’innocenza? Il rosa è rosa, e può sceglierlo chiunque lo voglia! Bisognerebbe dare il proprio parere se interpellati, e inoltre non bisognerebbe dare un giudizio su cose che non lo necessitano! Poi certo, se il bimbo ti chiede “ti piacciono le pistole”, anche no! Direi che qui un giudizio occorre eccome!
I figli sono pronti per natura a sacrificare il proprio talento e i propri sogni per la felicità dei genitori. Ed è grazie a questa consapevolezza, che ci aspetta l’arduo compito di non abusare di questo potere! Il nostro compito è quello di stargli vicino, e non mettendogli un tablet in mano, per girarci dall’altra parte a chiacchierare con il nostro, o a farci i fatti nostri. Ed è anche nostro compito quello di permettergli, senza interferire né manipolare, di poter scoprire se stesso, chi è, che cosa vuole davvero, che cosa vuole diventare, che cosa vuole costruire, in cosa si vuole trasformare.
Questo è il compito più difficile di tutti. Che richiede immenso sacrificio da parte nostra e della nostra coscienza! Come possiamo aspettarci che cresca senza pregiudizi, se non lo lasciamo libero di crearsi i suoi personali giudizi?
Come possiamo aspettarci che lui non ci menta e che abbia fiducia in noi,, se i primi a mentirgli siamo noi tutti i giorni? “Se vieni con me in banca poi ti compro un giocattolo”, e il giocattolo non arriva. “La mamma si è fatta male al seno e non può più allattarti”, poi non ha nessuna ferita o dolore visibile. “Se lasci la mano sotto il tavolo, passa il lupo e te la mangia”. “Entra all’asilo che andrà tutto bene (e intanto glielo diciamo con voce strozzata, quasi per piangere”)
Non è che un bambino è stupido e va preso in giro! È semplicemente ingenuo, e si fida di noi perché siamo le sue figure di riferimento, niente di più bello! “Eh ma anche se gli dico la verità non si fida lo stesso”, vedrete che si fiderà in futuro, raccoglierà tanti di quei ricordi, che non potrà che imparare a fidarsi!
Comodo anche lasciare i bimbi ai propri familiari. Peccato che non molti sanno stare alle nostre regole. Beh, non sono riusciti a rispettarci quando eravamo piccoli noi, volete che riescano a rispettarvi ora che sono i nonni dei vostri stessi figli? La realtà è che spesso si rischia che gli altri demoliscano ciò che noi genitori abbiamo a fatica costruito. Ci vuole un niente per buttar giù settimane di lavoro fatto con i nostri figli.
Non dico che sono tutti così, dico che se conosciamo bene i nostri genitori e vediamo che sarebbe controproducente lasciargli il bambino, meglio se ci siamo anche noi con loro!
Non sarà sempre così ovviamente, arriverà l’età in cui sapremo che il nostro lavoro è finito, che nostro figlio puoi navigare con le sue braccia e che terrà a mente i nostri insegnamenti senza farsi influenzare.
Quante volte ci è stato detto “lo faccio per il tuo bene”. Ritengo che questa frase sia un po’ egoistica. Chi ci dice che ciò che facciamo per lui, possa essere obiettivamente il suo bene?. Penso che la frase migliore sia “lo faccio per te”. Questa frase dice “io genitore, faccio per te qualcosa, secondo i miei valori e giudizi”.
Non sottovalutate le parole. Le parole dicono tanto del nostro modo di essere. Non sono solo i fatti a rivelare la nostra natura, sono anche le parole che usiamo! Non sono insignificanti!
Ad esempio dire a un bambino “sei cattivo”, a mio parere è quanto di più sbagliato e distruttivo! Rifletteteci, i bambini sono cattivi? No, i bambini possono comportarsi male, possono fare cose brutte, ma non sono cattivi, né sono brutti! I bambini non sono cattivi!!! Ma se noi glielo diciamo, non li stiamo aiutando a crescere con autostima!
Anche le parolacce, è brutto sentirle uscire dalla bocca di un bambino di 5 anni, capisco che siamo in molti abituati a dirle, ma perché non sforzarci di evitare certi linguaggi davanti ai nostri figli?
Anche i dolci e le patatine fritte, vedo un sacco di gente cedere ai capricci dei propri figli per non sentirli più, e quindi gli danno dolci e salati a volontà! Risultato? Una marea di bambini a 5 anni, con i denti cariati! E i genitori? La maggior parte risponde che tanto sono denti da latte!
Infine un piccolo accenno alle botte. Come possiamo sperare che cresca non violento, e senza paura, se siamo noi i primi a esercitarla su di lui? Le nostre botte si traducono in “ti picchio così tu fai quello che voglio io perché mi temi, non perché mi ammiri”.
Avremmo bisogno di avere l’ambizione che lui ascolti ciò che gli diciamo, non per paura delle conseguenze, ma per presa consapevolezza. Per ottenere ciò ci vogliono anni di pazienza.
Capite come è tutto uno sforzo?
Queste poche parole, le ho condivise, per farvi entrare un attimo nella mia vita, che è un inferno! Per la stanchezza che abbiamo nello stargli dietro, nel non cedere ai suoi capricci continui. Ed è in questo inferno che cerco di andare avanti, nei limiti delle mie possibilità.
Avete presente che ci troviamo a elemosinare sempre i baci e le carezze dei nostri figli? Perché in realtà loro non ne hanno bisogno. Noi si! Loro invece no, quando sono così piccoli! È con la crescita e la maturità intellettuale che imparano a dare significato anche a baci e carezze.
Un bambino piccolo sereno, è un bambino a cui non si fa mancare il cibo, la pulizia, e la sicurezza, vuol dire soddisfare i suoi bisogni primari (e la nostra presenza è inclusa nella voce “sicurezza”).
Per quanto riguarda il lavoro, sarò più breve!
Praticamente essere la proprietaria della mia attività mi porta inesorabilmente, per mia natura, a non pormi limiti! Questo è ciò che mi frega! Non pormi limiti di orario, sia nella chiusura che nelle commissioni posto domicilio.
Attualmente l’altra cosa che mi frega, e che mi ha sempre fregato, è il rendermi insostituibile!
Un mio conoscente mi ha detto di recente “tu crei lavoro, non crei business”. Se creassi business insegnerei ai miei colleghi come fare per aiutarmi, per lavorare come me. Invece sono sempre io che lavoro e mi faccio in quattro, convinta che basti osservarmi per fare come me. Sbagliato!
“Piu fu lavori e più tu uccidi la tua attività” mi disse. Perché così facendo non mi prenderò mai il tempo per fare dell’altro, sarò sempre impegnata a fare le solite cose che non fanno gli altri. Io mi perdo nel lavoro degli altri, anziché prendermi il tempo per fare il mio.
Purtroppo attualmente non riesco a uscire da questo loop, pur essendone consapevole.
Cosa vuol dire? Che la mia giornata di tutti i giorni è “accompagnare mio figlio a scuola, ritirarlo alle 15:30 alternandomi con mio marito, finire di lavorare alle 19:00. Cenare, e mettere a letto mio figlio. Tornare in farmacia e lavorare fino alle 2:00-3:00 del mattino, con l’eccezione di quelle notti in cui arrivo a lavorare senza staccare fino alle 5:30, per farmi trovare a casa da mio figlio che si sveglia tra le 6:00 e le 6:30. Quindi ricominciare la giornata come sopra.
Questo tutti i giorni, tranne la domenica, che per fortuna siamo chiusi.
La mia stanchezza è indescrivibile.
Comunque mi sto spendendo per cambiare questa situazione che va avanti ormai da 4 anni…
Vi auguro nuovamente Buon Natale, con anche l’augurio che arrivi un anno migliore per tutti noi.
Con affetto, vi abbraccio tutti,
Royal