Morte interiore

Ci rivolgiamo a tutti coloro che sono arrabbiati e vogliono sfogare la propria rabbia per eliminarla in modo innocuo, grazie allo sfogo scritto.
Questo forum accoglie anche le vittime di bullismo e cyberbullismo e spera che chiunque venga carico di odio possa con lo sfogo allontanare da sé questo sentimento.

Morte interiore

Messaggioda Massimiliano89 » 16/05/2024, 17:30



Non riesco a superare il dolore del male subito dagli altri.
A questo dolore si aggiunge un altro tipo di dolore: quello di essere impotenti verso chi ha causato del male.
Spesso ho voglia di dormire per dimenticare, ma poco dopo il risveglio la tortura mentale ricomincia.
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Massimiliano89
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Messaggioda Royalsapphire » 18/05/2024, 16:27



Sai che chi ti ha fatto del male, oggi non sta sicuramente pensando a te, mentre tu sei qui che te lo tieni stretto al tuo cuore!
Sicuramente è difficile dimenticare il tuorto subito. Ma puoi superarlo, andare oltre. A parole è quasi inutile parlarne, perché la soluzione non la trovi semplicemente riflettendoci sopra, ma avresti bisogno di provare un sentimento forte di amore per te stesso, di soddisfazione personale, di riconoscimento del tuo valore, indipendentemente da chi ti circonda o da chi di guarda.
Perché non ti metti in gioco con tutto te stesso? Avrai anche tu un lavoro, una aspirazione, un hobby, una qualche attivià che ti piace fare... no?
:hug:
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:tao: :rose: :mask: :luce: :home1:
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Messaggioda Navigator63 » 18/05/2024, 23:43



Massimiliano89 ha scritto:Non riesco a superare il dolore del male subito dagli altri.
A questo dolore si aggiunge un altro tipo di dolore: quello di essere impotenti verso chi ha causato del male.

Nella vita ci sono cose su cui non abbiamo potere, né controllo. :dunno:

Una di queste è il passato: ovviamente non possiamo cambiarlo, quindi se ci fissiamo sul passato che ci ha feriti, non facciamo altro che rigirare il coltello nella piaga, ancora e ancora, e rinnoviamo il tormento all'eterno.
Potrebbe sembrare che è colpa di chi ci ha ferito, ma attenzione: se il dolore che ci tormento è nel passato, in realtà siamo noi stessi che continuiamo a farci del male, andando a tormentare la nostra ferita. :mmm2:

E' per quello che il perdono è necessario per vivere bene: non perdoniamo per fare del bene ad altri, ma prima di tutto per "liberare" noi stessi da un passato ingombrante, da una zavorra che altrimenti portiamo sempre al collo. :'(
(un po' come l'albatros morto appeso al collo del marinaio, nella "Ballata del vecchio marinaio" di Coleridge)

Ovviamente non è facile! :D
Per riuscirci è necessario superare l'inganno del risentimento: l'illusione che coltivando l'odio ed il rancore per chi ci ha fatto del male, arriveremo finalmente ad una liberazione o ad una vendetta.
In realtà non succede mai: più coltiviamo il risentimento, più sprofondiamo in una pozza oscura di negatività.

Un'altra trappola è quella del "senso di giustizia": poiché ci sentiamo di essere stati trattati ingiustamente, ci sentiamo in diritto di odiare e di attaccarci ostinatamente a quell'odio.
Ma, come detto sopra, questo attaccamento alla negatività non fa che farci stare sempre peggio - non meglio. Così facendo, preferiamo "avere ragione" che "essere felici" (il che può accadere solo quando lasciamo andare il passato).

Per liberarci da questo passato, è necessario lasciarlo andare. Accettare l'ingiustizia e la nostra impotenza. Arrenderci all'inevitabile.

Se questo discorso ti risuona, ti suggerisco la lettura di un libro notevole: "Alla ricerca di un significato della vita" di Viktor Frankl.
Frankl era uno psichiatra internato nei lager nazisti, e sopravvissuto. Nel libro racconta la sua vicenda, i modi in cui è riuscito a non perdere la speranza, a lasciarsi alle spalle un simile incubo, ed a cercare un significato nella propria vita.
Forse è la lettura che ti serve in questo momento 8-)
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Messaggioda Massimiliano89 » 20/05/2024, 17:45



Navigator63 ha scritto:
Massimiliano89 ha scritto:Non riesco a superare il dolore del male subito dagli altri.
A questo dolore si aggiunge un altro tipo di dolore: quello di essere impotenti verso chi ha causato del male.

Nella vita ci sono cose su cui non abbiamo potere, né controllo. :dunno:

Una di queste è il passato: ovviamente non possiamo cambiarlo, quindi se ci fissiamo sul passato che ci ha feriti, non facciamo altro che rigirare il coltello nella piaga, ancora e ancora, e rinnoviamo il tormento all'eterno.
Potrebbe sembrare che è colpa di chi ci ha ferito, ma attenzione: se il dolore che ci tormento è nel passato, in realtà siamo noi stessi che continuiamo a farci del male, andando a tormentare la nostra ferita. :mmm2:

E' per quello che il perdono è necessario per vivere bene: non perdoniamo per fare del bene ad altri, ma prima di tutto per "liberare" noi stessi da un passato ingombrante, da una zavorra che altrimenti portiamo sempre al collo. :'(
(un po' come l'albatros morto appeso al collo del marinaio, nella "Ballata del vecchio marinaio" di Coleridge)

Ovviamente non è facile! :D
Per riuscirci è necessario superare l'inganno del risentimento: l'illusione che coltivando l'odio ed il rancore per chi ci ha fatto del male, arriveremo finalmente ad una liberazione o ad una vendetta.
In realtà non succede mai: più coltiviamo il risentimento, più sprofondiamo in una pozza oscura di negatività.

Un'altra trappola è quella del "senso di giustizia": poiché ci sentiamo di essere stati trattati ingiustamente, ci sentiamo in diritto di odiare e di attaccarci ostinatamente a quell'odio.
Ma, come detto sopra, questo attaccamento alla negatività non fa che farci stare sempre peggio - non meglio. Così facendo, preferiamo "avere ragione" che "essere felici" (il che può accadere solo quando lasciamo andare il passato).

Per liberarci da questo passato, è necessario lasciarlo andare. Accettare l'ingiustizia e la nostra impotenza. Arrenderci all'inevitabile.

Se questo discorso ti risuona, ti suggerisco la lettura di un libro notevole: "Alla ricerca di un significato della vita" di Viktor Frankl.
Frankl era uno psichiatra internato nei lager nazisti, e sopravvissuto. Nel libro racconta la sua vicenda, i modi in cui è riuscito a non perdere la speranza, a lasciarsi alle spalle un simile incubo, ed a cercare un significato nella propria vita.
Forse è la lettura che ti serve in questo momento 8-)


Grazie Valter.
Le tue parole mi ricordano molto quelle del Dottor Raffaele Morelli, che in parte mi ha aiutato con i suoi libri.
Purtroppo però non sono un guru indiano. Come dici tu " non è facile "
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Massimiliano89
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Messaggioda Navigator63 » 20/05/2024, 23:36



Massimiliano89 ha scritto:Purtroppo però non sono un guru indiano.

Siamo tutti allievi... ed a volte maestri. :)

Per quello ritengo prezioso imparare qualcosa da tutti quelli che ne sanno più di me, o che hanno vissuto cose oltre la mia esperienza. :bookread:
Se ora non sono capace di qualcosa, magari posso imparare da altri e riceverne ispirazione. :dunno:
Mai dire mai :coolok:
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